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  • NL3: La consultazione psicologica in una fase di passaggio
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La consultazione psicologica in una fase di passaggio: per ritrovare il filo che lega gli studi universitari agli eventi della propria vita.

La storia di Martin

di Maddalena Ligozzi

La fase di transizione, tra il conseguimento della laurea triennale e l'inizio del biennio specialistico, è un momento molto delicato e critico perché in molti casi gli studenti sono chiamati a ridefinire la propria motivazione a procedere e a  rivedere il proprio progetto formativo in vista di possibili scelte professionali e di vita.
Anche quando gli studenti conseguono buoni risultati universitari, si sentono spesso disillusi e scoraggiati, perché il raggiungimento della laurea di primo livello, il primo traguardo desiderato, non ha determinato un cambiamento significativo nella loro condizione di studenti, non ancora formati per il mondo del lavoro e disorientati rispetto alle possibilità che il mercato del lavoro offre. 
Talvolta questi studenti provano la sensazione di aver perso il filo che unisce le proprie esperienze, come se ci fosse uno scollamento tra le proprie scelte, gli eventi e la propria storia di vita.  Tale condizione può indurre un calo della motivazione, una sensazione di vuoto e di sconforto rispetto al futuro, con conseguente umore depresso e difficoltà a riconoscere il valore delle proprie esperienze e dei propri traguardi.
Molti studenti universitari chiedono una consultazione psicologica in questo momento, perché hanno bisogno di ritrovare la motivazione e il coraggio di intraprendere scelte di vita o perché cercano un sostegno nel proseguire lungo percorsi formativi che hanno perso il valore che avevano all'inizio.
Questa fase, di per sé già delicata e cruciale, può essere complicata dalla presenza di preesistenti disagi connessi alla propria storia personale e/o dalla percezione di appartenere a una condizione minoritaria, come avviene per gli studenti stranieri.  Per questi giovani studenti rivedere il proprio progetto in una fase di passaggio può essere un compito ancor più gravoso, perché sono chiamati a ripensare alle proprie origini e alla propria condizione di emigranti, a ridefinire la propria identità di studenti provando a integrare dentro di sé culture differenti. Questo processo, spesso lungo e doloroso, non sempre raggiunge gli esiti sperati, perché possono emergere stati di tensione, che inducono ansia e demotivazione.
Gli studenti che si percepiscono in una condizione minoritaria, perché sono fuori sede e/o perché fanno parte di differenti etnie, possono provare sentimenti di rivalsa e di riscatto, perché sentono di dover compiere sforzi maggiori per emergere e per avere successo. Tali sentimenti in alcuni casi possono determinare una notevole spinta verso il raggiungimento dei propri obiettivi, come vedremo nel caso descritto,   altre volte invece  restano poco consapevoli e inespressi. 
Il lavoro psicologico breve offre allo studente la possibilità di riflettere e dar senso al proprio disagio e a questi stati di tensione in un momento cruciale della propria vita, dando valore ai risultati raggiunti, sostenendo le risorse e le capacità dello studente.
Riporto alcuni stralci di un caso esemplificativo di consultazione psicologica con uno studente straniero che si rivolge a SInAPSI per le problematiche descritte poc'anzi.
Martin è uno studente rumeno di 23 anni, vive in Italia da 10 anni, è iscritto al primo anno del biennio specialistico in Ingegneria. A Marzo ha conseguito la laurea di primo livello, ma non si è dato il tempo di fermarsi un attimo, in quanto si è subito iscritto al biennio specialistico, recuperando a pieno e con fatica gli esami del semestre già cominciato. La consultazione si è svolta regolarmente tra Maggio e Giugno 2012.
Sin dall'inizio le richieste di Martin sono curiose e insolite: egli chiede se può registrare il colloquio. Crede che possa essergli molto utile risentire le cose dette e ascoltate, per riuscire a capire meglio e per ricordare. 
Racconta la propria nostalgia per un tempo in cui si sentiva "veramente innamorato" di una ragazza: la sua prima storia importante durante il liceo. Martin ha sofferto molto quando lei lo ha lasciato alla fine delle scuole superiori. Dopo questa storia, ha avuto altre relazioni sentimentali, ma per proteggersi da ulteriori delusioni, ha cercato rapporti superficiali e futili. 
Si descrive come un ragazzo curioso e creativo, ma soggetto a repentini cambiamenti di umore: oscilla tra la paura del vuoto e della noia e moti di entusiasmo improvvisi che gli danno la carica giusta per intraprendere progetti nuovi. Mi parla di progetti complessi e vaghi che ha in mente. Riflettiamo insieme sul suo bisogno di essere brillante e di appassionarsi molto alla cose che fa, per riuscire a portarle avanti. Tuttavia spesso le vive con emozioni estemporanee, che non durano per sempre, come non può durare per sempre l'entusiasmo per una  bella notizia. Racconta che è soddisfatto delle sue scelte universitarie, ma pensa già agli sviluppi che potrebbe avere lo studio dell'Ingegneria. Sarebbe molto interessante cercare le leggi che spiegano ad esempio "il moto di una foglia che si nasconde al sole, piegandosi sotto i rami dell'albero". Gli chiedo di riflettere su questa immagine, provando a pensare alla propria vita. Dopo un'iniziale reticenza, Martin dice che effettivamente  anche lui cerca di proteggersi dagli altri e di evitare delusioni, si sente fragile e insicuro. Tuttavia non mostra mai questo aspetto di sé agli altri.
Nel racconto di Martin da un lato emerge la determinazione nel perseguimento dei propri obiettivi e dall'altro si evince il bisogno di proteggersi dalle delusioni nelle relazioni con gli altri. Attraverso riflessioni condivise e solo alla fine del primo colloquio Martin riesce a parlare del suo passato: il padre è un operaio, sa come si chiama, ma non sa dove sia, non se lo ricorda perché se ne è andato quando lui aveva due anni. Ha conosciuto sua madre nel porto di una città rumena. Martin lo ha cercato, ma non lo ha ancora trovato.  
Sin dal primo colloquio, emerge il bisogno di Martin di ridefinire il proprio progetto formativo all'inizio del biennio specialistico: si chiede dove stare e che cosa fare da grande alla luce dei vuoti che ci sono stati e tuttora ci sono nella sua vita. Trovare un senso a queste domande significa rimettere insieme "pezzi di sé" e della propria storia. Attraverso un blog personale che ha costruito, Martin propone siti, foto o notizie interessanti, inserisce commenti, articoli e interpretazioni. Ci sono argomenti che gli piacciono molto, ma non sono molto visitati, perché "non vanno di moda". La sua idea è quella di fare in modo che il suo sito sia visitato da tante persone, per poi proporre prodotti da vendere. Questo blog mette insieme bisogni diversi, non sempre conciliabili: da un lato il progetto grandioso di produrre contenuti interessanti per tutti, dall'altro quello di esprimere se stesso, le cose che gli piacciono, che non sempre "vanno di moda", né sono interessanti per tutti, ma hanno a che fare con il suo desiderio di innamorarsi e di costruire un legame significativo. Attraverso i  racconti del suo passato, Martin riesce gradualmente a 'contattare' la rabbia, le ferite e i lutti della propria storia. 
Nel corso della consultazione psicologica questo studente si rende conto che attraverso le proprie competenze  e le proprie risorse ha provato a coprire il disagio di essere uno studente straniero che cerca le proprie radici e, al tempo stesso, prova ad adattarsi in un Paese, che non viene vissuto come la propria casa. La paura del vuoto e il bisogno di ritrovare pezzi di sé si coglie sin dall'inizio nella sua richiesta di registrare il colloquio per fermare un'esperienza e poterla ricordare. Gradualmente  Martin riesce ad acquisire una maggiore consapevolezza delle proprie ferite e dei vuoti che cerca di coprire e di colmare, attraverso l'uso di strategie, tendenti al perfezionismo e all'eccellenza in compiti complessi e ambiziosi, ma non sempre soddisfacenti. Alla fine della consultazione Martin esprime la soddisfazione e la gratitudine per il breve percorso intrapreso, riuscendo a riconoscere la bontà di un'esperienza che ricorderà senza il ricorso al registratore. 
La consultazione psicologica ha rappresentato per questo ragazzo la possibilità di sperimentare nel "qui ed ora" le ferite di un tempo passato, ma ancora attuali,  attraverso  un'esperienza significativa che gli ha consentito di pensare e di costruire legami di senso tra il proprio iter formativo, le proprie scelte e le fragilità e i disagi connessi alla propria storia.

 

 

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