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Gender Bias all’avanguardia: il caso “Osè”.

fotografia di osè


A cura di Viviana Altea Indolfi

Nella questione dei Gender Bias rientra anche l’innovazione tecnologica. A pagarne il prezzo è, stavolta, la Lora DiCarlo, una startup americana composta da donne, che lavora sulla produzione ingegneristica. Ad essere finito sotto i riflettori è “Osè”, un sex toy, ovvero, un massaggiatore vaginale che permette, tramite un meccanismo chiamato mimetismo biometrico, al servizio della stimolazione vaginale e clitoridea, di essere utilizzato senza l’utilizzo delle mani, adattandosi alla risposta corporea di chi lo indossa.
Osè è un dispositivo che riesce a “riprodurre tutte le sensazioni, per un’esperienza che sembra proprio come quella con un vero partner” perché, grazie alla microrobotica, riesce a funzionare senza manipolazione, basta indossarlo. Il prodotto, sviluppato in collaborazione con la Oregon State University, è stato presentato alla fiera di elettronica Consumer Electronics Show di Las Vegas, istituita per la prima volta nel 1967. La categoria nella quale ha partecipato è la Innovation Awards, nella sezione Robotics and Drones.
“Osè” avrebbe vinto il primo premio, anche se per pochissimo tempo, infatti, sarebbe giunta comunicazione al team della impossibilità ad esporre questo prodotto in fiera, tramite mail da parte di uno degli organizzatori della Consumer Technology Association, che invocava una clausola nei termini e condizioni del concorso che dice che gli organizzatori possono rimuovere a propria discrezione ogni voce ritenuta “immorale, oscena, indecente, profana o non in linea con l’immagine di CTA. Ancora gli organizzatori precisano: “Osè non si adatta a nessuna delle nostre attuali categorie di prodotti e non dovrebbe essere stata accettata per l’Innovation Awards Program”.
Eppure, nel 2017 un vibratore vinse il premio Engadget Best of CES, nella categoria Salute e Benessere, mentre precedentemente, un robot con sembianze femminili creato per il piacere maschile, era stato esposto, riscuotendo anche un certo successo. Nella fiera in corso quest’anno, inoltre, la Vr Porno, una società di realtà virtuale per soli adulti ha esposto liberamente i suoi prodotti “offrendo agli uomini pornografia pura in pubblico” tra gli stand (e che ha contato oltre 1000 visitatori in un solo giorno).
Ripercorrendo all’indietro la storia delle esposizioni di prodotti per soli adulti, si può constatare che, più o meno dal 2016 in avanti, a moltissime altre compagnie è stato permesso di esporre e mostrare al pubblico prodotti simili, come gli stimolatori (per uomo) che simulano il sesso orale, i gadget sessuali della OhMiBod,o ancora, i film porno in realtà virtuale della Naughty America.
Lo scontro fra il mondo femminile e gli organizzatori del CES parte da lontano, dalle polemiche sull’impiego delle cosiddette “booth babes”, le “ragazze immagine”, generalmente poco vestite e molto prosperose, utilizzate sino a qualche anno fa negli stand, nonostante le crescenti critiche, al fatto che negli ultimi 2 anni nessuna donna è stata invitata a tenere conferenze sul palco della kermesse, sino al problema dei riconoscimenti: degli ultimi 100 prodotti o start-up premiati, solo 1 è stato creato da donne. Sarebbero stati 2, contando anche il vibratore Osé.
Le proteste sono subito divampate, sebbene Osè abbia ricevuto due premi di consolazione: il quotidiano britannico The Guardian e la rivista americana Popular Mechanics hanno incluso il massaggiatore nelle loro rispettive “top ten” dei gadget più innovativi e interessanti presentati durante la fiera a Las Vegas. Lora Haddock, fondatrice e CEO di Lora DiCarloha risposto con una lettera indirizzata ai vertici della manifestazione: “Tutto ciò che facciamo a Lora DiCarlo è radicato nella sex-positivity e nell’inclusione. Non nascondiamo ciò che facciamo e crediamo fortemente che le donne, le persone non binarie, gender nonconforming e LGBTQI dovrebbero reclamare a gran voce il loro spazio nel piacere e nella tecnologia, entrambi ancora fortemente dominati dai CEO e dirigenti di sesso maschile che dettano legge nel mondo del business.
Crediamo anche che la società debba abbandonare il tabù sul sesso e la sessualità – è una parte della vita e della salute che dovrebbe assolutamente essere parte del dibattito principale. Nessuna vergogna, nessun imbarazzo, solo il conforto e la libertà di essere te stesso e goderti il tuo stesso corpo”.Continua la Haddock: “La sessualità maschile può essere esplicita[…]mentre quella femminile viene pesantemente zittita, se non messa al bando. Non puoi fingere di essere imparziale se permetti di mettere in mostra un robot sessuale per uomini, ma non un massaggiatore robotico per la vagina”.
La protesta portata avanti dalla fondatrice della startup americana prosegue sui social con l’hashtag #CESGenderBias. Nell’ambito dell’innovazione tecnologica che rincorre la capacità di attivare funzioni tramite comando vocale, perché non inserire anche i sex toys? Nulla di inappropriato o osceno, a quanto pare, eppure,il mondo maschilista non sembra aver appreso molto dal movimento mondiale #metoo, infatti, in materia di diritti, anche l’innovazione tecnologica è decisamente ancora lontana.
Per approfondimenti consigliamo di visitare la pagina web: https://loradicarlo.com/pages/cesgenderbias

 

 

 

 
 

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