A cura di Alessandra Arena, Damiano Caputo, Mariano Petricciuolo.
“Ni una más” emerge come una voce significativa nel panorama di Netflix. Il titolo stesso evoca una forte dichiarazione contro gli abusi e la violenza, temi centrali che permeano ogni aspetto della serie. Basata sull'omonimo romanzo di Miguel Sáz Carral e ispirata al movimento femminista e transfemminista "Non una di meno", nato in Argentina nel 2016 e diffusosi anche in Italia, la serie non solo racconta una storia, ma solleva importanti questioni sociali e culturali. Al centro del racconto ci sono un gruppo di diciassettenni di un liceo, alle prese con un evento devastante: un'aggressione a sfondo sessuale. Quando Alma denuncia l'aggressore appendendo uno striscione alla scuola, la reazione delle autorità e della comunità è divisiva e spesso incredula.
La narrazione si avvale di una rappresentazione autentica e fluida delle identità sessuali e personali dei protagonisti, riflettendo le sfide di una generazione che rifiuta le etichette predefinite e cerca di navigare in un mondo complesso e in continua evoluzione. “Ni una más” si distingue per il suo approccio diretto e la sua capacità di stimolare il pubblico attraverso un linguaggio visivo e narrativo moderno, che include l'uso di immagini e didascalie simili a quelle dei social media per catturare l'attenzione di giovani spettatorɜ.
Questa serie evidenzia il grave problema dell'incredulità nei confronti delle vittime di abusi sessuali e invita gli spettatori a riflettere sulle conseguenze devastanti della non credibilità e sull'importanza di educare e sensibilizzare sulla violenza di genere fin dalle prime fasi della vita educativa e domestica.I social media emergono come strumento a doppio taglio: utilizzati per bullizzare e molestare Alma, ma anche come piattaforma vitale per la denuncia e la solidarietà tra le vittime di violenza. Berta trova nel supporto online un valido alleato nella sua lotta personale contro gli abusi.
“Ni una más” mette a confronto la comprensione della violenza tra uomini come Alberto, consapevole dei suoi comportamenti tossici, e Hernán, che affronta una curva di apprendimento riguardo al consenso e alla responsabilità. Il percorso di crescita di Hernán verso il riconoscimento dei suoi errori offre una prospettiva di speranza nell'educazione sessuale e affettiva.
La serie evidenzia l'importanza cruciale di parlare e denunciare: nonostante le difficoltà e le conseguenze psicologiche, l'apertura verso il dialogo può avviare un ciclo di supporto e guarigione fondamentale per le vittime di violenza. Viene ribadito che il maschilismo non è scomparso, persiste nelle generazioni più giovani e influenza negativamente le relazioni sociali. Questo comportamento non solo danneggia le donne, ma anche gli uomini intrappolati nei modelli patriarcali dominanti.
“Ni una más” non è solo intrattenimento, ma una chiamata all'azione e alla consapevolezza su questioni vitali della nostra società, uno strumento per il cambiamento sociale e culturale, attraverso la promozione di un dialogo aperto e responsabile su temi di cruciale importanza per le generazioni presenti e future.