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Intervista alla Professoressa Amodeo: inizio e fine del progetto europeo Xenia, in vista del Convegno del 9 Dicembre 2022

Prof.ssa Anna Lisa Amodeo, Coordinatrice del Progetto XENIA, mentre lavora al pc


 A cura di Claudia Cantice, Emilia De Simone, Armando Brianese.  

Il 9 dicembre 2022 è in programma il Convegno internazionale “Processi di inclusione, valorizzazione delle differenze e contrasto alle discriminazioni nei contesti universitari”, presso il Complesso di San Marcellino e Festo, a Napoli. Il Convegno vedrà la condivisione e diffusione dei risultati di questi tre anni di ricerca del progetto europeo “XENIA: He Inclusiveness Index”, finalizzato alla creazione di un indice che misuri l’inclusione all’interno delle istituzioni universitarie dei partner del consorzio: Spagna, Irlanda, Grecia, Slovenia e Italia, in rappresentanza della quale è presente il Centro di Ateneo SInAPSi, nel ruolo di capofila del progetto. In occasione del lancio del progetto era stata realizzata un’intervista alla Professoressa Anna Lisa Amodeo, Coordinatrice scientifica del progetto, per conoscere i presupposti da cui era partito il progetto, i suoi obiettivi e le possibili implicazioni future. Alla fine di questo percorso, durato tre anni, abbiamo realizzato nuovamente un’intervista con la Prof.ssa Amodeo per conoscere lo stato dell’arte, confrontare aspettative e risultati e porre l’accento sui frutti di questa collaborazione interdisciplinare e internazionale.    

Emilia:
Prima del lancio di Xenia, rilasciò un’intervista (https://www.sinapsi.unina.it/xeniaintervista_bullismoomofobico) dove raccontava l’idea da cui era partito il progetto, i suoi obiettivi e concludeva interrogandosi sulle prospettive future e le possibili implicazioni dei risultati del progetto. Al tempo si domandava: “Studiamo l’inclusione, ma riusciamo a promuoverla all’Università?”. Nel corso di questi tre anni, in che modo sente che Xenia abbia puntato il faro sulla questione dell’inclusione nell’ateneo federiciano?  
Prof.ssa Amodeo: Xenia si è distinto come strumento per promuovere l’inclusione; da un lato perché è stato costruito da un consorzio europeo che ha visto la partecipazione di vari esperti scientifici coinvolti nella progettualità e nell’esecuzione del progetto finanziato, dall’altro perché ha richiesto il contributo continuo e partecipato delle associazioni studentesche. Tant’è che saranno proprio gli studenti e le studentesse a fare parte del convegno finale. Xenia è stata come una parola chiave che è subito girata all’interno dell’Ateneo per fare in modo che ci fosse un’attenzione costante rispetto a quelle dimensioni che possono ostacolare l’inclusione e quelle che invece possono favorire l’inclusione degli studenti e delle studentesse LGBTQIA+. Tutto questo, poi, ha preso effettivamente corpo dentro il contenitore Antenne Satelliti: tale percorso è stato in qualche modo il setting all’interno del quale le associazioni si sono incontrate con noi di SInAPSi e in un certo senso, simbolicamente, con la partnership del progetto. Consideriamo uno dei risultati, degli output di questa azione il fatto che sia nato all’interno di questo spazio un gruppo costituito da studenti e studentesse dell’ateneo federiciano, ovvero il gruppo policy, che ha presentato una normativa all’Ateneo per la revisione del dispositivo della carriera alias. Come dicevo, studenti e studentesse parteciperanno attivamente al convegno; si sono fatti promotori e promotrici di alcuni temi che afferiscono agli obiettivi dei tre gruppi di lavoro e inoltre, contribuiscono alla Call for Voice, iniziativa che ha proprio come obiettivo quello di dare spazio alla voce degli studenti e delle studentesse dell’Ateneo rispetto ai temi di Xenia.  

Claudia:
Le volevo chiedere se può condividere con noi, nel caso ci siano state, le principali difficoltà riscontrate lungo il corso del progetto? 
Prof.ssa Amodeo: Sicuramente una delle principali difficoltà è stata mettere insieme contesti diversi, in quanto la partnership è formata sia da organizzazioni universitarie che da associazioni studentesche e far dialogare persone del mondo accademico con persone provenienti dalle associazioni non sempre è stato del tutto lineare. Tuttavia, proprio il dialogo e il confronto sono diventati una risorsa per la creazione dell’indice di Xenia, costituito sia da una matrice obiettiva (es. quali servizi offre realmente l’Università) che da una survey, costruita allo scopo di andare a ricavare la percezione di studenti e studentesse del nostro Ateneo rispetto al livello di inclusione. Ne è venuto fuori uno strumento che potrebbe essere veramente internazionale e quindi applicabile ai diversi contesti universitari europei, nonostante ci siano inevitabilmente delle differenze da diversi punti di vista. Abbiamo lavorato per uno strumento che potesse essere utilizzato sia per ricavare dei dati obiettivi ma anche dei dati soggettivi e far veramente fittare queste due risultanze in un unico fattore che potesse comunque conservare le specificità di due strumenti che hanno delle strutture e degli obiettivi diversi: dato obiettivo e dato soggettivo.  

Emilia:
Se permette abbiamo una domanda più personale. In che modo sente di aver fatto tesoro dell’esperienza di conoscenza e di scambio con altre culture universitarie nell’ambito della collaborazione interistituzionale europea dei partner del consorzio XENIA?  
Prof.ssa Amodeo: Il tesoro più grande è il fatto che da Xenia siano nate delle nuove collaborazioni e delle nuove proposte progettuali da implementare con i colleghi con cui è stato creato lo strumento. C’è il desiderio di continuare a collaborare insieme, anche se bisogna mantenere sempre l’attenzione ai contesti che sono differenti, chiaramente il contesto partenopeo è molto diverso, ad esempio, dal contesto greco, forse più simile per certi aspetti a quello spagnolo, ma con delle grosse differenze rispetto a quello irlandese. Quindi il tesoro più grande è la possibilità di dialogare e pensare da prospettive anche diverse, non soltanto per nazionalità, ma anche perché la partnership è interdisciplinare, quindi non siamo tutti psicologi, anzi. Si tratta di lingue diverse, di culture scientifiche diverse, non soltanto delle culture geografiche e sociali diverse. Questo è stato sicuramente un arricchimento dal punto di vista scientifico, ma direi anche personale: è rimasta la voglia di continuare a lavorare insieme e pensare nuove cose insieme.  

Claudia:
Quale crede che sarà l’impatto del Convegno del 9 dicembre, in occasione del quale sarà concentrato il lavoro di questi 3 anni di ricerca, e pertanto, finalmente, le conoscenze ed il sapere acquisiti saranno diffusi ad ampio raggio?  
Prof.ssa Amodeo: Il convegno è, in qualche modo, il battesimo dell’indice Xenia. Verrà presentato lì e, poi, licenziato a fine progetto, cioè dopo circa un mese. Quindi il convegno è, come dire, un’uscita pubblica. L’Ateneo federiciano, insieme ai partner europei, presenta il prodotto di 3 anni di lavoro e lo presenta alla comunità scientifica, ma la cosa - secondo me - più importante è che lo presenta insieme alla comunità scientifica e, in particolare, alla comunità studentesca del nostro Ateneo che crede in questo lavoro, crede nella necessità di attivare una riflessione e creare degli strumenti per poterci migliorare. Direi che il contributo più importante dell’indice Xenia non sta nel permettere di dire chi sono gli atenei più buoni, più virtuosi e gli atenei meno buoni, e quindi di dare delle medaglie, ma di aiutare gli Atenei a capire quali sono le aree da migliorare. E quindi, il convegno sarà un battesimo: come quando nasce un bambino e poi lo presenti alla tua famiglia durante la celebrazione. È così, io me lo immagino in questo modo. E sono contenta che ci sia stata una risposta da parte delle nostre associazioni studentesche e una disponibilità a presentarlo insieme a noi.  

Claudia:
Crede che questo possa essere da esempio per le altre istituzioni universitarie del territorio campano ed anche, più largamente, italiano?  
Prof.ssa Amodeo: Assolutamente, ma anche europeo. È però un lavoro impegnativo, di grande pazienza, di grande fatica, certosino perché il networking che si è costruito è fatto da persone. I nodi di questo networking sono le persone che costituiscono l’organizzazione e, a volte, creare legami tra loro non sempre è facile, preservando le differenze e le specificità di ognuno, ma andando avanti con un obiettivo comune. Io credo che Xenia possa costituire una buona pratica per i nostri atenei per fare in modo che la governance sia fatta insieme agli studenti. Governance intesa come strategia di gestione e di monitoraggio che coinvolga studenti e studentesse.  

Claudia:
Sulla base di quello che ha detto volevo condividere con lei che durante il flash mob per la Giornata del 25 novembre, realizzato questa mattina al Dipartimento di Scienze politiche con la partecipazione di alcune delle associazioni coinvolte nel progetto Xenia, è stato nominato il Convegno del 9 dicembre proprio come opportunità per dialogare tra istituzioni e studenti e studentesse.  
Prof.ssa Amodeo: Questo è un risultato di grandissimo valore simbolico per Xenia, ed è molto bello perché un progetto che ha come obiettivo quello di costruire un indice tramite un algoritmo poteva essere immaginato, pensato e realizzato come un progetto freddo; invece c’è stata la partecipazione attiva di molte associazioni. E gran parte del risultato raggiunto lo si deve al lavoro del Centro SInAPSi e al suo impegno di diffusione di buone pratiche.

 

 

 

 
 

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