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Transizioni Familiari, genitorialità e assetto giuridico.

Immagine di due persone trans che mostrano le loro foto di com'erano prima della transizione


A cura di G.Benitez.  

Troppo frequentemente ed infondatamente, le persone transessuali (al pari delle persone omosessuali e bisessuali) sono state ritratte come persone affette da uno specifico «disturbo mentale», inadeguate a costruire relazioni di coppia e incapaci di conservare legami familiari stabili. In Italia, la genitorialità non biologica, al di fuori di una logica binaria, è un tema tabù. L’adozione è possibile per chiunque sia in coppia (matrimonio) con una persona di sesso opposto, o anagraficamente di sesso opposto (anche una persona transgender che ha già cambiato i documenti).
Le categorie che, ovviamente restano fuori e dunque non hanno accesso all'adozione sono le seguenti:
– persone non binary, in coppia con persona di “sesso biologico” opposto (o risultante come tale, se transgender che ha cambiato i documenti),          
– persona transgender con documenti non rettificati in coppia con persona di “sesso biologico” opposto (o risultante come tale, se transgender che ha cambiato i documenti),
– persona transgender con documenti non rettificati, in percorso medicalizzato con persona di “sesso biologico” opposto (o risultante come tale, se transgender che ha cambiato i documenti),     
– persona transgender con documenti non rettificati, in percorso non medicalizzato con persona di “sesso biologico” opposto (o risultante come tale, se transgender che ha cambiato i documenti).
La situazione italiana, in relazione alle adozioni, rende evidente sia la difficoltà per le persone transessuali ad accedere alle adozioni, che l'impossibilità di accedervi nel momento in cui non si rientra nel binarismo di genere.           
È palese che, salvo rari e precisi casi, l’adozione non è una possibilità per chi ha un’identità di genere non assimilabile a quella attesa rispetto al corpo di nascita, e questo problema riguarda anche quelle persone non transgender che si presenterebbero in modo non binario, non potendo assecondare le aspettative di una società che prevede il binarismo di genere.  
Concludiamo dunque, sottolineando che, l'adozione per persone transgender e non binary, è fuori da qualsiasi agenda politica e spesso anche fuori dai manifesti dei pride, o elaborati dalle associazioni.E’ un’istanza non sentita, non affrontata, non indagata nel modo corretto. È una questione a cui non si dà attenzione, non prevista, poiché si dà per scontato che le persone trans non desiderino figli o non siano idonee all’accesso alla genitorialità.  

 

 

 

 
 

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