A cura di Emma Spinelli
L'Eurovision
Song Contest è il più grande concorso europeo di canzoni, nato nel 1956 per
iniziativa della EBU (EuropeanBroadcasting Union), l'ente che riunisce le tv
pubbliche europee (quindi anche la RAI) per promuovere l'utilizzo e la
diffusione del mezzo televisivo. Non solo, ma anche per promuovere l'unità fra
popoli e nazioni al di là delle barriere linguistiche, culturali e religiose.
L'ispirazione era dichiaratamente presa dal Festival di Sanremo, nato appena
cinque anni prima, ma nel tempo l'Eurovision Song Contest si è evoluto anno
dopo anno, diversificandosi dal Festival italiano.
Ogni
anno l'Eurofestival viene ospitato dal paese vincitore del contest nell'anno
precedente e quest'anno è toccato a Vienna. Lo slogan di questa edizione è
stato "La musica unisce" e, in attesa della competizione, che si è svolta da 19
al 23 maggio, la capitale austriaca si è data da fare in tal senso: nel centro
cittadino, molti semafori sono stati riprogrammati per l'occasione mostrando figurine di coppie gay e lesbiche con tanto di
cuoricino al posto del solito omino verde e rosso.Gli obiettivi della campagna
sono due: mostrare Vienna come una città accogliente rispetto alla popolazione
LGBTI, e poi migliorare la sicurezza stradale. Si è osservato infatti che i
simboli, evidentemente inusuali, attirano l'attenzione di pedoni e automobili
molto più del semplice bollino rosso, giallo e verde dei classici semafori.
L'utilizzo
dei simboli diventa chiaro, quando si considera che da tempo l'Eurovision è
considerato un appuntamento imperdibile per la comunità gay. A vincere, lo
scorso anno, fu la cantante Conchita Wurst, transgender austriaca, in gara con
la canzone "Rise like a phoenix", una dedica speciale a chi sogna un futuro di
pace e serenità ed alla comunità LGBTI. A causa delle discriminazioni che
subiva quando era adolescente, Tom, vero nome della cantante, ha creato Conchita, la donna con la barba. «È
stata una dichiarazione di tolleranza e comprensione» spiega Conchita: «Non
voglio parlare delle apparenze ma dell'essere umano. Tutti dovrebbero potere
vivere la loro vita come la vogliono fin tanto che nessun altro viene ferito o
limitato nella sua vita». In Germania e Austria la parola "wurst" viene usata
per dire "non me ne importa niente", "non è importante". E questo è quello che
vuole comunicare Conchita: non importa da dove vieni o quale sia il tuo aspetto.
Il primo nome, invece, le è stato suggerito da un'amica cubana alla quale aveva
chiesto il tipico nome della ragazza sexy con cui tutti vorrebbero uscire:
Conchita. Il suo nome ha anche un secondo significato: la parola "wurst" viene
usata anche per indicare il pene, la parola "Conchita" viene usata anche per
indicare la vagina.
Avendo
vinto l'ESC nel 2014, Conchita Wurst è stata la conduttrice dell'edizione 2015 del
contest proprio nella sua Vienna. Anche quest'anno manifestazioni di apertura e
uguaglianza non si sono fatte attendere dal palco, e non solo, dell'Eurovision:
tra il pubblico bandiere arcobaleno sventolate dalla comunità LGBTI, baci tra
persone dello stesso sesso indipendentemente dal paese di appartenenza,
manifestazioni omoaffettive in molti video di presentazione alle canzoni e, non
ultima, l'esibizione anti-discriminazione della Lituania. Monika Linkytė e
Vaidas Baumila hanno presentato una canzone dal titolo "This Time", il tempo
dell'amore privo di etichette, e durante la loro esibizione si è assistito a tre
baci: uno tra i due coristi maschi, uno tra le due coriste femmine, e uno tra i
due cantanti. Insomma, uguaglianza per tutti, nessuno escluso.
Questo
gesto sta facendo già molto discutere, soprattutto per un paese come la Lituania,
considerato ancora molto restio rispetto a una politica che garantisca diritti
civili anche per coppie omosessuali (lo scorso anno era stata proposta una
legge simile a quella russa, bocciata dal Parlamento).
Qualcosa
di simile era già accaduto nel 2013, quando la finlandese Krista Siegfrids
decise di concludere la sua performance con un bacio a stampo alla corista. Il
titolo della canzone era "Marry me"e l'intento era quello di sensibilizzare la
Finlandia a legalizzare al più presto i matrimoni omosessuali.
Conclusasi
da pochi giorni, l'edizione 2015 dell'ESC ha visto vincitore lo svedese Måns Zelmerlöw
il quale ha fatto parlare di sé non solo per la performance sul palco sulle
note della sua canzone "Heroes", ma anche per le sue dichiarazioni omofobe. Nelle
settimane precedenti alla partecipazione all'Eurofestival in un cooking show
alla tv svedese, il cantante avrebbe dichiarato che non è naturale per gli
uomini voler dormire con altri uomini ma che la cosa più naturale è che gli
uomini e le donne facciano figli insieme. In seguito Zelmerlöw ha chiesto scusa
per le sue dichiarazioni a tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle sue
posizioni sul tema: «Io rispetto le differenze e tutte le forme di amore» ha
aggiunto il cantante cercando di rimediare alle frasi a sfondo omofobo. Altrettanto
ha ribadito nel ricevere il premio dalla vincitrice dello scorso anno Conchita
Wurst cercando di avvalorare la sua buona fede.
Sembra
dunque un curioso passaggio del testimone quello avvenuto tra Conchita Wurst,
con il suo messaggio di uguaglianza proclamato dal palco di Copenaghen durante
la sua premiazione, ed il cantante dalle opinioni non certo sensibili
sull'argomento. Ci auguriamo che questo non rappresenti un'involuzione per le
future edizioni dell'Eurovision ma che questo evento si configuri sempre di più
come un a vetrina per l'Europa del futuro, un'Europa inclusiva.