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Tu ti senti al sicuro?

In alto a sinistra un cuore circondato da mani, in basso a destra e sinistra donne che attraversano strade


A cura di Alessandra Arena, Damiano Caputo, Mariano Petricciuolo.

Nel realizzare questo contenuto abbiamo utilizzato la schwa, un carattere neutro che, non rimandando a nessuna connotazione di genere, possa far sentire ogni persona inclusa. 
Nel testo troverai una “e” minuscola capovolta, per il singolare, e un simbolo che ricorda il numero “3”, per il plurale; nella riproduzione vocale il suono è muto, per cui le parole suoneranno troncate.
Questa scelta rappresenta il nostro tentativo di tenere insieme inclusione ed accessibilità.
 

Uno sguardo attento alla realtà delle donne che attraversano gli spazi pubblici da sole rivela un quadro preoccupante. Una recente ricerca condotta da Europe Assistance Italia in collaborazione con BVA Doxa ha messo in luce un dato allarmante: circa il 70% delle donne italiane considera inefficaci le attuali misure di protezione e sicurezza.      
Il timore per la propria incolumità influisce profondamente sulla vita di molte donne. Il 35% non si sente adeguatamente protetto nel proprio ambiente quotidiano, mentre il 14% vive con una costante preoccupazione. I dati non mentono: il 59% delle donne intervistate ha dichiarato di aver subito almeno un episodio di violenza. E le forme di violenza sono molteplici: dallo stalking alle molestie sessuali, dalle aggressioni fisiche alle violenze psicologiche.           
Un aspetto cruciale emerso dalla ricerca è la differenza nella percezione della sicurezza tra uomini e donne. Le donne, infatti, tendono a vivere gli spazi pubblici in modo diverso, spesso influenzate da un paradigma securitario che accentua la percezione di pericolo e insicurezza. Questo paradigma, alimentato da narrazioni che enfatizzano la necessità di interventi emergenziali anziché strutturali, contribuisce a erodere la fiducia nelle istituzioni.           
La questione della sicurezza nelle strade non riguarda solo le donne, ma coinvolge anche le persone della comunità LGBTQIA+. Queste persone possono vivere un'esperienza di maggiore vulnerabilità e insicurezza negli spazi pubblici, sia di giorno che di notte, a causa della discriminazione e delle minacce legate alla loro identità di genere o orientamento sessuale. Le persone LGBTQIA+ spesso affrontano discriminazioni, molestie verbali e fisiche, e persino violenze più gravi solo per essere sé stesse. La mancanza di sicurezza nelle strade rappresenta un grave problema che limita la loro libertà di movimento e compromette il loro benessere emotivo e psicologico.           
È fondamentale promuovere una cultura di rispetto, accettazione e uguaglianza, educando le persone a comprendere e rispettare le diverse identità di genere e orientamenti sessuali.
Le conseguenze di questa percezione di insicurezza non si limitano alla sfera personale, ma influenzano anche la vita quotidiana delle donne e delle persone che appartengono alla comunità LGBTQIA+. Moltɜ evitano di frequentare zone considerate pericolose, di interagire con persone sconosciute, o addirittura di uscire da solɜ di notte. Queste precauzioni possono limitare la libertà e l'autonomia di moltɜ, restringendo le loro possibilità di partecipare pienamente alla vita sociale e economica della comunità.
Per affrontare il problema della sicurezza nello spazio pubblico è necessario non solo implementare misure di protezione più efficaci, ma anche lavorare per promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza di genere.
Educare alle relazioni sane e al rispetto reciproco fin dalle prime fasi del percorso educativo potrebbe contribuire a creare una società più inclusiva e sicura per tutte le sue componenti. Solo così potremo costruire città e comunità in cui le donne possano sentirsi veramente al sicuro mentre attraversano gli spazi pubblici.

 

 

 

 
 

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