A cura di Francesca
Diletta Iavarone.
Di
frequente, è possibile riscontrare false credenze circa la “compatibilità” tra
orientamento sessuale e credo religioso: “Se sei omosessuale non puoi essere
credente!” e devi scegliere, possibilmente, da che parte stare. Se in una
società facciamo dialogare posizione eteronormativa e fanatismo religioso, che
al contrario risultano evidentemente compatibili, rischiamo di creare un’ottima
ricetta per una bomba esplosiva, che tenta di declassare completamente l’intera
comunità LGBT+. Le Sacre Scritture, nel corso del tempo, hanno subìto diverse
modificazioni attraverso la loro interpretazione da parte delle istituzioni
ecclesiastiche, dando vita a varie denominazioni cristiane (tra cui il
cattolicesimo) che erano costituite da proprie specifiche strutture e teologie.
Talvolta, però, le diverse interpretazioni sono state prese a pretesto per
affermare posizioni discriminatorie nei confronti di realtà ritenute innaturali,
non previste dal disegno divino, inducendo a pensare, in una parte consistente
di popolazione, che le stesse non fossero legittimate ad avere pari
opportunità. Spesso e volentieri, ad essere utilizzato per portare avanti
considerazioni di stampo omofobico è il Levitico, terzo libro della Torah
ebraica e della Bibbia cristiana, che secondo la tradizione fu scritto da Mosè
in persona. È composto da ventisette capitoli, scritti in ebraico, in cui
vengono riportate le leggi religiose e sociali a cui dovevano rifarsi sacerdoti
e leviti (membri della tribù di Levi), per far in modo che Dio e popolo
potessero convivere. Questo libro è centrale per comprendere la dimensione
etica e sociale della cultura ebraica delle origini, che precedeva la vita di
Gesù, rientrando così in ciò che oggi viene definito Antico Testamento.
Malgrado la Chiesa cattolica non segua alla lettera le norme citate nell’Antico
Testamento, rifacendosi piuttosto al Nuovo, si può incorrere in una
parte di credenti che richiama quelle scritture a proprio vantaggio, tentando
di avvalorare la tesi di inammissibilità delle relazioni omosessuali. Cosa c’è scritto nel Levitico a riguardo? Vi cito giusto
qualche passo, tra i più famosi:
- Levitico 18, 22
Non avrai con maschio relazioni che si hanno con una donna: è abominio
- Levitico 20, 13
Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno
commesso un abominio; il loro sangue ricadrà su di essi.
Ovviamente non viene utilizzato il termine omosessualità, ma
ci capiamo. Essa viene definita abominio, come qualcosa di disprezzabile, e
rappresentò, secondo alcune letture successive, uno dei peccati per cui Dio
decise di distruggere le città gemelle di Sodoma e Gomorra, menzionate nella
Genesi per il loro peccato flagrante. Questo passo viene notoriamente
utilizzato per confermare l’omosessualità in quanto peccato e, in sintesi, la
storia è questa: Sodoma, oltre che ad essere confortevole, veniva ritenuta da
Dio una città piena di malvagità, al punto da decidere, riferendolo ad Abramo,
di distruggerla. Dopo che i due fecero una contrattazione, in seguito la
proposta di Abramo di risparmiare la città a patto di trovare un numero di
persone giuste, vennero inviati due angeli sul posto a valutare la situazione.
Quando questi arrivarono, il guardiano Lot li ospitò in casa sua, non
immaginando fossero angeli. La stessa sera, gli abitanti del posto, credendo
come Lot che i due fossero uomini, si radunarono invece fuori alla sua porta
con il tentativo di possederli sessualmente. Lot offrì le sue figlie vergini,
ma gli abitanti persistevano nel loro obiettivo, finché i due angeli non
permisero a Lot e alla sua famiglia di scappare. Il giorno seguente scese un
fuoco dal cielo, distruggendo la città e chi ci viveva.
Le interpretazioni più diffuse basano la decisione di Dio di
punire la città sul peccato di omosessaualità che dilagava nella città di
Sodoma. Altre, invece, analizzando più punti di questo passo, la attribuiscono
ad altre motivazioni, avvalorate dalla chiarezza del linguaggio che viene
utilizzato. Per aiutarci ad esplicitare le imprecisioni che caratterizzano le
diverse interpretazioni, ci può sicuramente venire in soccorso il sito di
“Progetto Gionata – Portale su fede ed omosessualità”, che mette alla luce
diverse imprecisioni, come il sesso delle persone radunatesi fuori alla porta,
che non era esclusivamente maschile poiché menzionava “la popolazione intera”,
fatta di uomini, donne e bambini. Ma c’è ancora un’altra lettura, che si
discosta dalla più diffusa sull’omosessualità e che non c’entra niente con
essa. Mauro Biglino, studioso, esperto di storia delle religioni e traduttore
di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, fa notare che la vera
regione è proprio esplicitata nel Deuteronomio, quinto libro della Torah
ebraica: “Perché il Signore ha trattato così questo paese? Perché l'ardore di
questa grande collera? 24 E si
risponderà: Perché hanno abbandonato l'alleanza del Signore, Dio dei loro
padri: l'alleanza che egli aveva stabilita con loro, quando li ha fatti uscire
dal paese d'Egitto; 25 perché sono
andati a servire altri dèi e si sono prostrati dinanzi a loro: dèi che essi non
avevano conosciuti e che egli non aveva dato loro in sorte. 26 Per questo si è accesa la collera del
Signore contro questo paese, mandandovi contro tutte le imprecazioni scritte in
questo libro; 27 il Signore li ha
strappati dal loro suolo con ira, con furore e con grande sdegno e li ha
gettati in un altro paese, come oggi”.
Insomma, anche in questo caso non si
identifica l’omosessualità come peccato.
Se oggi si volesse far fede al Levitico, il dibattito sui diritti LGBT+ sarebbe
accompagnato da molti altri che, probabilmente, sarebbero ritenuti assurdi
dagli stessi promulgatori di posizioni omotransfobiche:
- Levitico15,25
La donna che ha un flusso di sangue per molti giorni, fuori del tempo delle
regole, o che lo abbia più del normale sarà immonda per tutto il tempo del
flusso, secondo le norme dell'immondezza mestruale.
- Levitico11,42
Di tutti gli animali che strisciano sulla terra non ne mangerete alcuno che
cammini sul ventre o cammini con quattro piedi o con molti piedi, poiché sono
un abominio.
- Levitico 11,27
Considererete immondi tutti i quadrupedi che camminano sulla pianta dei
piedi; chiunque ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla sera.
Sono
solo una piccolissima parte di tutte le raccomandazioni che vi sono riportate
e, in generale, ciascuna sarebbe passibile di interpretazione. Come dicevamo,
ogni ramificazione religiosa, in diversi periodi storici, ha posto l’attenzione
a specifici temi, promuovendo e dando più rilevanza a ciò che riteneva
spiritualmente ed eticamente “giusto”; facendolo attraverso delle
interpretazioni, dunque, da cui l’essere umano non può prescindere, perché ogni
esperienza, ogni cosa che vede, ogni cosa in cui crede, lo attraversa,
arricchendola di elementi propri, che non restano oggettivi. Non si può
presumere, quindi, che le stesse Sacre Scritture siano percorribili con oggettività,
ma si può immaginare che siano attraversate dagli umani e dal loro bisogno di
leggerci dentro attraverso il proprio vissuto, rispecchiando, al contempo, il
contesto di appartenenza: in una cultura eteronormativa, le Sacre Scritture
terranno il passo. D’altronde, anche Adamo ed Eva, nella storia, sono stati
rispettivamente interpretati attribuendogli il ruolo di uomo e donna, malgrado
l’origine etimologica ebraica di Adam sembra derivi da uomo in quanto
essere umano, con un suo corrispettivo femminile, Adamah, che sta per
terra; assumere come vera questa etimologia, come immaginerete, potrebbe
comportare conseguenze diverse nelle varie interpretazioni che si sono
susseguite nel tempo, probabilmente anche relative all’identità di genere.
Se
oggi l’interpretazione più diffusa delle Sacre Scritture induce ad allontanare,
marginalizzare, negare, delegittimare, piuttosto che avvicinare il prossimo,
non tanto Dio ma l’essere umano, che professa una fede, sembra ancora lontano
dall’assumersi la responsabilità dell’esistenza, propria e altrui. Sentire una
responsabilità nei confronti dell’altro, farsene carico, significa anche avere
riguardo della sua fede, prescindendo da una randomica e presuntuosa
attribuzione di peccati che, se ci si basasse integralmente sulle norme del
Levitico, oggi coinvolgerebbe tutt* noi, indiscriminatamente.
Nietzsche ci
insegna, "non esistono
fatti puri, ma solo interpretazioni,
cioè fatti interpretati dai soggetti umani" e anche le Sacre
Scritture continuano ad esistere attraverso la mutevolezza degli umani e della
loro cultura.
Ultimamente,
Papa Francesco, che gioca un ruolo fondamentale, smuovendo le masse in quanto
guida, si è espresso positivamente sulle unioni civili tra persone omosessuali,
dichiarandosi favorevole: “sono figli di Dio ed hanno diritto a una famiglia”.
In attesa di
trasformazioni importanti, mi chiedo, fin dove ci si può spingere, se di questo
si tratta, nell’interpretare i diritti inalienabili di un essere umano?
Intanto, spero
che questo articolo ti abbia dato qualche piccolo spunto di riflessione, magari
di dialogo, per rispondere proponendo anche un’altra storia quando tu,
omosessuale e credente, ti farai un segno della croce. Ma pure se non te la
fai, che la fede sia profondamente tua e di nessun altro.