1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 

Contenuto della pagina

L'importanza delle favole e l'esplorazione identitaria

Mondo delle favole


A cura di Francesca Diletta Iavarone. 

La favola, così come il gioco, riveste un ruolo simbolico di notevole importanza nel processo di sviluppo del/della bambino/a, permettendogli/le di sperimentare la propria capacità creativa.
In ambito psicoanalitico, infatti, si ritiene che esse possano stimolare la messa in scena dei propri vissuti interni, caratterizzati anche da angosce e paure, offrendo un tempo per elaborarli e attribuirgli significato. 
D. Winnicott, psicoanalista e pediatra, sosteneva che giocare creativamente richiedesse un luogo e un tempo privati, uno spazio transizionale, in cui l’individuo potesse imparare ad esprimere le proprie pulsioni e i propri conflitti, iniziando ad attribuirgli un senso. Il racconto è uno dei modi in cui il/la bambino/a può dare voce ai vissuti che sono in attesa di elaborazione e rispondere ai propri dubbi; i personaggi delle storie, come sostiene lo psicoanalista austriaco B. Bettelheim, fronteggiano spesso complesse situazioni che rispecchiano fortemente alcune fasi della crescita di un individuo. La celebre favola di “Cappuccetto Rosso”, che si allontana sempre di più dalla madre inoltrandosi nel bosco, così, potrebbe raccontare le terribili angosce, incarnate dalla figura del lupo, che sono legate alla separazione. Capita spesso che un/una bambino/a chieda più volte ai propri genitori di leggere una stessa favola, in periodi specifici della sua vita, probabilmente per il bisogno di avere una rappresentazione del conflitto con il quale, in quel momento, sta facendo i conti; la ripetizione, infatti, può aiutare a domare le frustrazioni ed essere funzionale alla loro elaborazione.
Più in generale, potremmo dire che la favola apre alla possibilità di esplorare il proprio mondo interno, permettendo di toccare le parti di sé che non risultano immediatamente accessibili, e quello esterno, iniziando a soffermarsi sui compromessi che impone. Essa propone varie tematiche, come la morale, la divisione tra un buono e un cattivo, gli ostacoli che si possono fronteggiare trovando soluzioni creative. Ciò che viene esplorata, tra tutti i vari spunti che propone, è anche l’identità e, a questo proposito, tra principesse ed eroi impavidi che talvolta rispecchiano gli stereotipi di femminilità e mascolinità, esistono favole che tentano di ampliare gli ambiti identitari da poter esplorare. Attraverso di esse il/la bambino/a, indentificandosi con i personaggi delle storie, può ricercare il modo, la forma, la dimensione più giusta in cui collocarsi, senza riferirsi necessariamente alla dicotomia maschio-femmina.
Un esempio di storia che si allontanano dall’imposizione di un binarismo di genere è intitolata “Nei panni di Zaff”, di Manuela Salvi e Francesca Cavallaro, che affronta il tema della discriminazione di genere in un linguaggio accessibile dal/dalla bambino/a, permettendo la personale e libera esplorazione identitaria e il rispetto per quella altrui. Anche i genitori, leggendo ai/alle propri/e figli/e, possono essere facilitati nell’accompagnarli nella scoperta delle infinite possibilità in cui l’identità può declinarsi, affrontando un tema così delicato e serio con ironia e un linguaggio fruibile per la fascia d’età a cui si rivolge.
Altro esempio è il libro “L’importante è che siamo amici”, di Jessica Walton e Dougal MacPherson, o ancora alcune favole riportate sul sito della Sezione Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze del Centro di Ateneo SInAPSi, con l’obiettivo di prevenire e contrastare pregiudizi e discriminazioni nei confronti di tutte le diverse identità, donne, uomini, persone omosessuali e persone transgender, in modo che le differenze siano considerate risorse e non ostacoli. Uno dei testi che si posso trovare è “Trans Cuore. L’amore attraversa i confini”, in cui vengono argomentati anche i termini “trans” e “adozione”, in un linguaggio chiaro e semplice.         
Creare favole di questo tipo permette al/alla bambino/a, dai momenti più delicati della propria crescita, di sentirsi libero/a, di esplorare ogni possibilità inerente la propria personalità e identità, di non sentirsi a disagio o solo/a, “diverso/a” o “anormale” in un mondo esterno che ha ancora tanto lavoro da fare prima di accogliere la varietà delle scelte o dei vissuti di ciascuna persona. Leggere ai/alle propri/e figli/e favole di questo tipo supporta la loro faticosa conquista di libertà, di qualsiasi genere sia e in qualsiasi ambito.

 

 

 

 
 

© 2013 - bullismoomofobico.it