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Unioni civili: realtà o miraggio?

A cura di Dario Ferrara

Recentemente sui social network e attraverso i mezzi di comunicazione, si discute spesso in merito alle unioni civili. Questo argomento che tanto pare scaldare l'animo dei molti conservatori e dei vari oppositori, rappresenterebbe se approvato un importante passo avanti verso l'abolizione delle tante discriminazioni che ancora oggi i cosiddetti "diversi"sono costretti a subire.Con il termine unioni civili si fa riferimento a tutte quelle forme di convivenza fra due persone tra loro legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all'istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico.Possono riguardare sia coppie di diverso sesso sia dello stesso sesso. Il diritto non è rimasto indifferente all'evoluzione dei costumi ed esiste oggi un gran numero di provvedimenti legislativi che disciplinano le nuove unioni in Europa e nel mondo. La dura lotta alla parità dei diritti tra eterosessuali ed omosessuali ha fatto si che in Europa, molti paesi si siano dotati di una legislazione per garantire e riconoscere diritti per i componenti dell'unione. Certi Paesi hanno adottato l'unione registrata, chiamata anche "partnership" o coabitazione registrata, che garantisce specifici diritti e doveri anche alle coppie dello stesso sesso oltre che alle convivenze formate da uomo e donna. Altri Paesi hanno scelto di regolarizzare le unioni civili con la coabitazione non registrata, con la quale alcuni diritti e doveri sono automaticamente acquisiti dopo uno specifico periodo di coabitazione. Alcuni Paesi europei oltre ad aver approvato il riconoscimento giuridico delle coppie non coniugate di qualunque sesso, hanno aperto il matrimonio alle coppie dello stesso sesso per realizzare la parità perfetta tra eterosessuali e omosessuali.Tutti i cittadini dell'Unione hanno gli stessi diritti, indipendentemente dalla loro origine, nazionalità, condizione sociale, dal loro credo religioso o orientamento sessuale. Nel 1994 la Comunità Europea ha emanato una risoluzione per la parità dei diritti dei gay e delle lesbiche. Un'iniziativa sintomo di quel generico favor che l'Unione mostra di nutrire nei confronti degli omosessuali. Nonostante ciò molti paesi, tra cui l'Italia, ancora tardano ad approvare tali provvedimenti ponendo il Parlamento nella condizione di dover ribadire in più occasioni il suo convincimento, invitando i paesi membri dell'unione a favorire il riconoscimento delle coppie di fatto, eterosessuali od omosessuali, sollecitando gli stati membri ad attuare il diritto al matrimonio e all'adozione di minori da parte di persone omosessuali. Nello specifico del nostro bel paese, non esiste ancora una legislazione effettiva per le unioni civili. Si parla di coppia di fatto poiché non riconosciuta legalmente. I primi disegni di legge in proposito sono stati presentati nel 1986, grazie all'"Interparlamentare donne Comuniste" e ad Arcigay, mentre la prima proposta di legge, mai calendarizzata è stata presentata da Alma Agata Cappiello, parlamentare socialista, nel 1988. Durante il secondo governo Prodi, è stato discusso alla Camera dei deputati un disegno di legge di Franco Grillini, che richiama i Pacs francesi, Pacte civil de solidarité.Nel 2007, i Pacs diventano Dico, ovvero Diritti dei conviventi, e il disegno di legge viene approvato ma, a causa di alcuni problemi di ordine tecnico-giuridico, sono stati convertiti in Cus, Contratto di unione sociale. La caduta del governo Prodi, nel 2008, ha bloccato la proposta di legge.Intanto alcuni comuni italiani come quello di Roma, Bologna, Milano e Napoli hanno iscritto nei registri di stato civile i matrimoni celebrati all'estero fra coppie gay, equiparandoli di fatto ai matrimoni eterosessuali per quanto riguarda gli affari comunali.In questi giorni una proposta di legge in attesa di discussione e approvazione stà scaldando gli animi in parlamento, che se approvata potrebbe cambiare le sorti dell'Italia, consentendo anche al nostro paese di uscire dalla sua condizione retrograda e statica ed abbracciare finalmente la scia del cambiamento che stà coinvolgendo l'intero mondo. L'argomento di discussione è la proposta ddl Cirinnà. Nello specifico, il disegno di legge riguarda la "Registrazione della costituzione e della cessazione delle unioni civili".  * Due persone maggiorenni possono iscriversi nel Registro comunale delle "unioni civili" alla presenza di due testimoni maggiorenni. L'iscrizione viene fatta dal sindaco, da un suo delegato o dall'Ufficiale dello stato civile. L'unione è certificata da un attestato che deve contenere i dati anagrafici delle parti.* Per quanto riguarda le adozioni, il disegno di legge prevede la "stepchild adoption", ovvero l'adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due e che è prevista dall'articolo 44 della legge sulle adozioni.* Il ddl Cirinnà parla anche delle cause impeditive (articolo 5), ovvero quelle condizioni in cui non è possibile iscriversi nel registro delle unioni civili: se una delle parti è ancora sposata o legata a un'altra unione civile, è minorenne, è interdetta per infermità mentale, è parente con l'altra o se è stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra.* Il testo riconosce alla coppia diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d'affitto, reversibilità della pensione.L'articolo 3 della costituzione italiana, che noi ricordiamo essere una costituzione democratica, recita così: "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale, che, limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese".Date le condizioni attuali in cui viviamo, queste appaiono agli occhi dei molti cittadini solo ed esclusivamente belle parole, di fatto, ancora oggi l'Italia è un paese ricco di discriminazioni di ogni tipo. Il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria che sia di genere sessuale, di razza o altro, spesso sfocia in episodi di violenza fisica e verbale.Il 30 settembre del 2015 a Napoli, una coppia di donne sposate tra loro in Spagna da dieci anni e residenti a barcellona, hanno fatto trascrivere all'ufficio anagrafe del comune di Napoli l'atto di nascita del loro bambino venuto al mondo il 3 agosto del corrente anno. Iscrivere il proprio figlio nei registri comunali del proprio paese d'origine appare agli occhi dei molti come una faccenda del tutto normale e non scandalosa, ma se fossero due mamme a fare ciò, il tutto risuonerebbe diverso. Napoli ha rappresentato purtroppo ancora nel 2015, un eccezione. Qualcosa però stà cambiando, qualcosa si stà muovendo, l'approvazione della legge sulle unioni civili nel nostro paese potrebbe rappresentare una pietra miliare sulla quale determinare la scia del grande cambiamento verso il quale bisognerebbe muoversi e di cui l'Italia stessa ha bisogno.Sognare un mondo dove non ci sono più discriminazioni, dove non ci sono più differenze di ogni tipo, dove il pregiudizio, lo stereotipo o l'ignoranza non sfociano più nella violenza, questo è il mio sogno, un mondo dove tutti possano essere liberi di essere se stessi, di scegliere liberamente, un mondo dove tutti possiamo vivere e non più sopravvivere. Si forse è un sogno ma per fortuna non sono l'unico a sognare ciò. 

 

 

 

 
 

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