A cura di Cecilia Montella
"Un ferro da stiro, un
pigiama, un grembiule, un bracciale ***... secondo te cosa la farebbe
felice?", così abbiamo letto fin poco tempo fa sui cartelloni pubblicitari
di una nota gioielleria. Come viene rappresentato il femminile sui muri delle
nostre strade o delle metropolitane che attraversiamo ogni giorno?
I cartelloni pubblicitari sono un ottimo (o un pessimo?) esempio di
rappresentazione sociale del femminile, per questo invito i nostri lettori e le
nostre lettrici a porci particolare attenzione. La donna-cartellone è
fortemente stereotipata: una donna che è madre casa e chiesa o una donna sexy,
super sessualizzata.
Facciamo un piccolo esempio: l'anno scorso circa, per le strade di tutta Napoli
comparvero una serie di cartelloni pubblicitari di una marca di stampe digitali
che immortalavano rispettivamente un fondoschiena femminile in shorts con la scritta
"Specialisti dei supporti rigidi", una donna in minigonna e calze a
rete di spalle, con un errore matematico e la scritta "Per fortuna la
maestra è proprio buona", ed infine un braccio "allungato" che
ricorda l'organo genitale maschile, con annessa scritta "Abbiamo allungato
le vedute".
In una società in cui vige il culto dello stupro
e della violenza, in cui la sopraffazione del femminile è ancora pane
quotidiano, spuntano questi cartelloni, sintomo della cultura malata in cui
ancora siamo immersi.
Questi messaggi sono l'esito, ma anche il motore di una
mentalità machista e discriminatoria, protratta attraverso le generazioni; le
discriminazioni cambiano infatti forma, ma restano immutabili nei contenuti.
La
donna è un oggetto ad uso e consumo del maschile: un fondo schiena a
disposizione di "supporti rigidi" o una maestra, "b(u)ona",
che premia la competenza maschile, "(bravo!)". L'uomo, invece, è
rappresentato come forte, muscoloso, virile e capace. Il maschile (macho e
maschio alfa) si trova in una posizione di potere rispetto alla donna, che
invece è a sua disposizione, si offre e lo premia.
Ma qual è il rischio psico-sociale che deriva da tutto ciò? Tramandare una
cultura così fortemente binaria rinforza maggiormente i pregiudizi connessi ai
ruoli di genere e gli atti di discriminazione e violenze nei confronti delle
donne. Chi pensa che siano "solo delle pubblicità" dovrebbe
riflettere su come la cultura ed i pensieri rappresentino le basi delle future
azioni, ed è per questo che un lavoro psico-educativo volto alla prevenzione ed
alla decostruzione degli stereotipi di genere risulta fondamentale per
contrastare le discriminazioni, la violenza e lo stigma di genere.