A cura di Claudia Cantice, Emilia De Simone.
Fiorenzo Gimelli, Presidente di Agedo Nazionale, ci ha
concesso il suo tempo e condiviso le sue conoscenze ed esperienze riguardo la carriera
alias nelle scuole, da ciò è nato un interessante e significativo dialogo.
Prendendo spunto dalla rassegna di materiali utili che ci sono stati condivisi
dal Dott. Gimelli, stando ai dati di Gennaio 2023, emerge che, in soli due
anni, 185 istituti hanno introdotto la carriera alias,
secondo il monitoraggio portato avanti da AGEDO Nazionale (https://www.agedonazionale.org/elenco-scuole-in-italia-con-carriera-alias). Allo stesso link è possibile
trovare la proposta di regolamento scolastico per la carriera alias, elaborata
in collaborazione con l’associazione Genderlens, che non prevede la
presentazione di certificati medici/psicologici.
La norma passa per il collegio docenti e per il consiglio d’istituto e, quando
approvata, entra a tutti gli effetti nelle disposizioni in vigore, arricchendo
l’offerta formativa. Questo risultato ottenuto negli ultimi 2 anni circa, fa
ben sperare, considerando che tutto ciò è nato spontaneamente tra le scuole, ed
è sicuramente un trend che può continuare. Tuttavia, ci sono associazioni
fondamentaliste e gruppi politici che provano ad ostacolare la approvazione e
applicazione di questi regolamenti, non riuscendo per fortuna per ora a fermare
la tendenza.
Le scuole che ancora non hanno formalmente introdotto la carriera alias, non lo
farebbero, secondo Gimelli, perché il problema non si è ancora posto oppure la
adottano “di fatto” per evitare risonanza mediatica e possibili
contrapposizioni all’interno e dall’esterno; tuttavia sarebbe
opportuno attrezzarsi anticipatamente per non correre il rischio di minare
l’assoluta segretezza del percorso e poter garantire a ciascunǝ l’opportunità
di gestire la propria vita come è meglio per le sue esigenze.
Il Dott. Gimelli spiega che la causa della mancata adesione degli altri
istituti, inoltre, sarebbe da ritrovare nel fatto che non c’è ancora una norma
nazionale a riguardo che tutela l’identità dellз studentз LGBT+ che si trovano
ad affrontare un periodo della propria vita già di per sé complesso e quindi
occorre affrontare il tema scuola per scuola.
Ciò sarebbe opportuno perché se non esiste uno strumento regolamentato e
attivo, non vengono tutelatз lз studentз che si sentono quasi “obbligatз” a
fare coming out oppure a negare la propria identità reale, facendo, così,
un’esperienza negativa del contesto nel quale crescono, si formano e
costruiscono relazioni significative.
Fondamentale per questo processo è il dialogo tra famiglie e istituzioni,
infatti Agedo, insieme ad altre associazioni, fa parte del Fonags (Il Forum nazionale delle
associazioni dei genitori della scuola) luogo di incontro tra il Ministero
dell’Istruzione e l'associazionismo (composto dalle associazioni dei genitori
maggiormente rappresentative), costituito per valorizzare la componente dei
genitori nella scuola anche ai livelli apicali. A tal proposito, secondo
Gimelli, la famiglia viene intesa come contesto che ha il dovere di
educare, di trasmettere dei valori, ma non può entrare in una questione che
riguarda l’identità delle persone e quindi la loro essenza intrinseca. Qui non
siamo nel campo dell’etica (i comportamenti, le scelte) ma della natura
individuale intangibile e non modificabile.
C’è l’esigenza che lз insegnanti abbiano delle competenze specifiche e
adeguate, perché, così come osservato dall’analisi dei regolamenti scolastici,
si denota una mancanza di attenzione alla formazione dellз docenti su queste
tematiche. Oggi ci sono documenti efficaci, come il libro pubblicato dalla
Erickson “Sei sempre tu. Guida
informativa su omosessualità e varianza di genere”, a cura di Agedo, Elena
Broggi e Enrico Maria Ragaglia (scaricabile gratuitamente al seguente link https://www.agedonazionale.org/sei-sempre-tu-nuova-edizione/), che si rivolge con esemplare
chiarezza a tutte le persone LGBT+ e a coloro che vogliono supportarle nella
loro ricerca del benessere e nella battaglia per l’uguaglianza di diritti. Si
propone, quindi, una formazione rivolta allз insegnantз e allз studentз sui
temi riguardanti l’educazione alla sessualità e all’affettività, per qualsiasi
scuola di ogni ordine e grado. Tutte queste informazioni potrebbero essere
utili non solo per favorire un percorso scolastico più sereno, ma soprattutto
per vivere meglio la propria sessualità e il rapporto con lз altrз, all’insegna
del rispetto e con consapevolezza.
Purtroppo, a dispetto di singole iniziative o di scuole che si propongono
attivamente rispetto alla cura di queste tematiche, nella maggior parte dei
casi si incontrano resistenze non solo da parte dell’istituto scolastico ma
anche da parte di alcune famiglie, poche ma rumorose. Accade spesso che al fine
di rispettare valori culturali o religiosi impartiti dalle famiglie, ci si
opponga all’esplorazione di temi attuali e di cui è prezioso discutere in
classe al di là dei riferimenti valoriali di partenza. Questa lacuna comunicativa
tra istituto e famiglie potrebbe essere colmata da una norma, un intervento del
Ministero dell’Istruzione, per estendere i regolamenti alias e l’educazione
sessuale e affettiva a tutte le scuole, ma è probabile che ci vorrà ancora
tempo.
Inoltre, avere insegnanti informatз e formatз è fondamentale per rendere la
scuola un luogo sicuro nel quale è possibile dialogare e far emergere le “alterità”
e tuttavia potersi sentire liberз di esprimere se stessз, rispondendo ai
bisogni di tuttз.
D’altronde, esistono delle linee guida internazionali come il WPATH SOC 8- https://www.wpath.org/soc8- che ha lo scopo di
fornire una guida clinica per lз specialistз nell’assistenza alle persone
transessuali, transgender e gender-diverse.
Esistono percorsi efficaci e sicuri per garantire loro il benessere
personale e accrescere lo stato di salute generale, psicologico e di
realizzazione personale, alla loro definizione hanno contribuito anche
alcunз professionistз italianз, come la Dott.ssa Fisher e la Dott.ssa Ristori
dell’UOC di Careggi (Firenze), tra lз più espertз in Italia. Ormai esistono
numerosi lavori accreditati e conoscenze scientifiche a sostegno
dell’affermazione dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale di tuttз,
ciò dimostra che gli ostacoli non sono di natura “tecnica” quanto legati a
pregiudizi e stereotipi che fanno presa anche in categorie professionali che
dovrebbero esserne immuni.
La mancanza di linee guida da parte del Ministero dell’Istruzione è
difficilmente superabile se non con un lavoro capillare scuola per scuola di
tutte le associazioni interessate in alleanza con docenti e studentз informatз
e coscientз che le differenze costituiscono un valore aggiunto, non un problema,
e questo non solo per quanto riguarda l’identità sessuale.
Serve un’educazione allз giovani ma soprattutto all’interno delle famiglie, bisogna,
infatti, prepararle ad affrontare dei percorsi che portano a conoscere lз
propriз figliз, dando loro la possibilità di esplorare chi sono e di vivere
serenamente lo spazio familiare e scolastico come un luogo sicuro in cui fare
esperienza, come tuttз lз altrз, senza dover portare con sé un macigno sulle
spalle al posto dello zainetto.