A cura di Giovanni Saracco
L’OECD è
l’Organization for Economic Co-operation and Development, ovvero
l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, un’assemblea
consultiva costituita da paesi sviluppati aventi in comune un’economia di
mercato. Il compito di tale organizzazione internazionale è quello di
permettere un’occasione di confronto e di discussione sulle esperienze
politiche dei paesi membri, per favorire la risoluzione di problemi comuni,
identificare pratiche commerciali e coordinare le politiche locali e
internazionali. Tra le tematiche discusse dall’assemblea vi è il grado di
inclusione, accettazione e salvaguardia della comunità LGBT negli stati dell’organizzazione,
al fine di verificare le condizioni di vita delle persone LGBT e mettere in
atto politiche che ne migliorino il benessere.
Nel corso degli anni l’OECD ha
condotto delle indagini per verificare il livello di accettazione
dell’omosessualità, stilando una classifica degli stati membri, nella quale
viene indicato, per ogni paese, il livello di accettazione lungo una scala che
va da uno a dieci. Le indagini sono state condotte in due tempi, la prima dal
1981 al 2000 e la seconda dal 2001 al 2014, permettendoci di notare i
cambiamenti avvenuti nei singoli stati durante questi periodi di tempo. La
nostra analisi si soffermerà su cinque paesi in particolare, ovvero l’Italia,
la Norvegia, il Portogallo, la Francia e il Cile, per vedere i cambiamenti
accorsi negli anni sia all’interno di tali stati sia confrontandoli tra loro.
Il livello più alto di accettazione dell’omosessualità è della Norvegia, la
quale ha un valore di 4.5 tra il 1981 e il 2000 e di 7.4 tra il 2001 e il 2014,
come possiamo vedere il grado di accettazione è cresciuto esponenzialmente nel
corso degli anni, portando la Norvegia ad avere uno dei valori più alti tra i
diversi paesi appartenenti all’OECD. Subito dopo la Norvegia abbiamo la Francia
con valori leggermente più bassi, difatti tra il 1981 e il 2000 il livello è di
4.1 mentre tra il 2001 e il 2014 è di 6.1, anche in questo caso i valori sono
cresciuti con il passare degli anni. Per quanto riguarda il Cile, invece, il
livello di accettazione dell’omosessualità si attesta su valori notevolmente
inferiori rispetto ai paesi succitati, raggiungendo un valore di 3 tra il 1981
e il 2000 e di 5.1 tra il 2001 e il 2014. Al di sotto del Cile c’è l’Italia,
con valori che la collocano tra gli ultimi paesi dell’OECD. Tra il 1981 e il
2000 l’Italia ha raggiunto valori pari a 3.7, mentre tra il 2001 e il 2014 il
livello raggiunto è di 3.3, dunque l’Italia, come anche la Grecia, rappresenta
uno dei pochi paesi che ha visto una riduzione del livello di accettazione
dell’omosessualità lungo il corso degli anni.
Come possiamo vedere, il percorso
verso una soddisfacente integrazione e accettazione della comunità LGBT è
ancora lungo e tortuoso, nonostante ci siano paesi che hanno ottenuto nel corso
degli anni notevoli miglioramenti in questo ambito, siamo ancora in presenza di
stati che vanno a ritroso lungo questo percorso, sottolineando l’importanza di portare
avanti programmi informativi e legislativi per favorire una completa
accettazione. In particolare l’OECD, confrontando i valori dei diversi paesi
membri, ha individuato i fattori che stanno alla base di un maggior grado di
accettazione dell’omosessualità, ovvero il genere sessuale, l’età cronologica e
il livello culturale. In particolare, è stato notato che le donne accettano più
facilmente l’omosessualità rispetto agli uomini, in particolare è stato notato
che gli uomini accettano più difficilmente l’omosessualità maschile rispetto a
quella femminile. I giovani accettano di buon grado l’omosessualità rispetto
alle persone più anziane, ciò è probabilmente determinato da due fattori,
ovvero “l’Ageing effect” secondo il quale le persone diventano più chiuse alla
diversità con il crescere dell’età, e il “Cohort effect” secondo il quale i
giovani sono esposti a numerose forze sociali che li spingono verso una
maggiore accettazione dell’omosessualità.
Infine, un livello culturale più alto
porta ad una maggiore apertura alla diversità sessuale. Tutto ciò può
rappresentare un utile punto di partenza per programmare e attuare futuri piani
volti ad incrementare il livello di inclusione della comunità LGBT,
intervenendo e informando le fasce della popolazione più restie.