Lo scorso 29 maggio il Centro Sinapsi ha realizzato un convegno dal titolo Corpi sessuati: disabilità, affettività e intimità, che ha visto la partecipazione di molti esponenti del mondo della cultura, di quello accademico e della società.
È stata un'importante occasione per riflettere insieme sui pregiudizi e sugli stereotipi che raffigurano le persone con disabilità come persone disinteressate alla sessualità e prive di un desiderio di intimità. Una tale visione di fatto incastra le persone con disabilità, e chi si prende cura di loro, in un sordo isolamento che non permette di pensare la sessualità quale aspetto centrale di ogni essere umano.
Per entrare nel vivo dei pregiudizi e delle resistenze si è realizzata una sessione di lavoro esperienziale, e si è usato come stimolo il documentario Sesso Amore e Disabilità del regista Andrea Silanus. Al termine della visione si èlavorato con la tecnica del social dreaming, una modalità di lavoro di gruppo che permette, esplorando lo spazio gruppale dei sogni, dipensare creativamente e in maniera libera su tanti aspetti che, se affrontati direttamente, incontrerebbero tante resistenze a essere espressi.
Dopo aver preparato le nostre menti ad abbandonare le certezze dei pregiudizi e a poter tollerare l'ansia per ciò che non si conosce, abbiamo potuto avviare il dibattito che ha coinvolto persone disabili e non disabili sulla complessa tematica della vita emotiva che va dalla vita affettiva al desiderio di intimità dell'essere umano. I lavori sono stati aperti dalla relazione del filosofo napoletano Aldo Masullo e sono proseguiti con interventi di psicologi (come Alain Giami e Fabrizio Quattrini), pedagogisti (Elisabetta Ghedin), operatori del settore.
Un momento molto importante per tutti i partecipanti è stato poter pensare e riflettere sulla proposta di legge, che arriva da alcuni comitati di persone disabili, di istituire la figura di assistente sessuale per le persone con disabilità. A illustrarla, in collegamento da Bologna, Maximiliano Ulivieri. Si tratta di una proposta che è stata ascoltata con interesse, ma che ovviamente ha sollevato una serie di domande e perplessità da parte di alcuni partecipanti e che ha lasciato molti interrogativi irrisolti.
La giornata, sentita dai partecipanti come intensa e emozionante, ha aperto una breccia nel muro di silenzio e negazione che avvolge le persone con disabilità e ha permesso ad ognuno di riflettere sulle proprie barriere mentali riguardanti la sessualità, la reciprocità e la disabilità che ci impediscono di incontrare l'altro nella sua unicità.
Gli atti del giornata sono in preparazione e saranno pubblicati nel 2014.
