A cura di Mariano Gianola
Finestre di chat tra adolescenti
Chat tra Simona e Angelo:
Simona: Ciao Angelo. Hai visto? Ho inviato a
tutti i nostri compagni la foto di Alessandra con la maglia stretta? Haha. Ci
abbiamo riso sopra molte volte!!! Che sfigata!!!!
Angelo: Hahaha :) :), davvero divertente. Pensa
che voglio fare su di lei un blog chiamato "La regina della carne[1]".
Forte!!!
Simona: :) :) Figo!!! Sei il gas[2]...
Angelo: Sai quando lo diffondiamo come ci
divertiamo. Però dì a tutti i raga[3]
che Alessandra non deve sapere nulla; casomai gli facciamo vedere tutto alla
fine. Sarà una sorpresa. Dai, ci divertiamo. Immagino la faccia che farà.
Simona: Hahaha :) :). Hai visto la Prof. di
Inglese quando spiega. Roberta le ha fatto il video a sua insaputa e lo ha
inviato a tutti.
Angelo: Lo voglio pure io!!
Simona: Te lo invio tra poco!!!!! Diffondete
sui social, mi raccomando!!!
Angelo: E certo!!! Lo aspetto allora. Devo
andare. Ci vediamo alle sei giù, al solito bar.
Simona: Baci baci!!! :)
Angelo: Smack!!!
Chat tra Angelo e Giulia:
Angelo: Giugiu, che fai? Io mi rompo di stare a
casa.
Giulia: Io invece mi rompo di studiare. Tutta
quella roba di scienze....
Angelo: Hai visto le foto di Alessandra?
Giulia: Si!!!! Hahaha :) :). Come è ridicola
con quella maglia; abbiamo scritto tutti cose perfide su di lei. Ieri abbiamo
passato così il nostro tempo, invece di studiare. Ma... mica lei sa qualcosa? Mi
raccomando raga!!! Mi sono dimenticata di dirti che abbiamo riso troppo con
quel video della Prof. di Inglese che ha diffuso Roberta. Visto quando spiega?
Hahahah :)
Angelo: Hahahah. Il video di Alessandra è una
figata. No no, tranquilla. Non le diciamo ancora nulla. Voglio fargli vedere
tutto alla fine, quando avrò diffuso le sue foto a tutti e avrò fatto un blog
su di lei. Se non sa stare allo scherzo è colpa sua; si dimostrerà una bambina
permalosa e rimarrà sola, come sempre. Io, al posto suo, starei al gioco...
almeno penso.
Quali dinamiche sociali hanno coinvolto i
ragazzi che hanno chattato precedentemente?
Se leggiamo con attenzione le conversazioni di
questi ragazzi[4],
notiamo come quelli che per qualcuno possono sembrare scherzi innocui[5],
nella realtà riproducono molteplici forme violente di sopraffazione e/o
discriminazione.
Alcune di queste forme possono essere
rappresentate dai seguenti episodi:
1. appropriarsi
via web di una foto altrui (tra l'altro, di una persona minorenne),
2. diffonderla
attraverso vari canali comunicativi (ad esempio, mail, cellulare, social
network, siti, blog, piattaforme web, etc),
3. prendere
in giro qualcuno pubblicamente, soprattutto tramite social network (tra
l'altro, senza che questa persona lo sappia),
4. creare una
coalizione nascosta nei suoi confronti (la quale, con molta probabilità, una
volta visibile, creerà disagi, frustrazione e sofferenze alla vittima),
5. registrare/riprendere/diffondere
momenti di vita che accadono in classe,
6. non
rispettare la privacy di determinate persone (credendo - con molta probabilità
- che tutto ciò possa essere solamente uno scherzo ingenuo il quale, secondo la
visione di chi lo pone in essere, non arreca danni traumatici alle vittime).
Queste forme di sopraffazione possono essere
ricondotte al bullismo. Si tratta, però, di una forma di bullismo
peculiare.
Bullismo e web
Gli episodi appena citati, nonostante non
implichino prevaricazioni di natura fisica, prendono il nome di "Violenze".
Tali violenze, di natura virtuale, si
estrinsecano in forme di sopraffazione che possono recare - ad un determinato
soggetto, ad un gruppo di soggetti o a un insieme di persone che possiedono
determinate caratteristiche - danni e sofferenze, prevalentemente, di natura
psicologica.
Quando assumono diverse forme, coinvolgendo soprattutto minori, le
suddette violenze possono essere racchiuse all'interno di un termine specifico
definito come "Cyberbullismo".
Il Cyberbullismo, quindi, rappresenta
quelle forme di vessazione, prepotenza, umiliazione e coartazione che vengono
esercitate all'interno dei canali virtuali, nelle quali l'oggetto della
prevaricazione può essere rappresentato - direttamente o indirettamente - da
una serie di comportamenti quali:
1. l'appropriazione
indebita di immagini personali o informazioni altrui,
2. la
diffusione di notizie false nei confronti di una persona,
3. la
diffamazione o l'umiliazione (spesso, a insaputa della persona coinvolta),
4. la
violazione della privacy (ad esempio, tramite la divulgazione di notizie e
informazioni private appartenenti a qualcuno),
5. l'assunzione
di un'identità altrui che - tramite finzione - si pone l'obiettivo di ottenere
informazioni, screditare, rovinare o danneggiare l'immagine della persona
simulata virtualmente.
Nonostante il Cyberbullismo non sia legato a
una violenza di tipo fisico, le conseguenze deleterie che può comportare
possono essere incombenti, fortemente pericolose, sconosciute e/o ignorate,
proprio perché non si è - spesso - capaci di prevedere le ricadute negative che
una determinata azione di sopraffazione può comportare.
Umiliazione, frustrazione, denigrazione,
creazione/rafforzamento di marginalità, oltraggio, costruzione di barriere e di
distanze, rafforzamento di strutture mentali discriminatorie e violazione della
privacy sono solo alcune delle conseguenze negative che la popolazione dei
"bulli" del web - prevalentemente composta da minori - può portare nei
confronti delle vittime.
Il Cyberbullismo - forma prevaricatrice
facile, subdola e spesso difficilmente contenibile - si radica nell'etere
favorendo, in molti casi, la formazione di vere e proprie coalizioni virtuali
che, attraversando i confini dello spazio e del tempo, per assecondare banali e
puerili guerriglie, aumentano o rinnovano, spesso, un determinato stigma
(soprattutto nei confronti di persone che possiedono alcune caratteristiche che
non risultano essere aderenti agli standard sociali di desiderabilità).
Così, attraverso una partecipazione virtuale
che - spesso - diviene la traduzione e il veicolo di diffusione di valori che
possono riflettere stabili stereotipi e comuni pregiudizi, è possibile creare
uno spazio di "decostruction of privacy" nel quale, attraverso la diffusione in
rete di eventi di vita privati e/o situazioni delicate, è possibile permettere
la libera partecipazione, tramite dichiarazioni, consensi o dissensi personali,
al rafforzamento di posizioni di lontananza e avversità nei confronti di chi
non si esprime attraverso modelli omologanti.
Come abbiamo, purtroppo, potuto assistere in
base agli accaduti evidenziati dalla cronaca, i disagi che incombono sui
ragazzi "bullizzati" tramite il web possono assumere proporzioni di notevole
entità, tanto da portarli anche a compiere atti di suicidio.
Per evitare che varie forme di disagio ricadano
sulle tante persone vittime di prepotenza, è importante l'attivazione di una
serie di canali e di iniziative che mirino alla prevenzione e al contrasto
delle sopraffazioni di massa da parte dei minori - quali bullismo e cyberbullismo
- destinate, quindi, non solo ai ragazzi bensì anche agli adulti (quali figure
fondamentali per l'apprendimento e la trasmissione di sistemi di idee privi di
connotazioni discriminatorie).
[1]Purtroppo, insulti del genere - in questa sede
riportati per evidenziare come le violenze si estrinsecano attraverso una serie
di aspetti, tra i quali il linguaggio - sono frequentemente utilizzati nel web,
soprattutto dagli adolescenti nei confronti dei propri coetanei che non si
adeguano agli standard sociali di desiderabilità.
[2]Espressione tipicamente utilizzata dagli
adolescenti per indicare l'essere "forti", "geniali", "coraggiosi",
"innovativi", o altre caratteristiche positive. Il paragone con il termine
"gas" indica una "esplosione" delle siffatte qualità.
[3]Diminutivo di "ragazzi", utilizzato per
designare un gruppi di adolescenti (sia maschi che femmine).
[4]Si tratta di chat ipotetiche di ragazzi
adolescenti.
[5]Può verificarsi, infatti, che uno scherzo che
potrebbe avere conseguente deleterie e distruttive nei confronti di una
determinata persona, venga percepito, spesso, in maniera inconsapevolmente da
coloro che lo pongono in essere, come un semplice gioco innocuo.