A cura di Francesca Diletta Iavarone
ILGA sta per
“International Lesbian & Gay Association” (Associazione Internazionale
Lesbiche e Gay) e l’ILGA-Europe rappresenta l’organizzazione non governativa che
comprende associazioni LGBTQ+ a livello europeo. Essa lavora per favorire
l’uguaglianza e il rispetto dei diritti di qualunque individuo, tentando di
ridurre le discriminazioni sul piano dell’orientamento sessuale, dell’identità
o dell’espressione di genere.
Chiunque deve poter vivere nell’uguaglianza
beneficiando di pari diritti, aspetto che non sembra essere assicurato in tutta
Europa; per questa ragione, ILGA-Europe si fa portavoce delle vittime di
discriminazione e promotrice di attività di networking, di diffusione e di
scambio di informazioni e di formazione. Il 13 maggio di quest’anno, a Oslo, ha
presentato la classifica dei Pesi europei in base al livello di tutela e
rispetto dei diritti delle persone LGBTQ+, in occasione di IDAHOBIT, la
giornata mondiale contro omo-transfobia, bifobia e intersexfobia che viene
celebrata in tutto il mondo il 17 maggio.
I risultati statistici evidenziano la
situazione di stallo di alcuni Paesi europei o la loro retrocessione, tra
questi Polonia, Bulgaria, Ungheria e Turchia, dove è a serio rischio la libertà
di espressione. I dati appaiono preoccupanti anche per quanto riguarda la
situazione del nostro Paese; l’Italia, infatti, retrocede al 34° posto, insieme all’Ucraina,
scendendo di due posizioni in un anno. Nel report viene citata una serie di
casi eclatanti di discriminazione che potremmo ricordare, dall’affermazione del
Ministro Fontana rivolta alle famiglie arcobaleno, per il quale “non esistono”,
ai manifesti affissi nelle strade di Roma da Pro-Vita contro i padri gay, su
cui venivano raffigurati due uomini (genitore 1 e genitore 2) che spingevano un
carrello con dentro un bambino col codice a barre sul petto; ancora, nello
stesso anno potremmo ricordare la partecipazione del Ministro Salvini al XIII
Congresso delle Famiglie di Verona, a cui hanno partecipato associazioni, capi
di Stato ed esponenti politici anti-abortisti, anti-femministi e anti-LGBTQ+,
riunendosi in un movimento globale d’odio.
È la prima volta che nel rapporto
ILGA-Europe viene ufficializzata una retromarcia sui diritti LGBTQ+ e, in
particolare, la situazione italiana appare preoccupante data anche la vittoria
della Lega alle elezioni europee. La pubblicazione delle classifiche è un grido
d’allarme, che ci impone di riflettere sul futuro dei diritti di ciascuno/a,
sul clima d’odio che ci circonda, sulle scelte politiche che abbiamo il diritto
e il dovere di esercitare.
La classifica ILGA 2019
assegna, dunque, il primo posto a Malta, in cui i diritti civili per persone
LGBTQ+ hanno avuto un’evoluzione significativa negli ultimi decenni: nel 2012
il parlamento ha modificato il codice penale per vietare i crimini basati su
orientamento sessuale e identità di genere; nel 2014 sono state approvate le
unioni civili, con gli stessi doveri e diritti del matrimonio, compresi quello
dell’adozione; nel 2016 vengono vietate le terapie di conversione per le
persone omosessuali.
Queste sono solo alcuni dei provvedimenti adottati in
favore della libera espressione della propria identità e del proprio
orientamento sessuale, della libera espressione della propria individualità; è
una lotta contro la repressione dei soggetti e tutti/e abbiamo il dovere di
farne parte.