A cura di Giovanna Castaldo.
Secondo la prospettiva del senso
comune, l’orientamento sessuale consiste nella preponderanza di sentimenti,
pensieri erotici, fantasie sessuali verso individui dello stesso sesso
(omosessualità) o di sesso opposto (eterosessualità), una visione dicotomica in
cui spesso la pansessualità e altre varianti non vengono contemplate.
Una
persona può identificarsi come lesbica, gay, eterosessuale, bisessuale, queer,
pansessuale o asessuale. L’orientamento sessuale, infatti, non è una dimensione
immutabile ma può essere fluido ed assumere diverse combinazioni. Classificare
le persone esclusivamente sulla base del binarismo
eterosessualità/omosessualità risulta essere riduttivo in quanto esclude la
pansessualità e tutte le posizioni intermedie che si collocano tra un estremo e
l’altro.
La pansessualità, temine con cui ci riferiamo alle persone che possono
provare attrazione verso tutti i generi, non possiede le caratteristiche di
stabilità e coerenza dell’eterosessualità e dell’omosessualità, ma si
caratterizza per la sua fluidità sessuale che ci costringe a rivedere le
categorie teoriche con cui pensiamo.
Sia il binarismo di genere che quello sessuale
sono socialmente costruiti, e strutturano il pensiero ad un livello così
profondo che persino coloro che criticano l’omobitransfobia possono
inconsapevolmente riprodurla, con conseguenze avvertite più profondamente da
coloro la cui identità sessuale sfida la logica binaria. Anche le comunità
LGBT+ non sono esenti da queste forme di discriminazione nei confronti delle persone
pansessuali, che vengono talvolta considerate confuse o promiscue non solo
dalla società in generale ma anche dalla stessa comunità LGBT+. Le persone
pansessuali, inoltre, vengono spesso confuse con le persone bisessuali, creando
una certa invisibilità che può essere
osservata quotidianamente in quanto diffusa e normalizzata in tutti i contesti
sociali.
Il 24 maggio si celebra la
giornata internazionale della visibilità e della consapevolezza pansessuale e panromantica,
grazie alla quale le persone pansessuali possono rendersi visibili e
rivendicare la loro specificità.
Una delle prime artiste ad aver parlato di
pansessualità è stata Miley Cycus, che ha dichiarato: “Quando conosco una
persona non faccio caso se si tratta di una ragazza o un ragazzo”. Insieme al
suo coming out possiamo ricordare quello del cantante dei Panic! At the disco,
Brendon Urie (“Mi interessa la persona, non il suo sesso”), o ancora Sia, che
ha dichiarato di sentirsi vicina alla pansessualità: “Non importa di che genere
sei, io guardo altro”.
Un aiuto fondamentale, per
sviluppare una cultura delle differenze in cui le individualità possano essere
libere di esprimersi e non più arginate in categorie e binarismi, è costituito
dalla rappresentazione mediatica, un mezzo fondamentale per decostruire le
ideologie che guidano le nostre rappresentazioni sociali.
Possiamo citare
“Deadpool”, un personaggio della Marvel Comics apertamente pansessuale o la
serie tv “Sense8”, in cui tutti i personaggi sono pansessuali, creando un
universo di rara bellezza lontano da ogni etichetta e categorizzazione.
Un’altra serie tv che ha
contribuito alla visibilità delle persone pansessuali è “Schitt’s Creek”,
pluripremiata comedy americana che vede tra i suoi protagonisti David Rose,
personaggio pansessuale. David parla apertamente della sua sessualità in una
scena in cui la sua migliore amica si interroga sul suo orientamento sessuale,
utilizzando in modo originale il vino come metafora.
Stevie: "Allora, giusto per
essere chiari: io bevo vino rosso. Io bevo solo vino rosso e fino a ieri sera
avevo l'impressione che anche tu bevessi solo vino rosso ma forse mi
sbagliavo?"
David: "Capisco dove vuoi
arrivare. Io bevo vino rosso ma bevo anche vino bianco e ogni tanto assaggio
anche il rosé e un paio di estati fa ho provato un Merlot, che era uno
Chardonnay. È complicato."
Stevie: "Sì, quindi, sei aperto
veramente a tutti i vini."
David: "Mi piace il vino,
non l'etichetta. Ha senso?"
Un’altra scena di impatto è
quella in cui il padre di David parla dell’identità sessuale del figlio.
Johnny: "Mio figlio è
pansessuale, lui ama tutti: uomini, donne, donne diventate uomini, uomini
diventati donne. Sono suo padre e ho sempre voluto che la sua vita fosse
semplice ma sai, scegli un solo sesso e forse, forse tutto sarebbe stato meno
confuso."
Roland: "Beh, lo sai Johnny,
quando si parla di questioni di cuore, non possiamo dire ai nostri figli chi
amare."
Johnny: "Hai ragione, non
puoi dirglielo e a me sta bene."
La
rappresentazione mediatica di ogni orientamento sessuale è importante per
promuovere un processo trasformativo individuale e culturale. Dan Levy,
l’attore che interpreta David, ha dichiarato di essere stato felice
nell’apprendere che il suo personaggio sarebbe stato pansessuale, perché la pansessualità
è raramente rappresentata in tv: "È importante raccontare storie queer e
mostrare relazioni queer in un ambiente normale".
Conoscere
le cose è il primo passo per iniziare a decostruire alcuni pregiudizi di cui
tutte e tutti siamo portatrici e portatori, e la conoscenza passa anche
attraverso le rappresentazioni della pansessualità, tramite cui trovare dei
personaggi in cui identificarsi o che ci aiutino a conoscere una realtà diversa
dalla propria, in modo da favorire una cultura dell'inclusione, in cui ogni persona possa trovare il suo
posto e la sua riconoscibilità.