1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 

Contenuto della pagina

L’esperienza di una donna con disabilità tra immaginario e realtà.

Immagine di  una donna con una protesi ad un braccio che si copre gli occhi, su sfondo colorato rosa e azzurro


A cura di Stella Celentano.

In occasione del Marzo Donna abbiamo incontrato Chiara, un’operatrice del Centro di Ateneo SInAPSi che ci ha raccontato della sua esperienza lavorativa in quanto donna con disabilità.
Chiara ci racconta che si è laureata in filosofia, affiancando lo studio al lavoro,  la filosofia è la sua grande passione, a cui è molto legata e cerca sempre di tenersi aggiornata; la possibilità di lavorare al SInAPSi si incastra con questa passione perché attraverso il lavoro può attuare i progetti che le interessano. Ad esempio, sensibilizzare l’opinione pubblica, prevalentemente i docenti, ad essere più presenti riguardo la disponibilità di testi registrati, la cui reperibilità in passato era molto complicata.
Il Centro già si occupa da molti anni di rendere disponibili i testi registrati però l’obiettivo è quello di incrementare una situazione già avviata e renderla maggiormente pubblicizzata e accessibile. 
Precedentemente, ha lavorato per 17 anni presso il Dipartimento di Architettura, afferente sempre alla Federico II, occupandosi di vari compiti: “ero un po' un jolly, in pratica organizzavo eventi e seminari per il Dipartimento”. Successivamente, ha ottenuto il trasferimento presso il Centro SInAPSi, nel quale lavora da un anno, dove il progetto ambizioso di cui si occupa è quello di creare una vera e propria mediateca, con un focus specifico sulla registrazione di testi.  
L’obiettivo è quello di cercare di coinvolgere i docenti nella registrazione dei testi universitari per le persone che hanno difficoltà di lettura. Nonostante sia trascorso solo un anno, si sente già molto coinvolta, ci spiega che ci sono molti progetti da attuare, c’è molto da fare e di conseguenza un anno è volato. Ci racconta che lei è spostata e si occupa anche dell’organizzazione a livello familiare, ci dice che le donne, in generale, si dividono sempre tra lavoro, famiglia e necessitano di organizzare il tutto.
Quando è entrata nel mondo del lavoro la sua condizione di disabilità le ha creato delle difficoltà perché si è scontrata con tanto scetticismo, soprattutto nei confronti delle persone non vedenti. Bisogna spingere sempre di più per rendere accessibili i contesti lavorativi, per dare la possibilità a tutte le persone di lavorare nella maniera più fluida possibile, anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie che aiutano tantissimo le persone ipovedenti e non vedenti, tuttavia la situazione va sempre monitorata perché le stesse tecnologie a volte possono essere un limite. 
Nella quotidianità Chiara non ha mai avuto difficoltà ad interfacciarsi con le persone, invece, nell'ambiente lavorativo, ha avuto dei problemi.
Nei 17 anni in cui è stata attiva presso il Dipartimento di Architettura, le sono stati posti dei paletti dalle colleghe, dovute anche ad alcune procedure che non erano accessibili, lei sentiva, dunque, che la sua disabilità non veniva compresa.

Essere donna con una condizione di disabilità è ancora più difficile, si ci trova a vivere delle situazioni di disagio, a volte si viene involontariamente messe da parte, perché si pensa sempre che una persona che ha una disabilità non ha delle esigenze anche riguardo piccoli aspetti legati alla quotidianità. Ad esempio, per quanto riguarda l’estetica, il prendersi cura di sé, si pensa che le persone con disabilità non ne abbiano l’esigenza”. “Se immaginiamo una donna su una sedia a ruote, una donna non vedente o altre disabilità è come se fossero asessuate, si tende a de-sessualizzare la disabilità”. “Le difficoltà di essere una donna con disabilità sono legate alla società che ci impone determinati limiti, sarebbe desiderabile essere più liberi di potersi spostare, anche potersi recare a lavoro senza barriere architettoniche. In Italia abbiamo una legge del 1989, che nonostante le modifiche e le successive attuazioni, non viene assolutamente messa in pratica”.  

L’incontro con la disabilità ci pone dinanzi nuove riflessioni e sfide, ci fa riflettere su quanto ancora bisogna lavorare per rendere i nostri ambienti maggiormente inclusivi.  

 

 

 

 
 

© 2013 - bullismoomofobico.it