A cura di Francesca Diletta Iavarone
Il 2019 è stato un anno decisivo per
l’approvazione del decreto legge n. 53, “Disposizioni urgenti per il
potenziamento dell’efficacia dell’azione amministrativa a supporto delle
politiche di sicurezza”, meglio conosciuto come decreto “Sicurezza-bis”.
Esso
ha attraversato, nel tempo, un iter molto travagliato caratterizzato da diverse
modifiche e, tra le varie voci, emergeva quella che regolamentava la chiusura
dei porti italiani alle navi delle Ong (Organizzazioni non governative), che
soccorrono i migranti in mare, che fossero ritenute rischiose per l’ordine
pubblico.
Prevedeva serie sanzioni per chi tentasse di forzare il blocco, ma
questo decreto è stato sfidato diverse volte, in varie forme, in ragione della
tutela dei diritti umani, per preservare il diritto alla vita di tutti e tutte.
Il 26 giugno 2019, fu Carola Rackete,
donna di trentun anni e Capitana della Sea Watch 3, ad entrare in acque
territoriali italiane, nonostante il divieto indetto dal ministero
dell’Interno. In seguito ad un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo,
che non ha dato seguito alla richiesta, e giorni interminabili di attesa, la
Capitana ha deciso di forzare il blocco, accedendo al porto di Lampedusa per
attraccarvi e far sbarcare tutte le persone a bordo. Ha sempre dichiarato di essersi
sentita in obbligo morale, che quell’azione rappresentava l’unica possibilità
di salvare 42 migranti, ormai allo stremo delle forze, esausti.
Racconta di sé
di aver avuto una vita facile, di aver potuto frequentare tre università, di
essere tedesca e bianca, di essere nata in un Paese ricco come la Germania e di
avere un “passaporto giusto”. Sentiva l’obbligo morale di aiutare chi non aveva
avuto le sue stesse opportunità e collaborare alla loro salvezza. Conosceva i
rischi a cui andava incontro, che sarebbe stata ripresa, indagata e arrestata
da una politica a favore dei più potenti, che arricchisce i forti, lasciando
indietro le “ultime” umanità. Malgrado questo, il blocco l’ha forzato e,
immediatamente dopo la salvezza, che non sarebbe potuta avvenire se non in quel
porto, è stata accusata per “resistenza e violenza a una nave da guerra e
resistenza a pubblico ufficiale”.
Dalle dichiarazioni del ministro dell’interno
in carica, sembrava più urgente preservare la vita di cinque militari della
guardia di finanza, che in caso di scontro nella forzatura del blocco avrebbero
messo a rischio la propria incolumità, piuttosto che le vite di uomini e donne,
in cerca di una speranza di sopravvivere, scappati/e dai propri luoghi d’origine,
dalle famiglie, dalle proprie case. Ma chi può stabilire quale vita ha più
valore di un’altra? È possibile decidere a chi assicurare una dignità di
esistenza e a chi negarla?
Carola Rackete è stata arrestata, con un’accusa
incomprensibile per chi non credeva e non si riconosceva in una politica
disumanizzante. Tra questi, c’era anche Alessandra Vella, giudice per le
indagini preliminari di Agrigento, che non ha convalidato l’arresto e ha
riconosciuto il valore di una legge morale, oltre a quella giudiziaria, che
prevede un rispetto altrettanto rigoroso. Ciò che aveva mosso l’azione della
Capitana della Sea Watch era salvare delle vite, una causa di fronte alla quale
mai nessuno può credere di rimanere a lungo cieco o sordo, perché appartiene
sempre a una responsabilità collettiva.
La Capitana, allora, dopo la prima
notte in caserma e l’attesa ai domiciliari, è stata liberata, in attesa, però,
di affrontare un altro filone di indagine, per favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina.
Nei mesi successivi, è stata lei stessa ad
accusare l’ex Ministro dell’Interno, per diffamazione e istigazione all’odio, dopo
i commenti aggressivi e gli insulti, derivanti anche dal suoi pubblico di
elettori. Da diversi quotidiani, si apprende che, ad oggi, l’accusa per
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina diretta a Carola Rackete si stia
dirigendo verso l’archiviazione, sperando che ci sia un blocco, questa volta, alla
prosecuzione di indagini con presupposti simili.
SITOGRAFIA
https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/02/12/news/salvini_carola_rakete_sea_watch_migranti_chiuse_indagini_diffamazione-248410542/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/12/carola-rackete-chiusa-lindagine-su-salvini-a-milano-e-accusato-di-aver-diffamato-la-capitana-della-sea-watch/5704151/
https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2019/10/02/news/_decreto_sicurezza_un_anno_dopo_che_cosa_e_accaduto_ai_diritti-237527428/
https://www.open.online/temi/carola-rackete/
https://www.open.online/2019/08/05/decreto-sicurezza-bis-cosa-prevede-e-come-e-cambiato/
https://www.open.online/2020/02/12/sea-watch-la-pm-chiede-una-proroga-per-le-indagini-su-carola-rackete/
https://www.lastampa.it/cronaca/2020/02/20/news/sea-watch-3-secondo-la-cassazione-carola-rackete-agi-secondo-le-regole-del-mare-1.38494650
https://www.donnamoderna.com/news/societa/carola-rackete-chi-e