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  • NL 2: Una esperienza di sostegno di ragazzi ciechi per agevolare lo studio della matematica
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Una esperienza di sostegno di ragazzi ciechi per agevolare lo studio della matematica presso l'Istituto Martuscelli di Napoli

di Alessandro Pepino

Sia dalla letteratura sia dalla esperienza sul campo emerge in modo inequivocabile il ruolo determinante svolto dal computer nel processo di apprendimento dei ragazzi ciechi, sin dalla scuola primaria.
Secondo la letteratura moderna, infatti, lo studente cieco andrebbe avviato il prima possibile all'uso del computer, in modo che, arrivato alle superiori, abbia ben imparato il funzionamento della barra Braille e dello Screen Reader, oramai strumenti cardine per l'autonomia, e possa anche, eventualmente, apprendere l'utilizzo di altri programmi e dispositivi di uso più avanzato. Anche il semplice editore di testi, ad esempio, spesso si rivela un efficace strumento di lavoro e di condivisione con il resto della classe e con i docenti.
In sintesi, dotare l'alunno non vedente dello strumento informatico e insegnargli a servirsene in modo esteso, significa veramente metterlo in condizioni di pari opportunità di fronte ai compagni: egli non dovrà più dipendere da qualcuno che scriva in nero; in altri termini ciò significa potenziare la comunicazione bidirezionale vedente-non vedente.
Tre studentesse del corso di laurea in Ingegneria biomedica dell'Università di Napoli Federico II hanno scelto di svolgere il proprio tirocinio e la propria tesi di laurea sulla tematica dell'insegnamento della matematica ai ragazzi ciechi.
L'obiettivo di questo tirocinio era quello di esplorare, in un contesto reale, le difficoltà che i ragazzi ciechi, frequentanti scuole di diverso ordine e grado, incontrano nello studio della matematica e, al tempo stesso, verificare come un intervento di sostegno mirato allo studio delle materie scientifiche, da un lato, e all'alfabetizzazione informatica dall'altro potesse migliorare in modo significativo il livello di inclusione nel contesto scolastico.
Nella loro attività di tirocinio le studentesse hanno quindi avuto modo di conoscere direttamente le problematiche pedagogiche e psicologiche connesse allo studio della materia e hanno anche approfondito la conoscenza degli strumenti tecnologici attualmente disponibili. Esse hanno anche potuto analizzare da vicino una serie di difficoltà gestionali connesse al processo di apprendimento.
Il gruppo sperimentale era composto da 4 ragazzi ciechi e ipovedenti, appartenenti alla scuola secondaria sia superiore sia inferiore, e sono stati sottoposti loro, all'inizio della sperimentazione, durata circa cinque mesi, i test INVALSI e i test ECDL, per stimare rispettivamente il livello di apprendimento e di alfabetizzazione informatica.

fig. 1 Dattilo-braille
fig. 1 Dattilo-braille

Metodo di lavoro

Per raggiungere gli obiettivi indicati, i ragazzi sono stati affiancati in sessioni di studio individuali, tre volte a settimana, per un periodo di quattro mesi.
Nel corso di queste lezioni si è cercato di individuare la tecnica di studio della teoria e di svolgimento degli esercizi matematici più efficace ed efficiente per ogni ragazzo. Naturalmente ciò ha richiesto alle tirocinanti un particolare impegno per poter imparare a vedere le cose dal  punto di vista del ragazzo cieco.
Per uno studente cieco, ad esempio, è estremamente importante fornire descrizioni dettagliate degli aspetti di natura "visiva" (di cui è ricca la matematica) e spiegare con parole semplici un nuovo concetto o tipologia di esercizio.
È importante poi sottolineare che uno studente cieco delle superiori, per essere in grado di utilizzare la dattilo-braille (fig. 1), deve conoscere l'uso degli apparecchi matematici per il calcolo e per il disegno geometrico. Nel caso in cui il ragazzo sappia utilizzare appieno gli strumenti e le tecniche apprese, e non presenti estese lacune pregresse, una volta sviluppato un adeguato metodo di studio, seguire il programma di matematica della scuola media superiore risulta, come si è potuto verificare, relativamente agevole.

 
fig. 2 Piano gommato
fig. 2 Piano gommato

Le tirocinanti  hanno anche mirato a sviluppare buone capacità di ascolto e di comprensione delle domande poste dallo studente, evitando di fornire risposte di cui non avessero piena certezza, ma invitando, piuttosto, lo studente a rivolgersi autonomamente al proprio docente.
Al fine di non rimanere vincolati alla prassi antidiluviana ma, ahimé, ancora spesso necessaria, della lettura da parte di un vedente del testo in nero, e per incrementare quindi l'autonomia di studio, ogni studente ha creato sul proprio desktop una cartella in cui raccogliere i documenti con gli argomenti di teoria studiati nel corso dell'anno. Lo studente veniva addestrato, quindi, a prendere appunti, durante le spiegazioni, attraverso il sistema di videoscrittura.
La spiegazione dei principali concetti avveniva con esempi teorici e pratici e utilizzando il piano gommato per rappresentare grafici di funzioni algebriche e dimostrazioni geometriche. Infine, lo studente medesimo ripeteva la lezione e rappresentava autonomamente grafici e figure sul piano gommato (fig. 2).

 
 

Tabella riassuntiva del programma di attività

Azioni
Tempi
Svolgimento degli esercizi di matematica e geometria con gli ausili tiflodidattici a disposizione, con la propria tirocinante e assistente del Martuscelli, cercando di incrementare il proprio grado d'autonomia
1 h al giorno, 3 volte a settimana
Ascolto, comprensione e ripetizione della teoria di matematica e geometria con la propria tirocinante ed assistente del Martuscelli
1 h al giorno, 3 volte a settimana
Addestramento all'utilizzo del computer ed all'esecuzione di alcune semplici operazioni quali creazione, apertura, salvataggio e stampa di file con la propria tirocinante
½ h al giorno, 1 volta a settimana
Esercitazione all'utilizzo di Word per prendere appunti e sintetizzare gli argomenti teorici letti, in modo da poterli ripetere in maniera autonoma alla propria tirocinante
½ h al giorno, 1 volta a settimana
Esercitazione all'utilizzo di Excel con la propria tirocinante
½ h al giorno, 1 volta a settimana
Esercitazione alla navigazione sul Web, alla consultazione dei più comuni motori di ricerca e all'utilizzo della posta elettronica con la propria tirocinante
½ h al giorno, 1 volta a settimana
 
fig. 3 Scovolini per pipa
fig. 3 Scovolini per pipa

La geometria

Lo svolgimento degli esercizi e problemi geometrici è stato svolto mediante l'utilizzo congiunto dell'editor di testo Microsoft Word e del piano gommato.
I dati e l'assegnazione venivano letti dalla tirocinante, data l'assenza di testi matematici in Braille, e scritti dallo studente al computer, in maniera tale da poterli rileggere autonomamente nel corso del procedimento risolutivo.
Un continuo allenamento alla scrittura mediante Word consente di acquisire sempre più dimestichezza con le molteplici funzioni offerte da un editor di testo e con le combinazioni di tasti necessarie per attivarle, ma contribuisce anche ad allenare la capacità di riconoscimento della posizione di tasti e comandi sulla tastiera e a incrementare la velocità di battitura.
I ragazzi sono stati guidati al disegno geometrico, dapprima indirizzando la loro mano e, contemporaneamente, facendogli toccare con l'altra la linea che si andava tracciando e le sue caratteristiche (retta, curva, concava, convessa, etc.), e poi spronandoli a procedere in maniera autonoma, leggendo la traccia, immaginando la figura da rappresentare e riproducendola come meglio potevano.
Nel caso di rappresentazioni più complesse, il piano gommato è stato sostituito con gli scovolini per pipa, che permettono di modellare facilmente tutti i tipi di forme geometriche (fig. 3).

 
fig. 4 Cubaritmo
fig. 4 Cubaritmo

L'algebra

La parte di programma relativa allo svolgimento degli esercizi algebrici è senza dubbio quella a cui è stata dedicato maggior tempo, data la sua presenza preponderante nei programmi di studio dei ragazzi.
A differenza che nel caso della geometria, dove l'utilizzo di funzioni particolari e simboli speciali, a livello di scuola superiore, è molto limitato, lo svolgimento delle esercitazioni algebriche mediante utilizzo di un normale Word Processor si è rivelato poco praticabile. Come indicato anche in letteratura, l'uso del computer per l'algebra può essere conveniente solo se l'alunno ha raggiunto una buona padronanza nella elaborazione del testo (modifica e correzione) e se si usa un programma specifico per l'elaborazione di testi matematici.
Per gli studenti non vedenti delle scuole superiori non risulta più necessario insistere su una rappresentazione spaziale della matematica, resa possibile da strumenti quali il cubaritmo (fig. 4) il quale, permettendo ad esempio l'incolonnamento delle cifre, aiuta nei primi approcci con la matematica e favorisce la formazione di una sorta di "occhio globale", che consente una rappresentazione mentale dell'intero esercizio su cui bisogna operare.
Quando l'autonomia dello studente lo rendeva possibile, il software utilizzato per la lettura e scrittura delle formule algebriche è stato BlindMath, programma sviluppato a partire dal 2002 dall'Università di Napoli Federico II, in particolare dal Centro servizi di Ateneo SInAPSi, con un codice realizzato in ambiente Delphi, nato per consentire la lettura e la scrittura di documenti matematici da parte di utenti ipovedenti e non vedenti.

 

Osservazioni

Come era prevedibile, non poche problematiche e difficoltà si sono presentate nel corso dell'attività sperimentale. In particolare:
a. Le famiglie, sebbene abbiano autorizzato in maniera formale la partecipazione dei propri figli allo studio, stentano, comprensibilmente, a concedere piena fiducia al nuovo percorso formativo. Questa 'riserva' si è tradotta in un certo ritardo nello svolgimento delle pratiche necessarie alla fornitura di un computer per il figlio da parte della aziende sanitarie di competenza.
b. In molti casi lo studente non aveva possibilità di adoperare in classe il computer e, quindi, di condividere con il docente curriculare i contenuti matematici in un formato a lui più congeniale, il che naturalmente incideva in maniera determinante sui tempi necessari per lo svolgimento delle attività in classe e casa. Sebbene in gran parte delle scuole siano state acquistate - e comincino lentamente a essere impiegate - le cosiddette lavagne interattive multimediali (LIM), che sarebbero estremamente utili allo scopo, di fatto il loro uso nel sistema classe è ancora episodico, limitato e residuale.
c. In molti casi non era stato predisposto dalla scuola un vero e proprio piano educativo individualizzato (né il PEP né il PEI) nel quale si tenesse conto della difficoltà di gestione di determinati contenuti e nel quale si potesse redigere un progetto coordinato di intervento tra l'istituto Martuscielli e la scuola. Visto il fisiologico ritardo di preparazione ereditato dagli anni precedenti dallo studente, ciò naturalmente rendeva ancora più complesso e difficile il compito della sperimentazione.
d. Un punto dolente è rappresentato dalla ritrosia dei ragazzi ciechi all'impiego del display Braille. Il suo uso è, infatti, largamente raccomandato in letteratura dal momento che, a differenza della sintesi vocale, consente di verificare l'ortografia, la punteggiatura, la lunghezza del testo, la distribuzione sequenziale dei concetti. Con questo ausilio viene conservata una parte delle informazioni spaziali contenute nel testo, con tutte le implicazioni a livello di rappresentazione spaziale che questo comporta.

Risultati, conclusioni e sviluppi futuri

I risultati della sperimentazione vanno considerati da due differenti punti vista:
1. Impiego delle tecnologie per migliorare l'apprendimento della matematica da parte dei ragazzi ciechi;
2. impiego di studenti universitari tirocinanti per lo svolgimento di un'attività di sostegno e di accompagnamento all'apprendimento della matematica e degli strumenti informatici.
Per quel che concerne il primo livello di sperimentazione, per valutare i risultati del progetto sono state effettuate alcune interviste al fine di determinare il grado di integrazione dello studente nell'ambiente sociale della classe, l'autonomia raggiunta nello studio (efficacia nello svolgimento di attività come prendere appunti, organizzare la propria giornata di studio, svolgere da solo esercitazioni etc.), comprensione dei concetti matematici ed eventuali variazioni dei risultati scolastici conseguiti nello studio della materia, competenze acquisite dallo studente nell'utilizzo delle tecnologie informatiche per scopi didattici ed eventuale riduzione dei tempi di lavoro.
Per poter poi misurare i risultati della sperimentazione, agli studenti che hanno preso parte al progetto sono stati somministrati all'inizio e al termine della sperimentazione una serie di test aventi complessità paragonabile a quelli ECDL ed INVALSI.
Attraverso i test INVALSI si è verificata un'aumentata comprensione dei quesiti per gran parte dei ragazzi, i quali hanno risposto in maniera meno impulsiva rispetto alla somministrazione precedente, riflettendo maggiormente sulle richieste e conseguendo, in linea di massima, punteggi più elevati (tabella 1).

Tabella 1 - Risultati dei test INVALSI somministrati all'inizio e alla fine del progetto

 
Prima
Dopo
Studente A
7
8
Studente B
4
5
Studente C
7
8
Studente D
5
8

Dai test ECDL è risultata una migliore conoscenza del computer e del sistema operativo e maggiore dimestichezza nell'utilizzo dell'editor di testo Word Office, che rappresentano i due aspetti sui quali ci si è maggiormente soffermati nell'approccio agli ausili informatici per lo studio.

Tabella - 2 Risultati dei test ECDL somministrati prima e alla conclusione del progetto

 
Modulo 2
Modulo 2
Modulo 3
Modulo 3
 
Prima
Dopo
Prima
Dopo
Studente A
SUPERATO
SUPERATO
NON SUPERATO
SUPERATO
Studente B
NON SUPERATO
SUPERATO
NON SUPERATO
NON SUPERATO
Studente C
NON SUPERATO
SUPERATO
NON SUPERATO
NON SUPERATO
Studente D
NON SUPERATO
SUPERATO
NON SUPERATO
SUPERATO

Particolarmente significativa è stata l'intervista finale agli studenti. Da essa è emersa, innanzitutto, soddisfazione da parte dei ragazzi per le conquiste di autonomia nello studio, che ha comportato anche un aumento dell'autostima in termini di capacità di svolgimento e comprensione della matematica, nonché, per alcuni di loro, un ritrovato interesse per la materia.
Gli studenti hanno complessivamente giudicato in maniera positiva la sperimentazione proposta, apprezzando molto l'opportunità di essere affiancati da una persona in grado di fornire loro spiegazioni ed esemplificazioni e che li incoraggiava costantemente.
Essi hanno inoltre verificato che il computer è potenzialmente uno strumento che può dare autonomia nello studio e ridurre i tempi di svolgimento degli esercizi, ma è soprattutto un importante mezzo di integrazione. In particolare, l'utilizzo di un software appositamente progettato per l'accesso e la produzione di documenti matematici, lì dove le conoscenze informatiche siano adeguate, comporta benefici nella facilità di svolgimento delle esercitazioni e nei tempi di studio.
Infine, da una breve intervista ai docenti di matematica e di sostegno dei ragazzi, è emerso che, anche nel contesto classe, si sono sperimentati cambiamenti di tendenza rispetto al passato. Non tanto in termini di rendimento dei ragazzi, rimasto sostanzialmente invariato, probabilmente per i tempi relativamente brevi di svolgimento delle attività, quanto in termini di sostanziale incremento della partecipazione degli studenti a lezioni e spiegazioni e della loro integrazione nell'ambiente scolastico, reso possibile a) dalla capacità di prendere appunti autonomamente, b) dalla possibilità di scrivere testi e svolgere esercizi che possono essere corretti direttamente dall'insegnante di base, senza intermediazione di terzi, c) da una riduzione dei tempi di esecuzione delle verifiche, quasi equiparabili a quelli del resto della classe.
La totalità degli insegnanti intervistati è inoltre concorde nel ritenere che tale progetto di ricerca dovrebbe proseguire nel tempo, in modo da poter valutarne i risultati a lungo termine.
In sintesi, quindi, con riferimento all'apprendimento delle materie scientifiche e nonostante un campione limitato di studenti ciechi, si è potuto rilevare l'efficacia di un metodo di studio basato sull'autonomia e sull'impiego sistematico degli strumenti didattici già attualmente disponibili. In parole povere, si è avuta ulteriore conferma che, con gli strumenti adatti e con il sostegno adeguato, un ragazzo cieco è perfettamente in grado di imparare la matematica.
Per quanto riguarda il secondo canale di sperimentazione, sulla scorta dei risultati e delle interviste si può affermare che studenti tirocinanti universitari in ingegneria biomedica, in possesso quindi delle competenze di base necessarie, possono svolgere, come attività di tirocinio, un'efficace azione di sostegno allo studio della matematica per ragazzi ciechi nella scuola secondaria (inferiore e superiore). Questa esperienza si è rivelata estremamente formativa per i tirocinanti, avendo dato loro la possibilità di confrontarsi con la disabilità e con gli strumenti tecnologici di ausilio (facenti parte del proprio bagaglio formativo specifico) sia dal punto di vista tecnico sia da quello umano e relazionale. I tirocini universitari sono un nuovo strumento ancora poco impiegato all'interno dei percorsi formativi universitari e soprattutto nell'ambito scolastico e della pubblica amministrazione, che invece ne potrebbero trarre grande giovamento grazie al contributo di lavoro, competenze, idee e di entusiasmo che gli studenti universitari, alla fine del loro percorso formativo, sono in grado di dare.

 
 

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