A cura di Arianna D'Isanto
Centodiciannove
casi, di cui 4 omicidi, in trecentosessantacinque giorni: è questo il numero di
episodi legati all’omo-bi-transfobia che emerge dal report annuale di Arcigay. Seppure in calo rispetto allo scorso anno, resta un
risultato allarmante.
Sono all’ordine del giorno storie
tristi, che fanno riflettere, come quella raccontata da Marco e Giorgio, due
ragazzi che si amano e che vogliono coronare il sogno di andare a vivere
insieme, ma che sono stati vittime di omofobia “immobiliare” se così possiamo
definirla. Ai due ragazzi, infatti, è stato negato l’affitto di una casa nel
veronese perché non rappresentato una coppia “tradizionale” e questo risulta un
“problema insormontabile” per i proprietari dell’appartamento.
Fortunatamente i due
giovani hanno ricevuto solidarietà da parte di tante altre persone e con un po’
di sacrificio hanno trovato la casa dei loro sogni. Ma non tutti possono
ritenersi così “fortunati”, l’omofobia non distrugge solo i sogni, spesso
distrugge le vite.
Quando l’omofobia
sfocia nella sua forma più estrema e diventa violenza fisica, allora assistiamo
a casi come quello avvenuto in un liceo dell’Oregon: studenti LGBT+ erano abituati da anni a subire soprusi da parte dei loro
compagni e, ancor peggio, da parte di insegnanti. Si parla di ragazzi lapidati col
cibo della mensa, insultati continuamente nei corridoi, obbligati a
leggere quotidianamente passi della Bibbia.
Questo
fa comprende come un fenomeno così pericoloso si insidi in tutti i tipi di
contesti sociali, scolastici e familiari. E proprio quando anche la famiglia ti
volta le spalle e resti solo, incompreso, ripudiato dal mondo, che avvengono
tragedie: decidi di toglierti la vita a soli 14 anni gettandoti
dal terrazzo di casa, in un biglietto hai lasciato scritto il motivo. “mi sento emarginato
per la mia omosessualità.”
È accaduto a Roma e non è la prima volta.
Sempre nella capitale un 15enne decide di togliersi la vita impiccandosi a casa dei nonni, a spingerlo verso quel
gesto estremo, sarebbero state le continue prese in giro per la sua
omosessualità; prese in giro che diventano più pesanti di giorno in giorno,
fino a farti credere che la morte sia la soluzione migliore a quelle
sofferenze.
“Una persona LGBTQ+ su due ha subito
almeno un episodio di omofobia nella propria vita. Il 75% degli episodi su
minori di 18 anni.”
Questo risulta essere il rapporto
dell’ ILGA secondo cui l’Italia occupa solo il 32esimo posto in Europa nella
battaglia contro l’omo-bi-transfobia. Cifre agghiaccianti, numeri che fanno
emergere chiaramente uno stato di emergenza a cui si deve far fronte.
Così torna inevitabilmente, tra le priorità del nostro Paese,
quella di una legge sull’omofobia, provvedimento rimasto rinviato dalla maggioranza e dal governo, ma che resta un punto caldo della
nostra politica, una questione ormai impossibile da rimandare; perché
“l’omofobia è l’unica malattia che uccide chi ne è immune”.