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  • NL 7: Promuovere la scuola inclusiva: la formazione degli insegnanti campani sui bisogni educativi speciali.
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Promuovere la scuola inclusiva: la formazione degli insegnanti campani sui bisogni educativi speciali.

di Valentina Paola Cesarano

Si è concluso lo scorso marzo il progetto di formazione sui bisogni educativi speciali realizzato dal Centro di Ateneo SInAPSi. Il progetto è nato a seguito di un invito ad avanzare la propria candidatura per la progettazione e lo svolgimento di attività di formazione rivolte ai docenti referenti per l'inclusione e i bisogni educativi speciali delle scuole campane (ex DM 821 2013) ricevuto dal CTS afferente all'Istituto Comprensivo Statale Cariteo Italico (Protocollo n. 2054/A22 del 6 maggio 2014). Al Centro SInAPSi, insieme all'Università di Salerno, è stata affidata la formazione dei docenti referenti per l'inclusione e per i bisogni educativi speciali delle scuole di ogni ordine e grado della Campania. L'intero progetto formativo, monitorato da un gruppo di esperti dell'USR della Campania e dal MIUR, è stato sviluppato seguendo un modello di flipped learning, integrando contenuti teorici (che vengono fruiti in via preliminare attraverso slide e video lezioni integrate su una piattaforma di e-learning tipo Moodle, che viene gestita dal Centro SInAPSi) e attività in presenza focalizzate sullo studio di casi, sulla progettazione e validazione di materiali e strumenti, su simulazioni.
I destinatari dell'intervento del SInAPSi, che ha coperto l'intera provincia di Napoli, sono stati 17 gruppi di docenti, accompagnati e sostenuti nello sviluppo di competenze progettuali e metodologiche a supporto dei processi di inclusione che ogni istituzione scolastica è chiamata a realizzare. Il SInAPSi con una équipe interdisciplinare composta da docenti universitari, da pedagogisti, psicologi, bio-ingegneri e con il supporto di un'insegnante di ruolo esperta, ha predisposto per loro un percorso formativo modulare da fruire on line e un percorso di quattro incontri laboratoriali da fruire in presenza presso le sedi dei CTS da gennaio a marzo 2015.  
Nella realizzazione del progetto si è riflettuto sul complesso scenario socio-culturale delineato dallo sviluppo dei nuovi media che caratterizzano la quotidianità e che comporta un necessario ripensamento della formazione e delle strategie educative nella scuola. La diffusione della produzione e della condivisione di contenuti aperti implica la libera accessibilità a risorse digitali e il loro utilizzo nei contesti formativi e scolastici. Pertanto si è scelto di adottare il modello didattico di flipped learning che ha permesso ai docenti di essere attori e costruttori della loro formazione sui bisogni educativi speciali. 
È stata creata una flipped classroom, con attività svolte in modalità blended e, di conseguenza, è stato fondamentale l'uso delle nuove tecnologie per fornire le adeguate risorse ai docenti che hanno a disposizione una ingente quantità di materiale didattico da poter condividere, e su cui lavorare per svolgere alcuni esercizi basati sullo studio di casi riguardanti alunni con bisogni educativi speciali. Fondamentale è stato il ruolo dei forum di discussione, in quanto ha consentito ai docenti di imparare in maniera costruttiva e partecipativa, riflettendo nella comunità virtuale sulle attività e i contenuti presenti nel corso. Si utilizza il termine "flip" in quando viene ribaltata la modalità in cui vengono proposti i contenuti e i tempi utili per l'apprendimento. In una flipped classroom la responsabilità del processo di insegnamento viene in un certo senso "trasferita" agli studenti, i quali possono controllare l'accesso ai contenuti in modo diretto, avere a disposizione i tempi necessari per l'apprendimento e la valutazione. L'insegnante diventa quindi un supporto alla comprensione di quanto appreso a mano a mano dagli allievi e dovrà impiegare il proprio tempo in questo processo di passaggio dall'ampliamento delle conoscenze all'acquisizione di capacità e competenze. Nello specifico i docenti-corsisti hanno potuto visionare materiali e video al fine di avere un'infarinatura generale dei contenuti da affrontare, e dedicarsi, mediante i laboratori in presenza, a chiarimenti, effettuare delle esercitazioni e qualsiasi altra attività funzionale ad una migliore comprensione. Ciò ha richiesto,da parte dell'équipe interdisciplinare del Centro SInAPSi, un'attentissima elaborazione dei contenuti dei vari moduli on line e un'accurata selezione delle risorse video catalogate all'interno della piattaforma creata per i docenti-corsisti. Infatti, collegandosi nello spazio virtuale, i partecipanti al corso hanno sempre a disposizione i materiali didattici che il formatore ha selezionato e/o creato proprio per loro e possono utilizzarli in qualsiasi momento della giornata.  
Il ruolo del formatori è stato quello di "guida" che incoraggia i docenti-corsisti alla ricerca personale e alla collaborazione e condivisione dei saperi appresi. Sono stati utilizzati anche i quiz online con feedback per testare il livello raggiunto e permettere di imparare dai propri errori.
Sperimentando in prima persona la metodologia della flipped learning, gli insegnanti potranno trasferirla nella loro didattica lì dove, ad esempio, l'uso dei video permette agli studenti di ascoltare e riascoltare in qualsiasi momento le parole del docente. Le discussione che verranno avviate in classe permetteranno agli studenti di socializzare e collaborare nella risoluzione di un problema comune.
La scelta di realizzare dei laboratori in presenza nasce dal riconoscimento dell'importanza della dimensione laboratoriale stessa nella formazione dei docenti, in quanto snodo tra la teoria e la pratica e quale luogo "educativo"che prevede sistematicamente il coinvolgimento diretto dei docenti nelle diverse attività in un'ottica interdisciplinare. Il laboratorio tende a presentarsi come analisi e confronto in gruppo delle pratiche didattiche inclusive per una loro formalizzazione, ma anche come momento di ricerca e di sperimentazione, con particolare attenzione alla qualità degli spazi, dei tempi, delle interazioni sociali e degli strumenti didattici. Nel corso dei laboratori è stata utilizzata la tecnica del role playing seguita poi dalla visione di un film per stimolare una discussione guidata. Mettersi nei panni di alunni con bisogni educativi speciali e condividere la visione di un cortometraggio sulla scuola inclusiva ha favorito una discussione guidata e orientata all'inclusione come processo, nella sua globalità educativa sociale e politica, volgendo lo sguardo a tutti gli alunni e alle loro potenzialità. In seguito sono state presentate e condivise con i docenti l'analisi dell'iter per l'individuazione dei bisogni educativi speciali e la progettazione del piano didattico personalizzato, tenendo conto dell' ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento). La scuola svolge il ruolo di osservatore privilegiato nell'identificazione precoce di alunni con bisogni educativi speciali e, attraverso la comunicazione alla famiglia, consente l'attivazione di iter di valutazione e di diagnosi in caso di Disturbi specifici dell'apprendimento. È inoltre opportuno che gli insegnanti possano e sappiano cogliere dalla diagnosi gli elementi funzionali alla stesura del piano didattico personalizzato. In quanto strumento di personalizzazione della didattica, il PDP è strutturato in maniera tale da evidenziare gli strumenti compensativi e le misure dispensative che rendono accessibili all'alunno i contenuti dei diversi saperi curricolari, mettendolo in condizioni di raggiungere gli stessi traguardi dei suoi compagni. Pertanto le tecnologie a servizio dell'apprendimento svolgono un ruolo cruciale. I docenti nel corso del laboratorio dedicato alla tecnologia hanno potuto infatti sperimentare in maniera guidata l'utilizzo di strumenti e software che consentono di realizzare una didattica inclusiva.
Al fine di indagare e rilevare il grado di soddisfazione degli insegnanti che hanno partecipato al percorso formativo, è stato inserito in piattaforma un questionario costruito ad hoc. Gli insegnanti hanno dichiarato di essere abbastanza soddisfatti del corso, sia rispetto all'acquisizione delle conoscenze delle normative riguardanti l'inclusione e i bisogni educativi speciali, sia rispetto alle competenze pedagogiche, psicologiche e tecnologiche, declinabili nella progettazione educativa e didattica finalizzata all' inclusione. Alla luce del successo riscosso dal corso sui BES si spera di poter continuare a lavorare in sinergia con i docenti perché sono proprio loro che le loro competenze e i loro "atteggiamenti" (intesi come fattori ambientali nel senso dell'ICF) possono predisporre un terreno fertile, capace di far germogliare uno spazio di educazione alle differenze, finalizzato a promuovere e diffondere la cultura dell'inclusione e l'acquisizione di metodologie e strumenti didattici da impiegare nella pratica dell'insegnamento delle pari opportunità e del rispetto delle pluralità esistenziali a scuola.

 

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