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Recensione podcast “Quid”

Cellulare con una freccia che indica le cuffie e l'immagine del podcast "quid"


A cura di Claudia Cantice.  

Il podcast “Quid”, condotto dai giornalisti Paolo Armelli e Daniele Biagi, ha come titolo la sincrasi di “Queer Identities” -identità queer. Il fulcro è proprio approfondire le tematiche legate alle identità sessuali e alla cultura LGBTQ+ attraverso riflessioni scaturite da eventi di attualità, così come da eventi storici di cui vengono riprese le fila per comprendere le origini di esperienze che vanno sotto l’ombrello queer. Termine nato per additare negativamente le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ che significa strano, stravagante, ma di cui le persone stesse della comunità si sono riappropriate per inneggiare -contrariamente all’eccezione negativa iniziale- alla bellezza del loro essere libere, diverse, proprio perché sé stesse.
Pur non intaccando la complessità delle tematiche trattate e non tralasciando gli effetti negativi di pregiudizi e stereotipi di genere che impattano sulla vita delle persone LGBTQ+, questo podcast -come definito dagli stessi autori- si può configurare come un “aggregatore di tematiche positive e storie edificanti” che ricalca la storia dei movimenti di liberazione sessuale e dellɜ esponenti che si sono fattɜ portavoce del cambiamento socio-culturale, nominando fra lɜ tantɜ Mario Mieli e Porpora Marcasciano (delle cui storie, tra l’altro, abbiamo fatto un affondo in un articolo della newsletter del mese precedente, che potete trovare qui), riallacciando le loro battaglie alle istanze e rivendicazioni odierne.
Questo collegamento tra passato e presente, tra storia e attualità, in una chiave estremamente contemporanea, è reso esplicativo dagli interventi finali della stessa Porpora Marcasciano, che partecipa ad ogni puntata del podcast con quelle che sono definite “pillole puntuali e fulminanti” riguardanti l’argomento di discussione della puntata. Il podcast si articola in due stagioni: nella prima gli episodi riguardano spiegazioni e riflessioni degli autori su eventi come l’impatto dell’emergenza sanitaria e del lockdown sulla comunità LGBTQ+, nel primo episodio del maggio 2020, oppure su argomenti più generali come la nascita di realtà associazionistiche o la maggiore rappresentazione del mondo LGBTQ+  all’interno di materiali audiovisivi quali le serie tv. 
La seconda stagione si anima con la partecipazione di ospiti all’interno di ciascuna puntata, grazie allɜ quali si approfondiscono diversi aspetti e sfumature delle esperienze LGBTQ+: dal processo di coming out di cui l’attivista transgender Francesco Cicconetti riporta la sua storia; al superamento del binarismo di genere con la testimonianza di Gabe, persona non binary; al racconto del mondo drag con la drag queen Priscilla (al timone della versione italiana del programma televisivo "Drag Race"), passando per l’analisi linguistica della schwa, procedimento attraverso il quale si rende la lingua italiana maggiormente inclusiva, grazie al confronto in puntata con Vera Gheno - sociolinguista che ha proposto tale procedimento. Insomma, è evidente come questo podcast sia l’occasione per ascoltare informazioni e riflessioni su tali tematiche da coloro che le vivono sulla propria pelle, a cui viene finalmente dato lo spazio di cui necessitano per parlare di sé stessɜ in prima persona, ampliando la prospettiva d’osservazione e creando un contesto divulgativo e d’apprendimento chiaro e onesto.    

 

 

 

 
 

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