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Ibanin : la diversità in Corea

Immagine di persone girate di spalle mano nella mano e con la bandiera arcobaleno


A cura di Mariano Petricciuolo.

Uno dei termini ampiamente utilizzati per riferirsi a una persona omosessuale in coreano è "이반인" (ibanin) o "이반" (iban), che può essere interpretato come "persona diversa/cittadino di seconda classe". Questo termine gioca con le parole di "일반인" (ilbanin), che significa "persona normale/persona ordinaria" in coreano. Tale gioco di parole si basa sulla sostituzione di "일" (il) e "이" (i), che significano rispettivamente "uno" e "due". Questa scelta linguistica offre un'indicazione della percezione comune associata a questo termine.
In un periodo di notevoli trasformazioni come quello che stiamo attraversando in questi mesi, la Corea purtroppo sembra rimanere relativamente indietro rispetto alle tendenze globali. Mentre in alcuni paesi vengono legalizzati i matrimoni tra persone dello stesso sesso e le battaglie per ottenere il diritto all'adozione diventano sempre più frequenti, in Corea queste idee stanno facendo progressi più lenti. Questa situazione si verifica nonostante l'assenza di una legge che proibisca esplicitamente la pratica dell'omosessualità; nella vita di tutti i giorni, la realtà per la comunità LGBT è tutt'altro che agevole. In un paese che ha sperimentato un notevole progresso tecnologico negli ultimi 20 anni ma che, nella pratica, è ancora fortemente legato alle sue tradizioni, non sorprende completamente la diffidenza verso ciò che è considerato diverso, incluso il concetto di diversità sessuale (e più in generale, la diversità culturale rappresentata anche dagli stranieri). Negli ambienti lavorativi, nei luoghi pubblici e nell'ambito legale, le coppie omosessuali non godono degli stessi diritti garantiti alle coppie eterosessuali, evidenziando una disparità che richiede attenzione e cambiamenti significativi nella percezione e nell'approccio della società coreana nei confronti della comunità LGBT. 

L’omosessualità nei militari

In Corea, il servizio militare è obbligatorio per tutti i maschi dai 18 ai 35 anni, con un ambiente notoriamente rigido e conservatore. I soldati omosessuali affrontano sfide significative, in quanto il test psicologico all'arruolamento include domande sulle preferenze sessuali, e chi parla apertamente di omosessualità può essere etichettato con "disturbo della personalità" o "incapacità relazionale". In passato, comportamenti omosessuali tra soldati potevano portare ad accuse di molestie, anche se consensuali. Fino a poco tempo fa, i soldati con preferenze omosessuali rischiavano il congedo disonorato o addirittura la prigione, in base a clausole della legge militare che punivano la sodomia. Nonostante la recente illegittimità di tali provvedimenti, molti soldati preferiscono ancora mantenere segrete le proprie preferenze sessuali.

La situazione oggi

Qualcuno ha fatto un esperimento i cui risultati potrebbero denotare un principio di apertura nel popolo coreano. (link al video: https://youtu.be/SqH9AaFcvUo )
Nel video si può vedere come due uomini si siano finti una coppia e si siano scambiati pacate effusioni in pubblico. Hanno senza dubbio attirato l’attenzione di alcune persone, per lo più di una certa età, ma nessuno ha dimostrato apertamente un atteggiamento ostile.
Non è chiaro se l’attenzione di queste persone sia stata catturata dal fatto che i due fossero entrambi uomini o semplicemente perché in Corea i gesti d’affetto in pubblico sono poco graditi. Comunque, questo potrebbe essere il segno che qualcosa sta cambiando in Corea negli ultimi anni, seppur molto lentamente.

 

 

 

 
 

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