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Pride: privilegio o diritto?

La visibilità LGBT in Turchia

ragazza volto coperto
ragazza si copre il volto con la mano e ha il corpo colorato


A cura di Maurizio Riccio

Spesso diamo le cose per scontato, dalle più banali alle più importanti.  Così come Il Pride. Diamo per scontato che quella marcia ci sia, che ci aspetti. Invece per molte persone appartenenti alla comunità LGBT così non è. In Turchia, ad esempio, la marcia per la manifestazione dei propri diritti è considerata un vero e proprio privilegio. Il Pride, infatti, è stato vietato ai cittadini da ben quattro anni.
Il motivo? La versione ufficiale, o almeno quella riportata su carta, ritiene che la marcia debba essere sospesa per motivi di sicurezza e ordine pubblico, ma dando una rapida occhiata ai vari siti di cronaca, non ci sembra che nessuno sia rimasto ferito o ucciso durante il Pride. O almeno non dagli attivisti della comunità LGBT.
Nonostante il divieto ufficiale, numerose persone hanno scelto di marciare per le strade di Istanbul. Purtroppo sono state fermate da centinaia di poliziotti, accompagnati da cani e gas lacrimogeni. Alcuni sono riusciti a scappare, senza riportare nessuna ferita, mentre altri sono stati letteralmente aggrediti. A testimoniarlo ci sono le numerose interviste rilasciate da Yuri Guaiana, attivista turco della comunità LGBT.  “Decine di attivisti sono stati picchiati, 11 arrestati e un attivista mi ha raccontato di essere stato aggredito da ben 10 poliziotti con cani”, racconta Yuri.
In Turchia i crimini commessi per odio e discriminazione sono quasi all’ordine del giorno. Tante, troppe, sono le persone appartenenti alla comunità LGBT che quotidianamente vengono aggredite e discriminate.
L’omosessualità è pubblicamente condannata. La concezione generale delle persone LGBT è generalmente associata a persone perverse o malate. In alcuni casi l’omosessualità viene addirittura vista come un’estrema fantasia sessuale, ma non viene mai percepita come una forma di identità sessuale. Nei migliori dei casi l’omosessualità viene tollerata ad una condizione. Quale? Quella di non mostrarla. Di viverla segretamente nelle quattro mura di casa.
Le posizioni più estreme sono adottate, come prevedibile, dai gruppi politici formati dai fondamentalisti islamici. Secondo i quali gay e lesbiche andrebbero espulsi dalla società, per altri invece andrebbero addirittura sterminati. Queste, “fortunatamente”, sono solo considerazioni ideologiche che non hanno alcun peso sul quadro giuridico del paese.
Per quanto riguarda i mezzi di informazione, invece, sono i primi a sostenere una tacita campagna di discriminazione. Le persone LGBT in televisione compaiono soltanto in chiave negativa, sia nelle fiction che nei telegiornali. Riviste e quotidiani hanno pubblicato interviste fatte ad associazioni e persone LGBT, ma soltanto con lo scopo di mostrarli alla massa come individui totalmente perversi.

“Il Pride è davvero un privilegio che troppi di noi danno per scontato. Dopo oggi non potrò più pensare al Pride nello stesso modo di prima”
. (Yuri Guaiana)

 

 

 

 
 

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