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Racconto di un'esperienza: workshop esperienziali

Sempre più spesso nel contesto universitario si parla dello sviluppo di una cultura delle differenze, ovvero di una cultura che possa essere accogliente per tutti, chiamando in causa ciascuno per le proprie peculiarità. Nonostante la sempre più vivida attenzione alle tematiche della discriminazione legata al genere e all'orientamento sessuale, sono ancora pochi gli atenei universitari che dedicano ad esse spazi e tempi. Tra di essi emerge certamente l'Università Federico II di Napoli, che attraverso il Servizio Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze del Centro di Ateneo SInAPSi si è mostrata attiva e molto attenta ad approfondire questi argomenti, coinvolgendo in primo piano gli studenti.
A tal proposito, interessante è stata l'esperienza dei workshop esperienziali organizzati durante questo anno accademico, che ha visto protagonisti una quarantina di studenti afferenti a diversi Corsi di Studio e suddivisi in gruppi a seconda delle aree tematiche legate agli interessi di studio di ciascuno:  area umanistica, diretta agli studenti delle scienze umanistiche e sociali, quali psicologia, sociologia, ecc.; area legale, dedicate agli studenti di giurisprudenza e scienze politiche; area generale, diretta a tutti gli altri studenti interessati a queste tematiche.
Ciascun workshop, inoltre, è stato suddiviso in due sessioni: un primo momento di introduzione teorica che ha visto il chiarimento di alcuni concetti-chiave, quali ad esempio quelli di stereotipo e pregiudizio, dell'identità sessuale con le sue componenti, dell'omofobia, ecc.; e un secondo momento maggiormente pratico che ha coinvolto i partecipanti in attività di laboratorio, invitando loro a mettersi in gioco anche rispetto alla costruzione di una futura identità professionale.
In particolare, durante questo secondo momento sono state svolte alcune attività sia connesse agli aspetti più teorici, come le attività di "brainstorming" volte ad approfondire le idee degli studenti sui concetti più importanti, ma anche legate al "mettersi in gioco" su questi argomenti, sia rispetto ad un vissuto personale che nei confronti di un futuro professionale. Ad esempio, una delle attività maggiormente apprezzate è stata quella della "sedia calda", nella quale ciascuno studente si è posto in una situazione di ascolto nei confronti di una persona discriminata e delle sue difficoltà nella vita e nel contesto universitario; o, ancora, molto interessanti sono stati i diversi "role playing", durante i quali agli studenti è stato chiesto di provare a risolvere situazioni di discriminazione in differenti contesti, o di calarsi nei panni di un gruppo di professionisti per suggerire idee e progetti di contrasto all'omofobia a un ipotetico interlocutore, quale ad esempio un assessore comunale.
Tutte le attività esperienziali realizzate, alcune delle quali qui descritte, sono state poi accompagnate da momenti di condivisione e riflessione in gruppo, che hanno favorito l'espressione di sentimenti, emozioni e idee in merito ai delicati argomenti affrontati.
Sembra che l'esperienza sia piaciuta molto a coloro che vi hanno preso parte, al punto da stimolare l'organizzazione di nuovi cicli di incontri.
Abbiamo chiesto ad uno dei partecipanti, R., studente di Architettura, di rispondere a qualche domanda a proposito dell'esperienza vissuta, così da condividerla con chi ne è incuriosito:
Ciao R., ti andrebbe di raccontarci un po' la tua esperienza di partecipazione al workshop organizzato dal Servizio Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze?
Certamente! Mi fa molto piacere condividere l'esperienza con gli altri studenti!
Grazie mille! Raccontaci, a quale dei workshop hai partecipato, e cosa ti ha spinto a prendervi parte?
Beh, in realtà credo che il workshop al quale ho preso parte fosse uno dei primi ad essere organizzato, e in effetti quando vi ho aderito si trattava di un'unica data, un solo appuntamento. Successivamente, poi, dato l'interesse del gruppo a continuare, sono stati organizzati altri incontri.
In realtà non so bene cosa mi abbia spinto a partecipare, si è trattato di un'esperienza che mi è stata consigliata, ed ho voluto provare.
Quindi, non avevi aspettative particolari rispetto a ciò che avresti trovato..
Non avevo particolari aspettative, sapevo solo quali erano le tematiche che sarebbero state affrontate, ma non mi aspettavo nient'altro. Proprio per questo, non avendo particolari aspettative,  non sono rimasto deluso dall'esperienza.
Bene, e a proposito dell'esperienza, qual è la cosa che ti ha colpito di più?
Sicuramente ciò che mi è più rimasto impresso sono state le attività esperienziali condotte dal dott. Cappotto, poiché hanno coinvolto in prima persona noi studenti, i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Interessante!...e invece, c'è qualcosa che cambieresti dell'esperienza, qualcosa che il Servizio potrebbe migliorare per i futuri partecipanti?
Sinceramente non cambierei nulla, l'esperienza mi è piaciuta molto così com'è stata organizzata!
Bene! Secondo te, perché altri studenti dovrebbero partecipare in futuro a queste iniziative?
Credo che sia interessante ed importante partecipare. Si tratta di attività che permettono di capire meccanismi e dinamiche che sono sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, ma alle quali non facciamo caso.
Mi sembra molto interessante! Vuoi aggiungere qualcosa, un pensiero sull'esperienza? ... Non so, vuoi dire qualcosa ai tuoi colleghi in merito?
Vorrei solo aggiungere che è stata una occasione di importante confronto sia con me stesso che con il gruppo di studenti che hanno preso parte con me all'iniziativa. Per questo consiglio anche ad altri di prendervi parte.
Nel ringraziare R. per aver condiviso con noi la sua esperienza, ci auguriamo che anche altri studenti possano in futuro aprire una riflessione su queste tematiche nel contesto universitario, così da condividere sempre più una cultura comune che sia accogliente verso le differenze e promuova un netto contrasto di tutte le forme di discriminazione.




 

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