A cura di Alessandra Arena, Erica De Alfieri.
Matthias & Maxime di Xavier Dolan è un film passato in Concorso a Cannes, che racconta la storia di due amici d’infanzia che, dopo un bacio dato per gioco, scoprono dei sentimenti inaspettati. Le loro vite non cambiano: rimangono entrambi fermi nelle loro relazioni familiari e sentimentali, ma la tensione emotiva continua a crescere fino a diventare impossibile da contenere.
Maxime, interpretato dallo stesso regista, è un giovane con una famiglia problematica, un passato di abuso di sostanze alle spalle e una forte voglia di evadere, che si concretizza nel suo progetto di partire per l’Australia. Al contrario, Matthias proviene da una buona famiglia, ha una fidanzata di lunga data e lavora come avvocato in un’importante società. Scambiatisi un bacio per una scommessa persa, i due si trovano a dover affrontare i propri sentimenti inseguiti dallo spettro della partenza di Maxime, prevista dopo sole due settimane. I due condividono un contesto sociale e culturale estremamente ristretto: sono frequenti epiteti come “frocio” e frasi come “non piangere come una femminuccia”, che vengono dette con superficialità dalle persone che li circondando ma che li fanno sentire oppressi, inadeguati, rifiutati. È forse proprio per questo che i due inizialmente si sfuggono e si evitano. Il “non detto” tra i due ingombra il loro rapporto e le occasioni sociali che li vedono, loro malgrado, coinvolti entrambi – una cena per salutare Maxime, una festa tra amici – sono disastrose. Il distacco, in contrasto con il loro rapporto prima tanto stretto, è evidente e fa sorgere delle domande in chi li circonda. Maxime, dopo l’episodio del bacio, si sente esposto, ha la percezione di essere sempre visto come diverso dallɜ altrɜ; si sente perseguitato e conta i giorni che lo separano dalla fuga in un altro Paese.
Matthias reagisce invece chiudendosi nella sua quotidianità, nel lavoro e nella sua relazione sentimentale. È arrabbiato con sé stesso, con i suoi sentimenti, e in diverse occasioni questa rabbia esplode anche se non provocata: prima contro la sua fidanzata, poi verso i suoi amici e infine contro Maxime stesso, che insulta circa il suo aspetto fisico. Questa rabbia cela tutta la sua difficoltà, l’ambivalenza dei suoi sentimenti che lo porta a voler distruggere e svalutare l’oggetto del suo amore, colpevole di avergli messo il subbuglio la vita e il cuore.
Anche dopo un secondo bacio, stavolta scelto, cercato e guidato dalla passione, Matthias fugge con un collega di lavoro in un locale di strip-tease. La situazione però non gli appartiene e stavolta non può fare finta di nulla, anche a seguito di un dialogo con il collega che mette in evidenza tutta l’ipocrisia dei rapporti tradizionali. Contemporaneamente, Maxime scopre che Matthias gli aveva nascosto una lettera di referenze utile a trovare lavoro in Australia, capendo che l’amico desiderava che restasse con lui. Il film, svoltosi nelle due settimane precedenti alla partenza di Maxime, si conclude proprio nel giorno della sua partenza: lui si affaccia alla finestra e scopre Matthias ad attenderlo con un sorriso.
Discutendo della scelta del finale, il regista ha dichiarato: «La fine è l’inizio del film: avranno questi due uomini il coraggio di iniziare una relazione o no? Non lo sapremo, ma quello che si capisce dall'ultima scena è che restano amici. E se devo dire cosa mi stava a cuore, era proprio indagare amicizia e amore».
Un passaggio importante fatto dal regista riguarda la rappresentazione di questa storia come una qualsiasi storia d’amore, che si concentra sul sentimento dei due personaggi. Per questo, afferma, il suo non è un film “gay”: «Questo film non è gay, è la vita. Non parliamo mai di film eterosessuali. 'Oh, ho visto questa grande storia d'amore eterosessuale'. Per me non è una storia di omosessualità o di amore gay. In definitiva, non credo che i due protagonisti siano consapevoli che si tratta di un amore gay. È amore». Dolan sottolinea come l’amore omosessuale non sia in sostanza diverso da quello eterosessuale: ogni amore ha una storia a sé, che va rispettata. Il finale è aperto, ma il sorriso che si scambiano i due lascia intendere una consapevolezza e un’accettazione diversa nei personaggi, che avranno forse finalmente il coraggio di vivere appieno i propri sentimenti.
Questa rappresentazione strappa la storia d’amore omosessuale allo stereotipo del dramma o del ridicolo, restituendole la possibilità di avere un finale felice.