A cura di Giovanni Saracco
Per inclusione si intende la condizione in cui tutti gli
individui vivono in uno stato di equità e di pari opportunità,
indipendentemente dalla presenza di disabilità,
dall’identità di genere, dall’orientamento sessuale e dal credo religioso e
politico.
L'inclusione è descritta da caratteristiche specifiche, come
riferirsi a tutti gli individui, rivolgersi a tutte le differenze senza che
queste siano definite da categorie e criteri deficitari, mirare
all'eliminazione di ogni forma di discriminazione,
spingere verso il cambiamento del sistema culturale e sociale per favorire la
partecipazione attiva e completa di tutti gli individui, mirare alla
costruzione di contesti inclusivi e allontanare da sé la concezione di abilismo e
di "normativo". Tuttavia, ad oggi non tutti i contesti di vita
risultano realmente inclusivi, limitando la libertà di espressione e l’equità
di trattamento di molte persone. Ad esempio, le università europee si pongono
l’obbiettivo di favorire l’inclusione e la partecipazione di tutte le persone,
cercando di eliminare e limitare ogni forma di discriminazione che impedisca il
normale progresso e svolgimento del percorso accademico.
Nonostante gli
evidenti miglioramenti sulle tematiche LGBT, tra i paesi dell'UE ci sono
sicuramente lievi differenze su come vengono trattate le persone LGBT e sulle
possibilità di condurre una vita normale. Le università europee sono il miglior
indicatore e la migliore misura di quanto il continente si sia sviluppato nel
trattare le questioni relative a tale comunità. In una prospettiva più ampia,
sono state al centro di molte iniziative che hanno avuto come obiettivo quello
di dare una risposta alle loro preoccupazioni. Oggi, in molte di esse ci sono
comunità organizzate di studenti e personale LGBT a cui è possibile unirsi e
cercare aiuto. Nelle università britanniche studiare come persona LGBT non
porta ad un trattamento diverso dagli altri studenti. Inoltre, fino a un certo
punto, i laureati LGBT hanno maggiori possibilità di impiego rispetto a coloro
che si definiscono come eterosessuali.
Le università britanniche hanno una
comunità studentesca diversificata e gruppi organizzati che si riuniscono allo scopo
di affrontare problemi e questioni di interesse comune. Questi gruppi si
impegnano ad aumentare la consapevolezza della società sui vantaggi della
presenza della diversità e ad aumentare l'inclusione di questi studenti negli
eventi sociali. Nella loro agenda, hanno una serie di attività diverse in cui
si riuniscono tutti insieme, si divertono e discutono su questioni importanti
che li riguardano, alleviando in tal modo la pressione
psicologica a cui sono sottoposti.
Anche la Germania ha diverse università di prestigio
che rispondono ai bisogni della comunità LGBT. Non c'è da stupirsi che la
maggior parte degli studenti internazionali in Germania vi rimanga. Anche in
Italia sono presenti svariate iniziative volte a favorire l’inclusione delle
persone LGBT all’interno dei contesti accademici. Ad esempio, il “protocollo
operativo per il contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione LGBTQI”
del 19 aprile 2019, in cui viene siglato il primo protocollo operativo per il
contrasto all’omotransnegatività e per l’inclusione LGBTQI dall’ateneo di
Modena e Reggio Emilia, dal Comune e dalla Provincia di Reggio Emilia,
dall’Ufficio scolastico di Reggio Emilia, dal Tribunale di Reggio Emilia,
dall’Azienda USLIRCCS di Reggio Emilia, dalla Fondazione Mondinsieme,
dall’Istituzione Scuole e Nidi dell’infanzia di Reggio Emilia, dalla Fondazione
per lo Sport e dagli Istituti Penali Di Reggio Emilia – C.C. C.R. Con tale
accordo le istituzioni suddette sigillano una collaborazione avviata nel 2017,
con l’intento di combattere la discriminazione per l’orientamento sessuale e
l’identità di genere. Attraverso una serie di azioni di intervento come l’uso
di un linguaggio inclusivo e rispettoso delle diversità sia nella modulistica
che nella comunicazione verbale, l’introduzione di bagni all-gender, l’adozione
della Carriera Alias e altre importanti innovazioni.
Come si evince da questi
esempi di buone prassi, sia in Italia che in Europa vengono messi in pratica
diversi progetti volti a favorire l’inclusione e l’equità di trattamento della
popolazione LGBT, tuttavia, questi rappresentano solo i primi passi verso il
raggiungimento di una completa inclusione e integrazione. Tali pratiche
possono, pertanto, rappresentare uno spunto ed un punto di partenza per
ulteriori e future azioni da applicare nella totalità dei paesi appartenenti
all’Unione Europea e sono il primo segno di un’integrazione e inclusione che
sta iniziando a diffondersi in tutti i paesi, di modo da rendere la nostra
società più inclusiva ed equa.