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Genitori si diventa. I percorsi dell’omogenitorialità.

L'immagine rappresenta tante famiglie omogenitoriali


A cura di Arianna D’Isanto

Quando si parla di omogenitorialità si fa riferimento a quelle famiglie composte da almeno un genitore non eterosessuale. Questi nuclei familiari possono costituirsi in molteplici modi dando origine a quelle che si definiscono “famiglie arcobaleno”. Attraverso quali percorsi può nascere una famiglia arcobaleno?
L’adozione. Le famiglie arcobaleno possono essere composte da coppie gay o lesbiche che hanno adottato dei figli o che li hanno avuti da precedenti relazioni eterosessuali. Il percorso di adozione è lungo e impegnativo.
La procreazione medica assistita (PMA). Solitamente utilizzata nei casi di infertilità, si rivela un mezzo estremamente richiesto da coppie omosessuali che desiderano avere dei figli. Tecniche di PMA, come l’inseminazione artificiale o la fecondazione in vitro, possono essere impiegate da coppie lesbiche che ricercano una gravidanza tramite donatore di sperma.
Altra tecnica è quella dell’ovodonazione, che consiste, oltre che nella donazione di sperma, anche in quella dell’ovocita. Questa può essere impiegata quando la coppia non ha a disposizione ovociti, oppure quando le partner decidono che una donerà l’ovulo e l’altra porterà in grembo il futuro nascituro. Altra modalità, richiesta soprattutto da coppie di uomini, è quella della gestazione per altri, o surrogacy. In questo caso la gravidanza viene portata avanti da una terza persona, che può essere madre genetica del bambino oppure portatrice (se l’ovulo fecondato non è della donna).
Coparenting. Meno comuni, e diffuse soprattutto in Belgio, sono le famiglie basate su accordi di cogenitorialità. Si può trattare di un uomo gay e di una donna lesbica (oppure di due coppie omosessuali) che, senza essere vincolati sentimentalmente, decidono di allevare insieme dei figli. 
Attualmente le famiglie omogenitoriali italiane rappresentano quasi il 2% della popolazione, quindi circa il 20% delle persone lesbiche/gay hanno almeno un figlio.
Nel nostro Paese, le tappe che hanno segnato il percorso per l’acquisizione dei diritti di omogenitorialità sono state tre:
-       La legge Cirinnà (L.76/2016) regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso parlando di “persone maggiorenni unite stabilmente”. Resta tuttavia vietato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, come anche la possibilità di adottare e di acquisire in questo modo il ruolo genitoriale.
-       La legge 40/2004 si esprime sulle norme in materia di procreazione medica assistita, permettendone l’accesso in caso di sterilità o infertilità ma solo all’interno di coppie di “sesso diverso”. Al contrario, vieta la fecondazione eterologa e il ricorso alla gestazione per altri.
-       La sentenza n°162/2014 dichiara illecito il divieto di PMA tramite fecondazione eterologa qualora sia stata diagnosticata una patologia che sia causa di sterilità o infertilità. Tuttavia, non rimuove il limite di fecondazione eterologa per single e coppie omogenitoriali.
La gestazione per altri resta inaccessibile a tutti. Questo quadro istituzionale ha portato molte coppie omogenitoriali a recarsi all’estero per accedere alla possibilità di diventare genitori. Le mete più ambite sono la Grecia e la Spagna.
La Corte Costituzionale stabilisce che la scelta di avere dei figli debba essere rispettata in quanto diritto di autodeterminazione di ogni singolo essere umano, ma il grande paradosso che scaturisce da questo punto è la non regolamentazione dell’omogenitorialità. Non esistono, quindi, leggi che regolano e tutelano i genitori di famiglie arcobaleno, definiti gran parte delle volte “genitori sociali”. Questa espressione deriva dal fatto che sebbene sia possibile accedere a metodi di PMA, l’avere figli tramite queste modalità non fa acquisire automaticamente lo status di “genitore a tutti gli effetti”.
Tutte le responsabilità genitoriali vengono attribuite quindi al solo genitore biologico. È importante decostruire un diffuso stereotipo sulla necessità per lз neonatз di avere una “mamma” ed un “papà”; considerazione portata avanti soprattutto da coloro che contrastano la costituzione delle famiglie arcobaleno. All’interno di un qualsiasi sistema familiare, è normale che i genitori si dividano i compiti educativi, consapevolmente o meno, e che da questo dipendano poi le differenze nei legami di attaccamento. Questi ruoli vengono assunti sulla base della predisposizione individuale all’accudimento o all’educazione e un genitore – quello più incline al compito di cura – sarà il principale punto di riferimento dellз bambinз per i suoi bisogni di cura. L’altro – quello investito in primo luogo del compito educativo – sarà la sua base sicura dalla quale esplorerà il mondo.
L’unico elemento indispensabile alla nascita di una famiglia, è l’amore.

 

 

 

 
 

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