A cura delle volontarie del Servizio Civile Nazionale (Anna Sara Cutolo, Angela D'angelo, Serena Diodato, Tiziana Teperino)
LINK DELL'ARTICOLO IN LINGUA ORIGINALE: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1877042811027777
AUTORE
E ANNO: Mónica Terrazo Felipe, Santiago de Ossorno García,
Javier Martín Babarro, Rosario Martínez Arias (2011)
RIVISTA: Procedia - Social and Behavioral Sciences 29 (2011) 869 - 878
PAROLE
CHIAVE: bullo, vittima, bullo-vittima, respinti e non
respinti, tipologia di bullismo, misure sociometriche, aggressione,
iperattività, caratteristiche sociali, benessere.
ABSTRACT: Questo studio ha
l'obiettivo principale di differenziare le caratteristiche di bullo, vittima e
bullo-vittima. Il bullo-vittima (categoria nata dalla unione tra la figura del
bullo reattivo e della vittima provocatoria) è stato inteso come caratterizzato
da alcuni tratti somiglianti sia a vittime che a bulli, ma con importanti
differenze a confronto con loro, spesso infastidiscono e irritano il resto
della classe e per questo sono emarginati e disprezzati dai compagni. Il primo
obiettivo del progetto è quello di avviare la delimitazione di alcune
caratteristiche delle tre categorie, associandoli al loro status sociometrico:
come la loro inclusione nel gruppo di amici o le incongruenze emerse nel
confronto tra le loro opinioni rispetto ai coetanei e viceversa. Ricerche
precedenti hanno identificato due sottotipi di bullo: quello popolare, non
escluso dai coetanei nonostante la sua aggressività; quello impopolare, che in
genere è rifiutato e trascurato dagli altri bambini e quindi usa l'aggressività
come modo per attirare l'attenzione. Questi stessi studi non hanno però esteso
questa differenziazione anche alle vittime e ai bulli-vittima, l'intento di
questo studio è allora quello di considerare i tre ruoli citati suddividendoli
in due gruppi separati: gli individui che sono accettati dai loro coetanei e
quelli invece respinti.
METODO:
il campione individuato (3012 soggetti) è stato selezionato da un gruppo di 25
scuole pubbliche secondarie di Madrid, sono stati coinvolti nella ricerca solo
i 777 studenti che hanno compilato correttamente il questionario e hanno
raccontato di essere stati coinvolti in casi di bullismo. L'età era compresa
tra i 12 e i 17 anni. I dati sociometrici sono stati raccolti utilizzando il
software IESOCO, strumento specifico per la raccolta e la gestione di dati
sociometrici. Un altro strumento utilizzato è stato ESPERI, un questionario che
indaga quattro fattori; impulsività e attenzione, comportamento antisociale,
comportamento psicotico e iperattività. Altro strumento è C.A.D.V, che misura
il grado di accordo o disaccordo rispetto ai temi di violenza, sessismo e
tolleranza nei confronti delle minoranze. Il benessere familiare ed accademico
sono stati misurati con il Questionario sulle relazioni familiari e le
variabili accademiche.
RISULTATI
E DISCUSSIONE: da questo studio è emerso che i
bulli-vittime della categoria respinti sono più asociali della categoria
vittime, al contrario abbiamo scoperto che i non respinti bulli-vittime sono
più iperattivi delle vittime. Altro risultato significativo è che il
bullo-vittima rifiutato è più aggressivo e meno prosociale delle vittime
respinte, ma sono meno aggressivi dei bulli. Per quanto riguarda l'obiettivo di
scavare più in profondità nelle caratteristiche del bullo-vittima si è scoperto
che essi differiscono in modo significativo con entrambi, vittime e bulli, nel
loro rendimento scolastico. Si è visto che sono più inclini a fallire, a
ripetere i corsi e ad avere meno progetti per il futuro rispetto alle vittime.
La differenza invece rispetto ai bulli non è nel rendimento, ma nella
progettazione per il futuro. È difficile da chiarire se il rendimento
scolastico produce il comportamento da bullo o ne è una sua conseguenza.
Rispetto alle opinioni che le tre categorie hanno sull'opinione dei coetanei
nei loro confronti non sono emerse significative differenze, tutti i tre gruppi
si sono mostrati capaci di comprendere il rifiuto o l'inclusione mostrata dai
compagni di classe. Le analisi mostrano che il bullo-vittima respinto si sente
peggio dei bulli e delle vittime con i compagni di scuola, mentre il
bullo-vittima non respinto riporta un senso di benessere al pari del classico
bullo. Questo dato dimostrerebbe come lo status sociale potrebbe essere uno
strumento utile per reagire all'aggressione, per ottenere l'attenzione dei pari
o per dominarne altri. Sia il bullo-vittima che il bullo presentano un deficit
nella regolazione degli impulsi e dell'attività, ciò provocherebbe il ricorso a
comportamenti aggressivi per ottenere i propri obiettivi. In conclusione, per
gli studi futuri sarebbe auspicabile promuovere lo studio della figura
bullo-vittima in maniera indipendente dalle altre due categorie, così da approfondire
la personalità e le caratteristiche sociali.
RISULTATI
E DISCUSSIONE: da questo studio è emerso che i
bulli-vittime della categoria respinti sono più asociali della categoria
vittime, al contrario abbiamo scoperto che i non respinti bulli-vittime sono
più iperattivi delle vittime. Altro risultato significativo è che il
bullo-vittima rifiutato è più aggressivo e meno prosociale delle vittime
respinte, ma sono meno aggressivi dei bulli. Per quanto riguarda l'obiettivo di
scavare più in profondità nelle caratteristiche del bullo-vittima si è scoperto
che essi differiscono in modo significativo con entrambi, vittime e bulli, nel
loro rendimento scolastico. Si è visto che sono più inclini a fallire, a
ripetere i corsi e ad avere meno progetti per il futuro rispetto alle vittime.
La differenza invece rispetto ai bulli non è nel rendimento, ma nella
progettazione per il futuro. È difficile da chiarire se il rendimento
scolastico produce il comportamento da bullo o ne è una sua conseguenza.
Rispetto alle opinioni che le tre categorie hanno sull'opinione dei coetanei
nei loro confronti non sono emerse significative differenze, tutti i tre gruppi
si sono mostrati capaci di comprendere il rifiuto o l'inclusione mostrata dai
compagni di classe. Le analisi mostrano che il bullo-vittima respinto si sente
peggio dei bulli e delle vittime con i compagni di scuola, mentre il
bullo-vittima non respinto riporta un senso di benessere al pari del classico
bullo. Questo dato dimostrerebbe come lo status sociale potrebbe essere uno
strumento utile per reagire all'aggressione, per ottenere l'attenzione dei pari
o per dominarne altri. Sia il bullo-vittima che il bullo presentano un deficit
nella regolazione degli impulsi e dell'attività, ciò provocherebbe il ricorso a
comportamenti aggressivi per ottenere i propri obiettivi. In conclusione, per
gli studi futuri sarebbe auspicabile promuovere lo studio della figura
bullo-vittima in maniera indipendente dalle altre due categorie, così da approfondire
la personalità e le caratteristiche sociali.