A cura di Valentina Paola
Cesarano
Uno dei terreni di ricerca più
analizzati relativamente al genere in ambito educativo è la questione delle differenze di sesso, il confronto cioè
tra caratteristiche e prestazioni maschili e femminili. Nel 1974, Maccoby e
Jacklin tentarono di riassumere le discussioni e i risultati generali nel loro pionieristico
libro The Psychology of Sex Differences, che riprendeva 1 400 studi di ricerca
sulle differenze di sesso. La conclusione era che mentre alcuni schemi sono
costanti, per esempio la superiorità femminile nelle abilità verbali e la
superiorità maschile in quelle matematiche, è difficile determinare il grado di
influenza degli stereotipi sulle percezioni individuali di eventi e oggetti e
sui relativi comportamenti, e anche di distinguere se e in quale misura sotto
allo sviluppo di differenze comportamentali o cognitive tra i sessi vi siano comportamenti
innati o appresi. A metà degli anni '90,
una panoramica delle ricerche sulle differenze tra i sessi trovò linee simili
a quelle di Maccoby e Jacklin (Gipps e
Murphy, 1994). Si notò che, nonostante la serietà di moltissimi studi,
'rimangono ricerche di qualità discutibile' (Gipps e Murphy, 1994, p. 55).
Gipps e Murphy affermavano quindi che il valore di questa ricerca non risiede
tanto nell'individuazione e nella trattazione
delle differenze tra i sessi, quanto nella comprensione delle risposte delle
persone sottoposte a situazioni di prova. In letteratura, la validità dei test
e di altre forme di valutazione ha sempre rivestito un'importanza particolare.
Gipps e Murphy dimostrarono che i test che indicano differenze tra i sessi
possono non essere necessariamente
accurati nel prevedere prestazioni o future capacità di apprendimento. Le differenze
prodotte potevano essere dovute proprio a un test particolare o alle risposte
diverse che aveva avuto da maschi e femmine, cioè alla sua mancanza di
neutralità. I test potevano non riflettere o prevedere le capacità di
apprendimento richieste dal curriculum scolastico, ma piuttosto quello che i ricercatori
intendevano fosse una particolare capacità di apprendimento. In conclusione,
test del genere possono non essere di
alcun aiuto nella previsione di quello che gli studenti probabilmente impareranno molto bene (o male) nel contesto
scolastico. Nel 1994, Gipps e Murphy notarono, come già avevano fatto Maccoby e Jacklin, che il
ventaglio delle differenze tra i sessi è piccolo in confronto alle somiglianze.
Allo stesso modo, nel 2000,
Wiliam suggerisce che le differenze per sesso nell'apprendimento sono di piccola
entità, e che in alcune aree disciplinari si sono ulteriormente ridotte negli
ultimi anni. Forse la scoperta più importante della letteratura e ... delle
analisi è che le differenze di sesso nel rendimento, anche in materie come
matematica e scienze, sono piccole e costantemente in diminuzione negli ultimi
20 anni. Pochissimi test indicano una differenza media standard in favore dei
maschi o delle femmine superiore allo 0,4, il che significa che meno del 4 %
della variazione nell'esito dei test individuali è riferibile alla differenza
di sesso (Wiliam 2000, p. 661).
In effetti, seguendo Maccoby e
Jacklin e basandosi sulla propria rassegna di 46 meta-analisi, Hyde (2005)
sostiene che maschi e femmine sono di fatto simili nella maggior parte delle
variabili psicologiche, sebbene non in tutte, e propone quella che chiama 'un'ipotesi
sulle somiglianze di genere' come segue:
L'ipotesi delle somiglianze di
genere si pone in forte contrasto con il modello delle differenze, secondo il
quale uomini e donne, bambini e bambine, sono psicologicamente molto diversi.
L'ipotesi delle somiglianze di genere afferma, invece, che maschi e femmine si
assomigliano nella maggior parte delle variabili psicologiche, anche se non in
tutte . Poche eccezioni degne di nota sono alcune capacità motorie (p.es. la
distanza nei lanci) e alcuni aspetti della sessualità, che mostrano ampie
differenze di genere. L'aggressività mostra una differenza di genere di
importanza modesta (Hyde 2005, p. 590).
È perciò difficile spiegare le differenze educative
tra i sessi come fondate sulla biologia perché 'il modello delle differenze di
sesso è spesso instabile nelle culture, nel tempo e nelle culture, e anche col
tempo nello sviluppo dei bambini' (Arnot e altri, 1999, p. 57). Per riassumere
le questioni sollevate in questa sezione, la ricerca sulle differenze di sesso
deve essere trattata con cautela nonostante la sua diffusissima applicazione,
perché gli studi stessi possono presentare stereotipi o pregiudizi verso un
sesso o l'altro, possono non esaminare le abilità e le conoscenze di maggiore rilievo,
e/o possono non essere predittivi del successo (universitario) futuro.