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Essere asessuali nella nostra società.

Gruppo di persone che manifestano per la visibilità delle persone asessuali, con in mano uno striscione che recita "Alcune persone sono asessuali. Fattene una ragione!"


A cura di Giuliano Ficca.

Cosa significa essere asessuali? Molti di noi non riuscirebbero a trovare una risposta a questo quesito, o se la trovassimo, sarebbe comunque errata.          
Ci sono molte credenze erronee rispetto l’asessualità: molto spesso viene associata alla castità o confusa con l’astinenza sessuale. Sono anche in molti a credere, e ciò è legittimato da figure professionali altamente specializzate, che l’asessualità abbia a che fare con una condizione patologica come l’iposessualità, cioè, una condizione clinica in cui si sperimenta un ridotto desiderio sessuale.
Tuttavia, se volessimo trovare una definizione corretta di asessualità, potremmo dire che: «L’asessualità è un orientamento sessuale che prevede attrazione sessuale verso nessun genere».
Tuttavia, ciò non vuol dire che le persone asessuali non possano fare sesso o avere esperienze sessuali.
Nella nostra società tendiamo a commettere un errore unificando i due concetti di attrazione sessuale e libido. Quando parliamo di libido intendiamo un desiderio generico che non è necessariamente legato a una persona. Dunque, una persona asessuale può soddisfare la propria libido anche attraverso forme di autoerotismo.           
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che l’asessualità, come ogni orientamento sessuale, è fatta di sfumature e non esiste un solo modo di viverla: si manifesta in forme differenti che appartengono e variano a seconda della sfera intima e individuale della persona.      
L’asessualità è spesso affiancata all’aromanticismo, ovvero l’assenza totale o parziale di attrazione romantica verso altre persone.    
Ma com’è essere asessuali nella nostra società? È un po’ com’essere invisibili.     
In parte, questa condizione è data dalla notevole confusione che gira attorno a questo orientamento sessuale che non permette una sua piena accettazione e consapevolezza a livello sociale.
D’altro canto, la lotta per i diritti della comunità asessuale, talvolta, non sembra essere in primo piano.
Sappiamo che nel nostro Paese, qualche mese fa, si è votato alla Camera l’approvazione del “DDL ZAN” che proponeva di tutelare dalle discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.    
L’articolo 1 della proposta di legge recita: “Per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi”.         
Per quello che abbiamo detto finora, è chiaro che in questo decreto-legge la comunità aromantica e asessuale è stata del tutto esclusa.           
Se la nostra società da un lato è fortemente binaria, maschilista ed eteronormativa, allo stesso tempo, non contempla la possibilità dell’asessualità presentando una morbosa ossessione riguardo alla vita sessuale e relazionale altrui.       
L’afobia è presente tanto quanto l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Tuttavia, negli ultimi anni la comunità asessuale grida a gran voce alla propria accettazione a livello sociale e soprattutto a una maggior consapevolezza rispetto al proprio orientamento sessuale, in particolare, durante l’“ACE WEEK” la Settimana Mondiale della Consapevolezza sul tema dell’Asessualità che si svolge ogni anno dal 20 al 26 ottobre. 



 

 

 

 
 

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