1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 

Contenuto della pagina

La carriera alias nel nostro ateneo

Immagine della sede centrale dell'ateneo federiciano a Corso Umberto I


A cura di Emilia De Simone e Claudia Cantice.

Giovedì 16 febbraio lo staff della Sezione Antidiscriminazione e Cultura delle Differenze ha incontrato il dott. Maurizio Tafuto, Dirigente dell’Ufficio Ripartizione Relazioni Studenti, la collega Rosaria Brandi, principale responsabile dell’attivazione delle carriere alias all’interno della Federico II e la dott.ssa Iole Salerno, Capo dell’Ufficio Scuole di Specializzazione e Master.
L’Ufficio è situato presso la Sede Centrale in Corso Umberto I, n°40, per raggiungerlo bisogna recarsi a sinistra dello scalone della Minerva, si troveranno alla propria destra delle scalette che conducono all’interno degli Uffici e una volta dentro, salire al primo piano. 
Veniamo accolte con un caffè e fatte accomodare attorno ad un tavolo circolare mentre il Dirigente Tafuto ci inizia a raccontare la storia della carriera alias all’interno del nostro Ateneo, che nel 2010 fu il primo ad introdurre questa buona pratica insieme all’Università di Torino, grazie al lavoro del prof. Paolo Valerio. Qualche anno dopo fu estesa la possibilità di carriera alias anche per il personale docente e amministrativo (che afferiscono rispettivamente all’Ufficio Ripartizione Didattica e Docenza e all’Ufficio Personale Tecnico - Amministrativo). Inizialmente era richiesta dal regolamento, per accedere alla pratica, una documentazione medica e quindi una certificazione che attestasse la Disforia di Genere, mentre con gli ultimi aggiornamenti, che non sono ancora stati formalizzati ufficialmente, è già possibile attivare la carriera alias tramite autocertificazione. Prossimamente le modifiche del regolamento verranno aggiornate e pubblicate, si auspica, in uno spazio del sito Unina.
Ad occuparsi della Carriera Alias è sempre stato l’Ufficio Ripartizione Relazioni Studenti, che per l’appunto si occupa della didattica dal punto di vista amministrativo, seguendo lз studentз lungo tutta la durata della loro carriera. Per quanto riguarda invece il post lauream, benché ne esista la possibilità, non sono ancora state inoltrate richieste. Al contrario per quanto concerne il percorso universitario, apprendiamo da Rosaria Brandi che negli ultimi due o tre anni il numero di richieste è aumentato da una decina ad una sessantina, con andamento crescente. Veniamo a conoscenza del fatto che i Dipartimenti in cui si riscontra il maggior numero di richieste sono il Dipartimento di Studi Umanistici e quello di Scienze Sociali. 
Ci raccontano che, soprattutto in quei dipartimenti, la maggior parte dellз docenti “sono già rodatз” e sensibili alla questione in sede d’esame. “Ci aspettavamo più problemi, invece ce ne sono meno”, solo in un numero esiguo di casi rispetto al numero di esami vengono fatte segnalazioni di resistenze da parte dellз docenti a fare riferimento al nome alias, indipendentemente dai dati anagrafici che si evincono dal documento di identità.
La Brandi ci spiega che alcunз studentз, per evitare di trovarsi di fronte a questa situazione, contattano lз docentз prima dell’esame. Tuttavia non tuttз lз studentз possono sentirsi prontз a fare coming out, processo che non può essere forzato e che andrebbe in contrasto con il patto di assoluta segretezza che è il presupposto dell’attivazione della carriera alias. Ci chiediamo che riscontri abbia ottenuto l’introduzione di questa possibilità tra lз docenti e ci raccontano che agli albori della sua introduzione, destava maggiore interesse e curiosità, mentre adesso il percorso alias sembra essere, nella maggior parte dei casi, ben assorbito come parte dell’offerta formativa. Permangono, tuttavia, delle criticità legate alla difficoltà di tenere insieme il diritto alla privacy dellз studentз che ne fanno richiesta e il tentativo di prevenire misgendering e deadneaming in sede d’esame o durante i corsi. Non è tanto sugli aspetti informativi che bisogna ancora lavorare, ma sulla formazione e sulla sensibilizzazione del corpo docenti al fine che tuttз si sentano preparatз ad incontrare lз varie soggettività che attraversano gli spazi delle Università.
Interpellata sulle tempistiche e modalità di accesso alla carriera alias Rosaria Brandi ci informa del fatto che  l’attivazione richiede circa 1 settimana di attesa “7-10 giorni lavorativi per tenerci larghi”, la variazione del prenome arriva in giornata, mentre per la modificazione dei contatti e-mail sono necessari 2-3 giorni lavorativi. Lз studentз non possono usare la piattaforma Segrepass in quella finestra temporale, per cui, se devono prenotare degli esami, si possono rivolgere direttamente alla Brandi. Ci spiegano, inoltre, che l’identità alias è naturalmente valida solamente all’interno delle mura accademiche; quindi, a meno che non vi sia stata la rettifica dei documenti anagrafici, la pergamena di laurea non potrà essere rilasciata con il nome elettivo. Tuttavia, in caso di ottenimento del cambio dei documenti anagrafici successivamente al conseguimento del titolo, è possibile richiedere la rettifica della pergamena: la precedente viene distrutta e aggiornata con il nome d’elezione, richiesta di cui si occupa sempre l’Ufficio Ripartizioni Relazioni Studenti.
Principalmente ci interessa, però, conoscere i feedback dellз studentз direttamente interessatз e la Brandi ci racconta che, data la sua esperienza di lavoro precedente nel sociale e  nella comunicazione, ha sviluppato una certa sensibilità alle esigenze dellз studentз, oltre ad una personale inclinazione all’apertura e all’accoglienza. Ci racconta che molto spesso il legame creato con lз studentз ha lasciato un segno: “Ogni contatto con ciascunə di loro ha sancito una crescita mia personale, lз ragazzз tendono a raccontare le loro storie, molte esperienze sono comuni a tuttз: chi ha subito del bullismo, chi sente il peso di aver diviso i genitori… accade che quando le famiglie non sono preparate al coming out c’è un genitore che accetta e l’altro che respinge. C’è molto da imparare da loro, nel confronto si va a creare quel rapporto di intimità che non ho con altrз studentз, divento un punto di riferimento, tra le persone più vicine a loro nel mondo universitario per qualsiasi problematica. Spesso mi contattano per condividere notizie e aggiornamenti, ad esempio se hanno avuto la sentenza dal tribunale. Durante il percorso accademico forse solo in pochi casi si è ottenuta la rettifica del nome all’anagrafe (mi pare uno a Farmacia ed uno ad Agraria). E’ una cosa molto bella da sapere per uno studente o una studentessa che, se pure l’iter per la rettifica sarà lungo e non si concluderà entro la fine dell’università, c’è la possibilità anche in seguito di modificare la pergamena di laurea. [...] Nel tempo ho incontrato anche molti genitori, che a volte vengono anche all’insaputa dellз figliз.”
La Brandi ci condivide, infine, alcune riflessioni sulle nuove possibilità scaturite dalle modifiche apportate al regolamento per l’attivazione della carriera alias: “Mentalmente ci stiamo abituando di più ad una società fluida. L’alias è attualmente ancora vista nell’ottica della transizione tradizionale, mentre la fluidità è il concetto che si va affermando. La penultima richiesta ricevuta è stata da parte di una  persona non binaria  che ha scelto un nome neutro. La modifica della carriera ora viene richiesta non solo da persone che hanno già avviato un percorso di transizione, ma anche da persone non binarie.”
Continua dicendo che uno dei momenti più emozionanti del suo lavoro è connesso alla variazione del nome per accedere su Segrepass (da effettuare con codice fiscale e PUK da richiedere al CSI): la maggior parte dellз ragazzз piange quando per la prima volta vede un documento “ufficiale” con il proprio nome, sentendosi riconosciutз nella propria identità.
Siamo commossз nell’apprendere che la relazione che si instaura va al di là degli aspetti puramente amministrativi e che viene a crearsi uno spazio di intimità che fa sentire lз studentз al sicuro.
Il nostro tempo è terminato, ma siamo soddisfatte, arricchite da quanto emerso da questo scambio. Con l’augurio di mantenere aperto un dialogo, ci congediamo sorridenti. 

 

 

 

 
 

© 2013 - bullismoomofobico.it