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Contrastare l'Omolesbobitransfobia: Iniziative e Sostegno per una Società Inclusiva

In basso ci sono tante mani con bandiere arcobaleno, a sinistra c'è una foto di persone con simboli rainbow, a destra c'è un grattacielo con due persone che si prendono per mano, in  alto a sinistra c'è una mano chiusa in un pugno


A cura di Alessandra Arena, Damiano Caputo, Mariano Petricciuolo.

L'omolesbobitransfobia si riferisce all'odio, alla denigrazione, ai pregiudizi nei confronti di persone omosessuali, bisessuali, transgender, non binarie e gender diverse. Questo atteggiamento discriminatorio può manifestarsi in molteplici forme, tra cui violenza fisica e verbale, bullismo, esclusione sociale e discriminazione a livello istituzionale.
Le conseguenze dell'omolesbobitransfobia sono gravi e possono compromettere significativamente la salute mentale e fisica delle persone LGBTQ+, le quali possono sperimentare ansia, depressione, isolamento sociale e, in casi estremi, pensieri suicidari. Secondo uno studio dell'Unione Europea, circa il 43% delle persone LGBTQ+ ha subito molestie o discriminazioni nell'ultimo anno.
Questa discriminazione si insedia in tanti contesti come ad esempio nelle scuole, lɜ studentɜ LGBTQ+ spesso affrontano bullismo omofobico e transfobico, che può portare a scarsi risultati scolastici e abbandono scolastico precoce. Per combattere l'omolesbobitransfobia nelle scuole, è essenziale implementare politiche di inclusione e sensibilizzazione. Queste possono includere programmi che educano e promuovono il rispetto per tutte le identità di genere e orientamenti sessuali, la formazione del personale scolastico su questioni LGBTQ+, e l'istituzione di gruppi di supporto per studentiɜ LGBTQ+.
Un contesto, vissuto in modo particolarmente doloroso, in cui si sperimenta l'omolesbobitransfobia sono le famiglie. Moltɜ giovanɜ LGBTQ+ vengono rifiutatɜ dai loro genitori a causa del loro orientamento sessuale o identità di genere, con alcunɜ che vengono addirittura cacciatɜ di casa. Secondo il Trevor Project, il 40% dellɜ giovanɜ senzatetto negli Stati Uniti è LGBTQ+, e la maggioranza di essɜ è stata espulsa dalle loro famiglie a causa della loro identità.
Un esempio significativo di iniziativa contro la discriminazione è il Consultorio InConTra, istituito presso l'ASL Napoli 3 Sud in collaborazione con il Centro di Ateneo SInAPSi dell'Università Federico II di Napoli. Dal 1 dicembre 2019, questo spazio offre accoglienza,supporto psicosociale per le persone transgender e non binarie (TINB).  Daniela Lourdes Falanga, ha promosso l'idea di uno spazio accogliente, che è stato poi realizzato grazie alla collaborazione con la Dott.ssa Di Lorenzo dell'ASL e la Prof.ssa Amodeo del SInAPSi. È il primo consultorio in Italia a offrire gratuitamente servizi fondamentali per le persone TINB, inclusi il rilascio di relazioni psicodiagnostiche per percorsi di transizione medico-legale.  
L'omolesbobitransfobia è una realtà che continua a colpire molte persone LGBTQ+ in Italia e nel mondo. Tuttavia, attraverso iniziative come il Consultorio InConTra, è possibile fornire supporto concreto e promuovere una maggiore consapevolezza e accettazione. Le scuole, le università, le famiglie e la società nel suo complesso devono lavorare insieme per creare un ambiente inclusivo e rispettoso per tuttɜ, indipendentemente dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere.
Per info sul Consultorio InConTra, è possibile inviare una mail all’indirizzo consultorio.incontra@aslnapoli3sud.it

 

 

 

 
 

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