A cura di Cecilia Montella.
L'espressione di
genere è il modo in cui si manifesta alla società il proprio essere maschi o
femmine, il modo in cui si "performa" il proprio genere. Ha a che
fare con il ruolo di genere, quindi con quelle caratteristiche culturalmente e
socialmente legate a femminilità e maschilità.
L'espressione di
genere può essere più o meno stereotipata rispetto al proprio genere: ad
esempio ci sono donne che preferiscono portare i capelli corti ed esprimere in
questo modo la propria femminilità, non aderendo allo stereotipo delle donne
con i capelli lunghi. Allo stesso modo, potrebbero esserci degli uomini che
esprimono la propria maschilità indossando un tubino nero con le calze... ah
no? E perchè?
Nella nostra
cultura euromediterranea, una donna che assume un'espressione di genere
stereotipicamente maschile (ad esempio indossando giacche "da uomo")
può essere molto apprezzata: è socialmente desiderabile, in quanto descritta
come una donna forte, autonoma, indipendente, "cazzuta", "con le
palle", e così via. Differentemente accade invece quando un uomo assume
un'espressione di genere stereotipicamente femminile (ad esempio indossando una
camicetta rosa): la persona in questione sarà socialmente denigrata e le sarà
altresì attribuito un orientamento omosessuale, connotandolo negativamente.
Perchè questa differenza? Riflettiamoci: quando una donna imita un modello
maschile, passa da una posizione "down" ad una posizione
"up", che le permette di avere maggiori privilegi e di essere
trattata "come un uomo"; pensiamo soprattutto agli outfit dei
professionisti che occupano un ruolo manageriale e di potere, probabilmente vi
verrà in mente un completo "giacca e cravatta" tipicamente maschile.
E se pensate ad una donna manager? Probabilmente immaginerete in giacca e pantalone
anche lei. Questo modo di vestire e di apparire ci permette di comprendere
qualcosa di importante: il potere è qualcosa di maschile e se le donne vogliono
raggiungerlo, devono uniformarsi a quello stereotipo, modellando anche la
propria espressione di genere.
Cosa accadrebbe invece se fosse un uomo a
modellare la propria espressione di genere su di un modello più
stereotipicamente femminile? In questo caso, passerebbe da una posizione di
potere ad una subordinata, quindi metterebbe in atto un processo che potrebbe
essere socialmente percepito come di indebolimento o di autosvalutazione. E'
come se si pensasse "sei partito da una posizione di privilegio alla quale
hai rinunciato per uniformarti ad un modello perdente, adesso vuoi che
rinunciamo a tutti i nostri privilegi maschili anche noi?". Credo sia
proprio questa una delle basi dell'omofobia e del bullismo omobitransfobico:Il
timore che una persona che ha "rinunciato ai propri privilegi" possa
mettere in crisi i privilegi di cui godono gli altri maschi; è anche per questo
motivo che l'omobitransfobia si scaglia più ferocemente nei confronti dei
maschi che non aderiscono allo stereotipo, come anche nei confronti delle donne
trans* (MtF).
Queste forme di violenza non si rivolgono, infatti, solo a
persone dichiaratamente LGBT+, ma anche a persone "presunte tali",
quindi che hanno un'espressione di genere non fortemente stereotipata.
Queste questioni
riguardano anche le discriminazioni agite all'interno delle comunità trans*
stesse. Molte persone trans* ritengono, infatti, di dover quanto più possibile
uniformarsi agli stereotipi legati al genere elettivo.
Le persone trans* che
hanno un "passing" elevato, ovvero che facilmente "passano
per" persone cisgender del genere elettivo, perché ne adottano il ruolo e
l'espressione, non solo sono meno vittime di violenza transfobica, ma godono di
posizioni di privilegio nelle comunità trans* stesse. Ciò vuol dire che le
persone trans* che sembrano cisgender, in una società che è cisnormativa,
godono di maggiori privilegi rispetto alle persone che sembrano trans*, e che
cioè non adottano pienamente l'espressione di genere tipica del genere
elettivo.
Le persone trans* stesse, sono quindi legate agli stereotipi connessi
all'espressione di genere: l'idea è che si debba transitare verso il genere
opposto ed uniformarsi ad esso correggendo il proprio corpo, il proprio ruolo e
la propria espressione.
In realtà, sappiamo che ogni transizione è unica, e
che, quindi, ognun* dovrebbe essere liber* di poter scegliere rispetto al
proprio corpo, al proprio modo di vestire o di comportarsi, sganciandosi da ciò
che è così fortemente socialmente e culturalmente predefinito. Non è semplice,
ma mi auguro che possa essere sempre più possibile.