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Il mondo dello sport va verso la parità di genere.

Calciatrici in campo


A cura di Alessia Spinella.

In Italia c’è sempre stata discriminazione di genere anche nello sport, perché nessuna atleta è stata mai riconosciuta come professionista, a differenza degli atleti.
Per ben 124 anni, le calciatrici sono state considerate dilettanti, mentre il calcio maschile è sempre stato considerato una professione. L’assenza di interventi in materia è stata dovuta alla mancata valorizzazione dello sport femminile, ma dalla stagione 2022/2023 ci sarà una svolta nel calcio femminile, a differenza degli altri sport, sarà riconosciuto in termini professionali.
Fino a poco fa le calciatrici erano considerate dilettanti, per definizione, dilettate è colui che svolge un’attività per piacere, mentre il professionista riceve un compenso per l’attività svolta. La differenza principale tra dilettante e professionista è data dall’inquadramento lavorativo e dalle tutele per le atlete. Ma in che cosa consiste questo cambiamento?                                  
Le calciatrici avranno un contratto che assicurerà loro un compenso adeguato, verranno tutelate dalle assicurazioni e dovranno versare i contributi provvidenziali. Fino ad ora, invece, la loro attività è stata regolamentata da accordi privati tra le società, i compensi elargiti sotto forma di rimborsi e questo ha comportato nessun tipo di tutela.
Sicuramente questo indica che si sta andando verso la parità di genere, e questo riconoscimento segna l’evoluzione che sta investendo il mondo dello sport in Italia. Riconosciamo l’importanza di questo passo, ma deve essere sicuramente uno stimolo per ampliare i diritti per tutte le atlete, per continuare a lottare per i propri diritti che devono essere uguali a quelli dei maschi e deve riguardare anche tutte le altre discipline sportive.

 

 

 

 
 

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