A cura di Armando Brianese.
Un intero popolo che piange per il proprio “emblema”,
l’apice del potere britannico che ha il suo cuore pulsante nella Corona reale.
Ci ha lasciato così - lo scorso 8 settembre - alla veneranda età di 96 anni,
dalla residenza scozzese di Balmoral, la regina Elisabetta II, “The Queen” così
com’è conosciuta nella sua terra d’origine ed in giro per il modo. Una figura
dalla spiccata personalità, che ha accompagnato il proprio popolo dal trono per
ben 70 anni.
Una donna carismatica la cui dote maggiore era quella di prendere davvero a cuore
le sorti del suo popolo, che annovera: Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda
del Nord, ma soprattutto di prendere “per mano” le sorti dei più deboli e delle
minoranze di ogni tipo senza alcun pregiudizio e condividendo negli anni delle
lotte di civiltà che hanno portato a risultati insperati.
Circolata la notizia, un arcobaleno ha colorato il cielo tanto sopra Buckingham
Palace quanto sopra il castello di Windsor nelle ore più buie. L’arcobaleno è
di tutti ma è anche il simbolo di un movimento che ha visto nella Regina una
sovrana attenta ai diritti delle persone LGBTQ+.
Nel 2021 Elisabetta II si schierò contro le cosiddette «terapie riparative», o
di riconversione sessuale. Sono le pratiche antiscientifiche che ritengono
modificabile l’orientamento sessuale.
Nel giugno
del 2018, durante il Pride Month, indossò un cappellino fucsia durante il
Ladies Day al Royal Ascot, ma un dettaglio tutt’altro che trascurabile riuscì a
captare l’attenzione dellɜ giornalistɜ, «I piccoli, quasi impercettibili dettagli
arcobaleno delle roselline decorative.».
Nel 2017, durante un'audizione in Parlamento passata alla storia, si schierò
contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.
Il 2013 fu, invece, l’anno dell’approvazione del matrimonio egualitario: la
Regina passò agli annali dell'egualitarismo e dei diritti apponendo il proprio
timbro di approvazione sulla norma che legalizzava le nozze tra persone dello
stesso sesso nel Regno Unito, in particolare in Inghilterra e Galles. Il
«Marriage Bill» diede così la possibilità alle coppie omosessuali di celebrare
la propria unione sia con rito civile sia mediante uno religioso.
Andando indietro negli anni, è da menzionare la conversione in legge
dell’abolizione del reato di omosessualità nel 1967.
Un’ultima data, importante sul piano simbolico per la comunità arcobaleno, è il
24 febbraio 1998 quando la Regina nominò Baronetto Elton John per il suo
contributo alla musica ed al contrasto all’Aids.
Elisabetta II ha saputo cogliere il meglio dei mutamenti storici e sociali dando
il suo contributo per la realizzazione dei diritti di ciascunə, sempre in primo
piano nella lotta contro le discriminazioni e come modello di modernità per
tutte le donne che negli anni l’hanno seguita come regina, donna e madre.