A cura di Arianna D’Isanto
Quando si parla di utilizzo dei social soprattutto tra le
nuove generazioni, si tende a porre l’accento sempre di più sui rischi che si
corrono utilizzando le varie piattaforme di interazioni virtuali, piuttosto che
sulle potenzialità offerte ai nativi digitali.
Oltre che a stilare una lista di pro e contro rispetto alla
massiva presenza di questa nuova forma comunicativa e interattiva a cui oggi
siamo abituati, ci si dovrebbe concentrare sugli effetti e le ricadute che il social
web sta avendo sul delicato processo di costruzione dell’identità, soprattutto
tra i più giovani.
Quello che avviene ogni volta che si posta una foto, un
video, una gif, una canzone, una citazione è un’affermazione di sé, del proprio
modo di essere, del proprio pensiero. È un’azione che permette di definirsi
come individuo nel mondo, non solo del web.
Il processo sottostante la scelta di un determinato contenuto
da postare piuttosto che di una specifica pagina da seguire, può essere
paragonato alla scelta di un indumento da indossare o del locale in cui
incontrarsi con gli amici.
Il mondo dei social
diventa sempre più luogo di esperienze particolarmente significative che
incidono positivamente o meno sullo sviluppo identitario dei più giovani, sul
processo di autodeterminazione e definizione di sé all’interno di un contesto
sempre più ampio, che può spaventare ma anche dare coraggio.
Esempi recenti di quanto la rete possa essere un potente
strumento trasformativo, vanno raccolti su una delle neonate piattaforme social
più utilizzate dai giovani: TikTok.
In questi ultimi gironi, quelli che scorrono veloci sugli
schermi dei nostri cellulari non sono solo hashtag più cliccati o le ultime
tendenze di famose influencer, ma tante testimonianze di vita che riguardano
aspetti profondi dell’identità e della storia di coloro che si mettono a nudo
dall’altra parte dello schermo.
Coming out fatti in diretta grazie a particolari montaggi che
il programma permette di arrangiare; un’ondata di coraggio, emozioni, reazioni
ha invaso il social aprendo una finestra su temi e vissuti considerati ancora
come imprevisti, e spesso fonte di attacchi violenti che trovano sempre terreni
fertili sul web. Ma come tutto ciò che
riguarda il mondo dei social, si genera la reazione a catena e ad ogni video ne
seguono altri in cui unica protagonista è la forza di venire allo scoperto, di
essere se stessi almeno nella fluidità del web, di far sentire la propria voce
anche per la prima volta. Così, una dopo l’altra, cominciano a comparire
testimonianze di abusi, di violenze, sempre seguendo lo stile peculiare del
“tiktok”: un momento divertente, leggero, un attimo che racconta una vita,
lanciato lì tra migliaia di altri attimi, di altre vite.
Il fenomeno “TikTok” a cui abbiamo assistito negli ultimi
tempi, è indicativo di quanto i social siano sempre più parte integrante delle
esperienze di vita e non solo un luogo altro su cui restare in contatto. Sotto
la superficie di svariati contenuti, abbiamo una profondità di processi e
dinamiche dense e cariche di significati, integrate perfettamente con le
dinamiche che caratterizzano altre esperienze di vita, libere dai meccanismi
dei social ma simili per funzioni e finalità. Ciò che è avvenuto negli ultimi
tempi deve lasciare spazio ad una riflessione importante: i ragazzi vivono lo
spazio virtuale come luogo sicuro, nonostante gli attacchi, i commenti, le
reazioni a cui ci si espone in questi casi. Molte persone hanno considerato il
social come lo strumento più idoneo per vivere un’esperienza intensa che
riguarda parti più intime di sé. Questo fenomeno non può rientrare nel
calderone della moda, dell’ultima tendenza a cui si aderisce senza riflettere,
ma merita più attenzione e un attento studio.
Quelle che emergono sono
testimonianze connotate emotivamente che possono cambiare il modo di percepirsi
e di percepire chi ci circonda; esperienze che aprono crepe da cui è possibile
iniziare ad intravedere un’altra faccia del social: non più demone da cui difendersi,
ma ulteriore opportunità in un mondo complesso e complicato, in cui però si fa
strada la vera tendenza del momento: essere se stessi.