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Spiagge e mete turistiche inclusive

Spiaggia con ombrelloni e bandiere rainbow


A cura di Giuliano Ficca e Cecilia Montella.  

È tornata l’estate! Finalmente dopo un lungo e difficile anno sarà possibile tornare a rilassarsi al mare sotto l’ombrellone.  
In una società cis-eteronormativa, tuttavia, le vacanze per le persone LGBT+ possono rappresentare un periodo dell’anno molto complesso e trasformarsi in un vero proprio inferno. Innumerevoli sono gli articoli di giornale che ogni estate denunciano episodi di violenza fisica o verbale nei confronti di persone LGBT+: il 24 Agosto scorso, a Cagliari, un infermiere di 35 anni di Bolzano è stato aggredito per aver dato un bacio al proprio compagno; nell’Agosto del 2019 su una bacheca nei pressi di una spiaggia tra Pesaro e Fano è comparsa una scritta omofoba: «NO GAY». Questi sono solo alcuni esempi del fatto che, purtroppo, l’omofobia non va in vacanza!   
Per fortuna, alcune mete estive ed alcune strutture turistiche si attivano per cercare di essere luoghi sicuri in cui a tuttз è consentito essere sé stessз.     
Esistono mete “Gay friendly”, soprattutto in Nord Europa e in alcuni siti dell'America del Nord. Ogni anno “Spartacus World”, una guida di viaggi per le persone della comunità LGBT+, pubblica un indice di viaggio che esamina le diverse città di tutti i Paesi del mondo, stilando una classifica basata su 14 categorie in modo che lз viaggiatorз LGBT+ possano viaggiare informatз, sapendo quali Paesi sono i più sicuri e quali invece richiedono più attenzione per via di leggi e atteggiamenti omofobi e transfobici (https://spartacus.gayguide.travel/gaytravelindex.pdf).       
Tra i vari criteri di valutazione si trovano fattori come “legislazioni anti LGBT+” oppure il livello di influenza dei movimenti religiosi estremisti. I primi 5 posti del ranking del 2020 appartengono a: Canada, Malta, Svezia, Austria e Argentina. All’Italia spetta solo il 41 esimo posto in classifica, una posizione decisamente da migliorare mentre nelle ultime posizioni troviamo Checnya, Somalia, Iran e Arabia del Sud.         
La ricerca di luoghi “sicuri” ha permesso a molte persone di viversi in pace il meritato riposo a riparo dalle discriminazioni: nonostante ciò, la speranza è che un giorno ogni essere umano possa sentirsi al sicuro in ogni luogo desideri trovarsi, ma per ora la strada sembra essere ancora lunga.  

 

 

 

 
 

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