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La visibilità lesbica attraverso il coming out.

Due attrici lesbiche che si tengono per mano


A cura di Giovanna Castaldo.

Il 26 aprile è la giornata della visibilità lesbica. Una giornata forse poco conosciuta, ma fondamentale se pensiamo agli stereotipi che accompagnano le donne lesbiche o al rischio di invisibilità che portano con sé. Spesso, infatti, non viene dato il giusto riconoscimento alla “L” del mondo LGBT+, forse perché vivere in una società sessista e patriarcale porta con sé il rischio di porre le donne in secondo piano rispetto alla loro controparte maschile, anche nella comunità LGBT+.
Il problema della (in)visibilità lesbica può essere affrontato tramite il coming out di celebrità che possono fare da esempio, per infondere forza e coraggio nell’affermazione della propria identità. “Coming out” è l’espressione che viene utilizzata per indicare la scelta di condividere apertamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. Si è spesso dibattuto sull’importanza di dichiarare pubblicamente la propria identità sessuale o mantenerla privata. Possiamo affermare che il bisogno di fare coming out sia legato al fatto di vivere in una società profondamente omofoba, eterosessista ed eteronormativa. In una società eteronormativa, infatti, dove si dà per scontato che il proprio interlocutore sia una persona eterosessuale, il coming out diventa necessario, come atto di liberazione e di autoaffermazione. Anche il coming out è stato spesso declinato al maschile. È facile richiamare alla memoria celebrità dichiaratamente gay, un po’ meno facile pensare a donne lesbiche del mondo del cinema o dello spettacolo.
Uno dei primi e forse più noti coming out è stato quello di Ellen DeGeneres, presentatrice americana che nel 1997, con la famosa copertina del Time e tramite un’intervista con Oprah Winfrey, dichiarò di essere lesbica. Il suo coming out coincise con quello della protagonista della sitcom di cui era protagonista, “Ellen”, mostrando per la prima volta la protagonista di una serie tv che affermava di essere lesbica, cosa che ebbe un grande impatto non soltanto nella serialità televisiva, ma anche nella società americana. Anche molte attrici sono dichiaratamente lesbiche. La stessa Ellen DeGeneres è sposata dal 2008 con l’attrice australiana Portia de Rossi. Jodie Foster, durante il suo discorso alla cerimonia dei Golden Globe del 2013, ringraziò la sua ex-compagna, Cydney Bernard, con cui ha avuto due figli.
Kristen Stewart, attrice nota per la saga “Twilight”, dopo alcune perplessità nel condividere la sua vita privata ha dichiarato: «Ho pensato: “Se lo nascondessi sarebbe come lasciare intendere che è una cosa di cui mi vergogno”. Quindi ho dovuto cambiare il modo in cui mi comporto in pubblico. Ha aperto la mia vita e sono molto più felice.» Se nel mondo dello spettacolo abbiamo forse più esempi di donne che vivono apertamente la propria vita sentimentale, nel mondo dello sport fare coming out è ancora considerato un tabù.
Ha però pensato di farlo nel modo più naturale possibile Paola Egonu, giocatrice della Nazionale italiana di volley. «Cosa hai fatto subito dopo l’argento?», le è stato chiesto in un’intervista al “Corriere della Sera”. «Sono tornata in albergo – ha risposto – e ho chiamato la mia fidanzata. Piangevo e lei mi ha consolata, mi ha detto che le sconfitte fanno male, ma sono lezioni che vanno imparate. E che ci avrei sofferto, però, poi, sarei stata meglio». Quando le hanno fatto notare che aveva espresso di avere una fidanzata, con molta tranquillità ha risposto: «Infatti, lo trovo normale». Anche Rachele Bruni, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016 nel nuoto di fondo, dedica dopo la vittoria delle parole alla sua compagna: «Ho dedicato il mio argento anche a Diletta: non ho mai fatto coming out ma non mi sono neanche mai preoccupata dei pregiudizi. Io vivo la mia vita con naturalezza. Dite che ci vuole coraggio? Non lo so, so solo che mi è venuto naturale pensare alla mia Diletta. E non ai pregiudizi della gente».
I pregiudizi possono ostacolare l’espressione di un aspetto fondamentale della nostra identità. Il coming out è allora non solo una scelta personale ma anche un bisogno sociale. In una società ideale non ci sarebbe bisogno di dichiarare né di nascondere il proprio orientamento sessuale, si farebbe coming out quotidianamente, così come una persona eterosessuale fa riferimento senza problemi alla propria sfera privata. In una società in cui la norma è essere eterosessuali, invece, diviene necessario che le persone LGBT+ si rendano visibili. Il movimento di visibilità e la richiesta di diritti, confusa spesso con l’ostentazione della propria sessualità, avviene per avanzare un riconoscimento, per esprimere bisogni che per anni non potevano essere espressi, ma che oggi vanno ascoltati e rispettati.
La richiesta di visibilità, che si manifesta anche tramite il coming out e tramite giornate come la giornata della visibilità lesbica, rappresenta un movimento di rivendicazione di diritti che le persone stanno iniziando ad avanzare.
Dobbiamo combattere per fare in modo che la società non preveda solo una norma eterosessuale ma che riconosca che ci sono persone differenti, con lo stesso diritto di esprimere la propria identità liberamente. In un futuro, che speriamo non sia troppo lontano, vivremo in una società in cui non sarà scontato che tutte le persone siano eterosessuali, ma finché le persone LGBT+ saranno persone impreviste sarà necessario che facciano coming out.  

 

 

 

 
 

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