A cura di Viviana Altea Indolfi
Il National Geographic, con la voce della giornalista
americana Katie Couric realizza un documentario al cui centro vi è l’identità
di genere e, nello specifico, il cambiamento che tale costrutto subisce in
relazione alle modificazioni socio-culturali e alle nuove acquisizioni che in
campo medico ridefiniscono quelli che sono i canoni del corpo.
La giornalista
intraprende un viaggio, negli Stati Uniti, dentro al genere, tramite interviste
ad esperti del settore, quali medici e psicoterapeuti, ma anche e soprattutto
dando spazio alle storie delle persone e delle loro famiglie.
I protagonisti che si raccontano sono tra loro molto
diversi, per età, obiettivi, relazioni, consapevolezza, ma sono tutti
accomunati dalla necessità di acquisire un’identità aderente al proprio
vissuto. Tra gli altri, ricordiamo una coppia di gemelli in età infantile, di
cui uno sente di essere una bambina.
I genitori raccontano alle telecamere la
loro decisione di assecondare i bisogni della loro figlia, non senza
difficoltà, ma con la certezza di star facendo la cosa giusta per il suo
benessere psicofisico, sostenuta, inoltre, dal team di psicologi che segue e
seguirà il suo processo di transizione.
“Gender” mostra come non solo sia possibile manifestare un
bisogno identitario evidentemente saliente in età precoce, ma anche come questa
impellenza possa essere soddisfatta in età avanzata: è il caso di una persona,
sposata con figli, che decide di intraprendere il percorso di transizione MtF
alla soglia dei sessanta. Il caso appena accennato è esemplificativo di quanto
il concetto di genere, la possibilità della sua fluidità, lontano dalle radici
binarie da cui nasce, possa mettere in discussione anche quello di orientamento
sessuale. La decisione della moglie di restare con la sua anima gemella,
nonostante abbia deciso di cambiare sesso, ci mostra quanto la profondità dei
sentimenti di amore e rispetto possano addirittura travalicare gli elementi
corporei.
Interessante, infine, è la presentazione di un gruppo di
persone che rappresentano un tipo di genere: dalla persona cisgender, a quella
gender queer. Le nuove definizioni legate all’identità di genere, come sarà
possibile constatare per coloro che guarderanno il documentario, sono molte e tutte diverse, ma sono tutte
dotate di senso nel momento in cui permettono, a chi le incarna, la possibilità
di riconoscersi ed essere riconosciuto dagli altri, tappa fondamentale per
l’acquisizione ed il mantenimento del benessere psicofisico.
IL NOSTRO CONSIGLIO:
Assolutamente tutti dovrebbero guardare questo documentario
che rinfresca le vecchie definizioni di genere, troppo legate ad un binarismo
che comincia a star stretto. Per gli addetti ai lavori è sicuramente
necessario! Altro spunto: è candidato come Miglior Programma TV dell’anno ai
Diversity Media Awards 2018.