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DONNE AL LAVORO /DONNE A LAVORO! Il fenomeno del gender pay gap

illustrazione di una donna a lavoro


A cura di Daniela Scafaro

Nel mondo le donne guadagnano in media il 23% in meno degli uomini. Lo affermano le Nazioni Unite, secondo cui il fenomeno è "il più grande furto della storia".
L’espressione gender pay gap fa proprio riferimento al fenomeno della differenza salariale donna/uomo; si tratta di un indice che esprime il divario tra salario medio orario di uomini e donne espresso in percentuale del salario maschile. Si tratta di un fenomeno preoccupante e ben più complesso di quello che potrebbe sembrare in prima analisi.
La differenza nella retribuzione media oraria, infatti,pone l’accento solo su uno degli aspetti che convergono in questo fenomeno che chiama in causa innumerevoli fattori quali la sottovalutazione del lavoro delle donne tra cui rientra anche quello domestico,sempre misconosciuto, la minore partecipazione al mercato del lavoro anche in relazione alla maternità, etc.
Si stima, ad esempio, che con ogni nascita le donne perdono in media il 4% del loro stipendio rispetto a un uomo; per il padre al contrario il reddito aumenta del 6%. Quindi le donne guadagnano meno non solo perché per lo stesso lavoro ricevono salari più bassi dei loro colleghi uomini ma anche perché le ore riconosciute come lavorative e pertanto retribuite sono meno e perché sono generalmente meno rappresentate a livello dirigenziale.
Nel complesso, la stima dell'Organizzazione delle Nazioni Unite è che per ogni dollaro guadagnato da un uomo, una donna guadagna in media 77 centesimi. Secondo i dati raccolti non vi sono distinzioni di aree, comparti, età o qualifiche. Non esiste un solo paese, né un solo settore in cui le donne abbiano gli stessi stipendi degli uomini Inoltre ampliando la lente con cui guardare al fenomeno, prendendo in esame la retribuzione media annua il differenziale si allarga ulteriormente proprio in virtù del minor numero di ore lavorate che per un effetto di “accumulo” fa sì che la differenza continui a crescere progressivamente ed inesorabilmente dal momento dell’immissione all’uscita dal mondo del lavoro, raggiugendo cifre esorbitanti.
Ma qual è la situazione nel “belpaese”? Se nell’Unione Europea la disparità di retribuzione complessiva è determinata principalmente dalla differenza di retribuzione per ora lavorata, in Italia il principale contributo alla disparità di retribuzione complessiva è rappresentato dal divario di genere nei tassi di occupazione seguito dal divario di genere nelle ore retribuite e poi dal gender pay gap.
La speranza è che queste tristi considerazioni sulla situazione lavorativa femminile possano diventare un punto da cui partire, donne ed uomini, per riappropriarsi di ciò che quotidianamente questo furto toglie ad ognuno di noi, non solo in termini economici ma soprattutto di dignità, civiltà e diritti.

 

 

 

 
 

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