A cura di Gabriella De Simone
Sono sempre di più gli episodi di intolleranza, bullismo e aggressione nei confronti di ragazzi e ragazze omosessuali o lesbiche che leggiamo sulle pagine della cronaca locale e nazionale. In particolare, è nel contesto scolastico che maggiormente il ragazzo viene vessato e bullato fino ad arrivare a compiere gesti molto pericolosi.
I commenti verbali dispregiativi nei confronti dell'omosessualità sono molto frequenti nel linguaggio comune; a volte sono accompagnati da minacce o veri e propri atti di violenza fisica. Quando la dimensione di discriminazione attiva e violenta avviene tra pari nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza parliamo di "Bullismo Omofobico" con il quale si intende una forma di abuso verbale o psichico diretto ad una persona, a causa del suo orientamento sessuale o percepita sessualità. Le vittime sono anche coloro che non rispettano gli stereotipi e le aspettative di genere: ragazzi sensibili o timidi, ragazze sportive o espansive, che non si adeguano ai rigidi canoni di "maschio" e di "femmina" e vengono quindi percepiti come omosessuali e offesi di conseguenza. Anche coloro che hanno familiari gay o lesbiche diventano talvolta oggetto di angherie o emarginazione.
All'interno di tale panorama, quindi, è importante individuare strategie di intervento tese a ridurre il fenomeno delle prepotenze e della violenza di matrice omofobica nei contesti scolastici.
Le principali strategie di riduzione e contrasto del bullismo omofobico emerse nei diversi paesi di Italia e d'Europa sono: il role-plying, la video education, gli stimoli audiovisivi e letterari, il problem solving, la formazione docenti, la peer education e il counselling psicodinamico. Ognuna di esse coinvolge i principali attori presenti nella scuola: professori, genitori ma soprattutto gli alunni tramite le caratteristiche e le modalità che la contraddistinguono.
Il role-plying, cioè un metodo basato sulla simulazione di una situazione o di un evento tramite la sua messa in scena che prevede la presenza di un terapeuta che aiuta l'individuo a recitare un ruolo e mettere in atto un determinato comportamento. Aiuta i ragazzi a comprendere i punti di vista altrui attraverso il gioco dei ruoli, secondo cui ogni studente assume un determinato ruolo e lo interpreta esternando le emozioni proprie di quel soggetto, per imparare a gestirle (Civita, 2012).
La viedo education poichè permette ai ragazzi di esprimere se stessi a livello creativo o artistico, attiva modalità più intuitive e coinvolgenti di studio e riflessione, permette al gruppo di lavorare in profondità su di sé e tramite l'interpretazione dei ruoli permette di rivivere e rielaborare dinamiche emotivamente dense nel contesto del gioco di mascheramento.
Gli stimoli audiovisivi e letterari forniscono uno spunto interessante per coinvolgere gli studenti, suscitando in loro delle emozioni da esternare in un momento successivo, attraverso la discussione di gruppo (Civita, 2012).
Il problem solving che indica l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.
La formazione dei docenti, in quanto, la violenza che i ragazzi attuano nei riguardi dei loro coetanei è certamente espressione di un disagio che ha cause diverse ma che può essere individuato nella inefficienza educativa della famiglia e nella generale disattenzione con cui la scuola, e per certi aspetti i docenti, guardano alle problematiche esistenziali dei propri alunni. Si tratta pertanto di porre al primo piano ed in grande evidenza una diversa e approfondita formazione degli insegnanti, di realizzare procedure educative e didattiche che guardino alla persona non in maniera astratta e formale, ma colta invece nelle sue dimensioni di valore, di intelligenza, di emotività, ma anche di fragilità esistenziale.
La peer education, che alla lettera significa "educazione tra pari", ma secondo alcuni autori più correttamente traducibile come "prevenzione tra pari" (Croce, Lavanco, Vassura, 2011),mira a potenziare nei pari le conoscenze, gli atteggiamenti, le competenze che consentono di compiere delle scelte responsabili e maggiormente consapevoli riguardo la loro salute.
Il counselling psicodinamico, una tipologia di intervento che consente agli utenti di esplorare la natura delle proprie difficoltà nell'ambito di una relazione che offre loro la possibilità di parlare dei propri problemi, di esprimere i propri sentimenti e le proprie occupazioni, di dare un senso ed identificare modalità utili alla trasformazione e al cambiamento.