A cura di Emilia De Simone, Claudia Cantice e Marta Giordano.
In occasione del
Congresso Internazionale ONIG 2022 dal titolo "Salute e benessere delle
persone transgender e gender diverse: buone prassi e nuove prospettive"
tenutosi il 21 e 22 ottobre, il Centro di Ateneo SInAPSi- Università Federico
II di Napoli- ha realizzato un'intervista a Mariela Castro, ospite
internazionale del Congresso, da sempre impegnata per la promozione dei diritti
civili della popolazione LGBT+ e il contrasto alla discriminazione. Difatti è
una delle fautrici del recente referendum approvato a Cuba che promuove il
matrimonio egualitario e l'adozione per le coppie omosessuali.
Nell'intervista ci si
concentra sul percorso che ha portato a tale approvazione e sui cambiamenti
virtuosi che ne derivano.
Emilia:
“Abbiamo preparato delle domande, divise in tre
“blocchi”. Il primo riguarda il cambiamento, cosa è cambiato rispetto ai
referendum precedenti, come si è arrivati a ottenere questo risultato. Il
secondo riguarda le scuole e le università, quali politiche sono state attuate
fin qui e quali innovazioni sono previste in virtù dell’approvazione del nuovo
Codice. Il terzo riguarda, invece, la qualità della vita delle persone o coppie
omosessuali e transgender: come questo cambiamento legislativo andrà a
migliorare le condizioni di vita di queste persone in termini di contrasto alla
marginalizzazione e alla discriminazione? Quando siamo pronte partiamo con la
prima domanda”.
Mariela:
“Andiamo con la prima!”
E:
“Nella sua storia Cuba, nonostante il clima di
rivoluzione, ha incontrato diversi ostacoli rispetto al contrasto della
discriminazione e all’affermazione dei diritti LGBTQ+. Il risultato del 25
settembre è un risultato importante, che denota un’aria di cambiamento. Che
cosa è cambiato rispetto ai referendum precedenti e come si è arrivati a
ottenere questo risultato?”
M:
“É
stato un percorso lungo che ha dato i suoi frutti solo adesso. É un
risultato che aspettavamo da tempo, dopo il referendum del 2019. Abbiamo avuto
un’altissima partecipazione e un’approvazione maggiore del 60% dei votanti. Ti
dicevo, la gente era d'accordo con quanto proposto nel Codice delle Famiglie,
si sapeva che questa volta sarebbe passato, ma pensavo con una partecipazione
più bassa e con una minore approvazione. E invece no! L’approvazione al 64% è
stata altissima. Certo, il 33% ha votato “No”, ma generalmente un cambiamento
legislativo può essere approvato solo se si lavora tanto sul dialogo con le
persone per creare un consenso: qui si parlava di attraversare i pregiudizi
storici sul matrimonio delle persone dello stesso genere e l’adozione dei
bambini da parte loro. Inoltre, andava superata una forte campagna della chiesa
cattolica. Solo una settimana prima del referendum esprimeva dichiarazioni
pubbliche che a mio parere erano molto manipolatorie, più vicine al
posizionamento politico degli Stati Uniti contro la rivoluzione che ai
pregiudizi del cattolicesimo. Più che cattolici erano alcune chiese
evangeliche, soprattutto quelle provenienti dal Sud degli Stati Uniti, con idee
molto razziste, misogine e omofobiche e con un posizionamento
anti-rivoluzionario, ma non voglio generalizzare perchè tante persone cristiane
hanno dato il loro voto a favore senza dire niente alla chiesa.
Ero preoccupata, ma ho
visto veramente che la popolazione cubana per prima cosa ha votato in favore
della rivoluzione e per seconda che è una popolazione che è cresciuta in quanto
a capacità di ampliare i suoi orizzonti e capire quello che sta in rapporto con
la giustizia sociale e come progetto rivoluzionario. Il Codice delle Famiglie,
come il cambiamento costituzionale del 2019, sono un prodotto del nostro
partito comunista che ha promosso tutto questo, e pure della rivoluzione, e
portarlo a referendum come esercizio demografico è una legittimazione del
sistema politico cubano, le persone pure se non capivano i diritti lgbt
dicevano “questo è per la rivoluzione” e davano il voto, tutta questa cosa
c’era e si muoveva in questo contesto interessantissimo.
Ti dico, a Cuba le due
Costituzioni sono state approvate mediante referendum popolare, la prima nel
1976 nel periodo rivoluzionario e questa nel 2019. In tutti i casi, si
riafferma il sistema politico cubano intorno al socialismo, questa è la migliore
legittimazione di un sistema politico. Il Codice delle Famiglie è una legge che
si porta a referendum. Le persone LGBT dicevano: ma perché i miei diritti si
portano al referendum? Per prima cosa, non sono solo i tuoi diritti, ma quelli
di tutti perché tutti abitiamo in famiglia e questo riguarda tutte le persone,
e per portarla all’attenzione di tutti nella maniera più chiara e onesta
l’assemblea non è il luogo adatto, confrontata con il referendum quale
esercizio democratico. Questa è stata una decisione dell’assemblea quando è
stata approvata la Costituzione: il Codice delle Famiglie si deve riportare a
referendum.
Veramente, si è fatto
un processo interessantissimo da cui
abbiamo imparato tuttз. La gente ha imparato molto. Si è fatta una importantissima
campagna di comunicazione su tutti i media, tutte le organizzazioni della
società civile e le istituzioni dello stato hanno apportato la loro creatività
per dare il loro contributo nella campagna di comunicazione. Si è lavorato
molto, si è fatto prima un processo che ha coinvolto prima una consulta
specializzata e dopo una consulta popolare e così si è arricchito il testo. Io
ero parte della commissione redattrice e abbiamo approvato, finalmente, la
versione 25 dopo tutta una serie di cambiamenti. Si è scelta una metodologia
che ascoltasse davvero l’opinione di tuttз: cosa era da cambiare? cosa era da
togliere? e perchè? E dopo si faceva l’analisi. La cosa importante è che se
qualcunǝ
proponeva di cambiare o togliere qualcosa che era diverso dalla Costituzione,
non si poteva accettare perché sarebbero stati cambiamenti incostituzionali; le
proposte che erano contro i diritti delle persone omosessuali non si potevano
fare perché fortunatamente la Costituzione blindò è assicurò i diritti delle
persone omosessuali, così come quelli di tuttз.
Ora c’è il Codice delle
Famiglie, il cui antecedente è il Codice della Famiglia di 47 anni prima, al
singolare, che al tempo nel 1975 era molto avanzato, anche se non fu approvato
per referendum ma per consulta popolare, rispetto soprattutto ai diritti delle
donne.
Però ora in
questo codice c’è una protezione molto più ampia di tutte le figure che
potevano essere vulnerabili socialmente, come per esempio le persone LGBT, le
persone anziane, perché Cuba è una società molto invecchiata democraticamente,
come l’Italia. Sono cose a cui il sistema legislativo e i diritti
costituzionali devono stare più attenti, cosa che si è fatta tramite questo
Codice; questo è il risultato delle ricerche scientifiche e del lavoro delle
istituzioni che hanno dedicato l’attenzione a diverse problematiche, a partire
dal riconoscere la pluralità delle famiglie. Tra i tanti interventi, si lavora
ad una maggiore protezione rispetto alla violenza di genere, si esplicitano
diversi tipi di violenze, non solo contro le donne; c’è pure un’attenzione al
contrasto al maltrattamento sessuale infantile, c’è una protezione più ampia ed
esplicita rispetto alle persone con disabilità, più protezione allз bambinз e al loro
principio di autonomia successiva: essi, infatti, arrivati ad una determinata
età, anche se non sono maggiorenni, possono prendere delle scelte in autonomia,
perchè hanno già la capacità per farlo, mentre generalmente genitori o altrз adultз prendevano
le scelte per loro quando erano già capaci di decidere.
Si è, inoltre,
sostituito il concetto patriarcale di patria potestà con il concetto di
responsabilità parentale e questo cambiamento è importantissimo in quanto si
trova in linea con la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’infanzia. Si
è deciso che il matrimonio debba essere contratto a partire dalla maggiore età
per contribuire ad evitare matrimoni infantili, per dare una maggiore
protezione alle bambine, per evitare le gravidanze in adolescenza.
C'è
maggiore garanzia di protezione dei diritti familiari e della possibilità di
negoziazione all'interno dei processi familiari e nelle situazioni di
conflitto; lo chiamano il Codice degli affetti perché predomina il vincolo
affettivo e la responsabilità assunta tramite questo vincolo piuttosto che il
vincolo biologico, generalmente utilizzato. Espertз
internazionali affermano che questo sia il Codice delle famiglie più avanzato
del mondo in questo momento; un codice emancipatorio. E’ infatti il risultato
di un lavoro di filo, delicatissimo, durato tanti anni, prodotto della
consultazione di molti esperti che si
sono impegnati in un lavoro di collaborazione nel quale ognuno ha dato un
contributo importante, secondo le proprie competenze.
E’ importante porre
l’accento su quanto, oltre al contributo di espertз tecnici, sia stato preso in
considerazione il contributo della popolazione: le persone anziane, ad esempio,
hanno partecipato alla consulta portando l’attenzione sul loro ruolo
all'interno della famiglia e anche il
resto della popolazione ha dato proprie idee su come redigere il testo,
affinché fosse comprensibile a tuttз. Infatti il Codice non è scritto solo in un
linguaggio tecnico scientifico ma anche in un linguaggio comunicativo, con
allegato un glossario con più di 90 termini, in modo che la gente possa
comprendere appieno di cosa si tratta. Questo Codice ha contribuito ad aumentare la cultura giuridica della
popolazione; è stato infatti un vero e proprio processo formativo perché lo si
è costruito e scritto insieme.
Ora arriva un periodo
nel quale, a partire dal Codice, si mettono a punto diversi procedimenti
specifici riguardanti l’educazione, la salute, il lavoro, la comunicazione, per
cui continua la campagna educativa e la strategia divulgativa affinché si
rispettino i diritti descritti. Perché non basta che esista la legge, ma quanto
scritto si deve diffondere e, soprattutto, si deve controllare che la normativa
si attui correttamente.
Ad esempio, è accaduto
che successivamente al referendum molte coppie omosessuali si stiano sposando
ma ad alcunз
si sono presentati dei problemi, in quanto il notaio ha affermato di non aver
ricevuto indicazioni in merito a cosa fare. Per cui la gente ha protestato e ha
chiesto aiuto al Cenesex, il quale ha poi contattato il Ministero della Giustizia
invitandolo a lasciare aperto il canale comunicativo creato per la consulta
popolare in merito al Codice, in modo che la popolazione sappia a chi chiedere
aiuto se si riscontrano situazioni analoghe di anomalie riguardo l’applicazione
della legge; così il Ministero si è reso subito disponibile, divulgando ovunque
i propri contatti.
Per evitare situazioni spiacevoli in cui si possano ritrovare lз cittadinз se la
normativa non si applica correttamente, ma si lascia alla libera
interpretazione dellз professionistз, è prevista la formazione specifica per tutte le
professioni coinvolte. Non è una cosa semplice, ma pur sempre necessaria.”
E:
“Proprio in merito a questo, in che modo crede che
questo intervento legislativo cambierà le condizioni di vita delle persone
transgender, in termini di miglioramenti nella qualità di vita e di contrasto
alla marginalizzazione e alla discriminazione?”
M:
“Già le cose stanno cambiando molto perchè questo è
un lavoro iniziato tempo fa. Si pensi alla modifica costituzionale del 2019 che
è stata spettacolare perchè uno dei principi che ha affermato riguarda la non
discriminazione per sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Inoltre,
ci siamo noi al Cenesex che svolgiamo corsi con attivisti e attiviste Lgbt per
dare informazioni su cosa bisogna fare quando vivono situazioni discriminatorie
in cui si violano i propri diritti. Sono previste anche formazioni ad avvocatз, giudicз, notaiз per
aumentare le loro conoscenze e competenze in merito ai diritti della
popolazione Lgbt: così facendo si realizza un esercizio di cittadinanza
consapevole e questo è un grande obiettivo raggiunto.
Tutto questo è il
risultato di un lungo lavoro perché è bene specificare che nel Codice del ‘75
non era chiara la questione del matrimonio egualitario, nonostante fosse
comunque presente in un certo modo: mia madre, presidentessa della Federazione
delle donne cubane e promotrice di quel Codice, proponeva già a quei tempi il
matrimonio come “l’unione tra due persone senza specificare il sesso”. Cuba è
stato quindi il primo paese ad approvare quello che ora chiamiamo matrimonio
egualitario, ma all’epoca del Codice precedente non era esplicitato in tal
senso perché mancava la consapevolezza a riguardo. Ora, invece questa
consapevolezza è presente proprio perché è stato fatto un lavoro di educazione,
di formazione e comunicazione permanente su queste questioni. Dal 2007 a Cuba si celebra la Giornata internazionale contro
l’omolesbobitransfobia e si fa molto lavoro accademico, artistico, comunitario
e questo ha aiutato moltissimo a far sì che la popolazione parlasse di tali
tematiche, si informasse e cambiasse il proprio modo di concepirle,
comprendendo l’importanza di questi specifici diritti e capendo che si tratta
di giustizia sociale, così da non continuare a riprodurre comportamenti
discriminatori. Se non si fa un lavoro di cambiamento della coscienza sociale si
continuerà a riprodurre tutti questi codici appresi all’interno di un sistema
capitalista. Noi invece portiamo avanti un sistema socialista, di cui parla
anche Antonio Gramsci, il quale afferma che bisogna realizzare un cambiamento
simbolico, formare le coscienze, creare l’uomo nuovo, in continua
trasformazione, perchè se non si realizza un intervento del genere che
indirizzi al cambiamento dei codici appresi, si continuerà a replicarli e con
essi continuerà la tendenza alla discriminazione, allo sfruttamento e alla
violenza come strategia di risoluzione dei conflitti.”
E:
“Riprendiamo questo aspetto relativo alla formazione dei nuovi individui del
futuro. In che modo questa educazione è riuscita ad entrare nei contesti
educativi (scuole, università)? Che ruolo ha ricoperto il Cenesex?”
M:
“Nel 1972, la Federazione delle Donne Cubane, una delle più importanti organizzazioni della
società civile cubana nonché particolarmente all’avanguardia, ha creato un
gruppo multidisciplinare e multisettoriale, il “Gruppo multinazionale del
lavoro e di educazione sessuale”, che ha lavorato tantissimo tra gli anni ‘70 e
‘80. Successivamente, questo gruppo è diventato Cenesex, un’istituzione
specializzata del Ministero della Salute. Si deve riconoscere che il ruolo da
protagonista, all’interno dell’operato, lo ha avuto la Federazione delle Donne
Cubane, di cui io sono membro attivista. Da questo gruppo è nata l’idea di
divulgare l’educazione sessuale nelle scuole negli anni ‘70. Non è stato
semplice: c’erano molti pregiudizi, si poteva parlare esclusivamente di
sessualità riproduttiva durante l’ora di biologia, ma almeno si è iniziato con
quello. Nel caso del sistema salute, è stato meglio. Erano più flessibili, più
interessati, poiché vedevano che il lavoro di educazione sessuale contribuiva a
migliorare la salute sessuale e riproduttiva di tutte le donne adolescenti.
Dopo poco sono state istituite specifiche cattedre in tutte le università.
Tutte, pure l’Agraria ha la cattedra di studi di genere, di educazione
sessuale, tutte le università mediche del paese hanno una cattedra di studio di
sessuologia o di educazione sessuale, e tutto questo lo abbiamo creato noi con
il Ministero della Sanità. Il lavoro formativo è stato molto importante: si è
fatto molto, soprattutto nell’ambito della formazione post - lauream, anche
quando io studiavo negli anni ‘80 c’era la materia opzionale di educazione
sessuale, tutti la volevamo. Abbattuti i pregiudizi del Ministero della Salute
di quell’epoca, ora possiamo finalmente lavorare alla creazione di diversi
programmi di diverse materie in tutte le università. Io sto lavorando ad una
materia opzionale su questioni di genere e sulle condizioni delle persone
trans, sia per la formazione pedagogica che per la formazione medica, e questo
incontro di oggi mi torna utilissimo, sto prendendo molti spunti. C’è da dire
che a partire dal 2010 è iniziato un
processo di riattualizzazione della strategia dello sviluppo economico e
sociale del paese, ed è stato designato un programma politico nazionale in cui
è presente una strategia, che ho proposto, di integrazione sociale delle
persone trans. L’organizzazione politica ha avanzato numerose proposte e sono
stati creati diversi gruppi di lavoro per monitorare il tutto, è un lavoro
creativo molto complesso che ancora non abbiamo finito, e si estende ad
ulteriori campi come la nutrizione, la sicurezza alimentare, e tanto altro. Si
sta lavorando con grande appoggio dell’Accademia di Scienza di Cuba e di tutte
le istituzioni accademiche. Era necessario un cambiamento costituzionale,
dovevano essere modificate tante leggi, al fine di poter cambiare qualcosa
all’interno della società. E a questa modifica del disegno della politica,
iniziata nel 2010, ha partecipato tutta la popolazione. Si è portata la
politica al lavoro, tra lз studentз, al fine di garantire a tuttз una
partecipazione, il diritto di dare la propria opinione. L’indicazione era:
parla di ciò che non approvi della politica del paese. Come lo vuoi cambiare?
Che proposte si devono fare? E sulla base di quello che la popolazione ha
identificato come problema, abbiamo tentato di identificare una soluzione.
Questo non è stato fatto in nessuna parte del mondo. E mi piace. Se non mi
piacesse, cercherei un altro progetto, ma l’ho trovato a Cuba, e sono felice di
questo. Difficile com’è, perché noi siamo un paese bloccato, l’unico paese in
tutta la storia dell’umanità che ha avuto un blocco così forte e così lungo
nella storia. Un giorno il mondo lo riconoscerà, e farà un monumento alla
resistenza di Cuba. Abbiamo dovuto svilupparci da soli. Cuba è un paese in permanente
rivoluzione, anche resistendo cambia di continuo. E tutto questo è anche grazie
alla partecipazione del popolo, mosso da una notevole coscienza sociale. Se non
lo vivi, non puoi capirlo, è una sensazione speciale. Andare insieme, camminare
insieme, lottando per i diritti.”