1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 

Contenuto della pagina

Rainbow Arcade: parlare di questioni LGBT+ attraverso i videogame.

pulsante "start" di un videogame


A cura di Alessia Cuccurullo

Quando si parla di promozione della cultura in tema di discriminazioni connesse alle persone LGBT+ solitamente si pensa a convegni, articoli scientifici e testi di autori importanti che diffondono le più recenti teorie, scientificamente supportate, contrastando così la costante diffusione di fake news sull’argomento.
“Fare cultura” con l’obiettivo di ridurre stereotipi e pregiudizi è considerato erroneamente appannaggio di studiosi e letterati e raramente sfocia all’esterno del mondo accademico. Tuttavia, è di fondamentale importanza prendere in considerazione che la “cultura” è sfaccettata e si diffonde spesso attraverso canali sociali informali. Pensiamo alla TV, ai social network e a tutti i più moderni mezzi di comunicazione di massa. Si tratta di dispositivi prevalentemente culturali, che raggiungono un pubblico notevole e che, se utilizzati correttamente, possono aiutare a promuovere cultura e a ridurre lo stigma nei confronti delle minoranze, comprese quelle sessuali.
Un’ampia fetta dei moderni strumenti culturali è costituita dai videogame, che coinvolgono principalmente le giovani generazioni. Si tratta di attività ludiche nelle quali solitamente il giocatore si immedesima in un personaggio che deve raggiungere un obiettivo per vincere la sfida. Questi è dotato di caratteristiche molteplici, che lo rendono un eroe e che quindi ne creano un’immagine positiva agli occhi del giocatore.
Quanta promozione della cultura, allora, può nascere dalla creazione di personaggi che vanno “fuori dagli schemi”, presentando caratteristiche controstereotipiche e contribuendo alla diffusione dell’immagine di uomini e donne che possono abbattere le barriere del genere e dell’orientamento sessuale? Parlare di personaggi LGBT+ protagonisti di videogame, a mio avviso, contribuisce proprio a sdoganare l’idea che ci sia uno “standard” stereotipato di super eroe.
La mostra dal titolo “RAINBOW ARCADE – A queer history of video games 1985-2018” realizzata in Germania dal 14 dicembre 2018 al 13 maggio 2019 sembra, a tal proposito un’utile occasione nella quale gli aspetti ludici dei videogame si uniscono a dimensioni culturali. Obiettivo principale della mostra allestita presso lo Schwules Museum di Berlino è dunque quello di individuare i personaggi Lgbt+ nei videogiochi prodotti dal 1985 al 2018, ma anche quello di denunciare le narrazioni stereotipiche nell'industria del gaming.
Suddivisa in percorsi contrassegnati da un colore della bandiera arcobaleno, Rainbow Arcade è stata curata da Sarah Rudolph, Jan Schnorrenberg e Adrienne Shaw; essa ci mostra come i videogiochi siano diventati parte integrante della nostra cultura contemporanea e allo stesso tempo esplora in che modo questioni sociali importanti, quali le istanze della popolazione LGBT+, si intrecciano con la quotidianità e con le nostre rappresentazioni sociali.
Da questo punto di vista, la mostra rappresenta un utile strumento culturale, che potrebbe divenire itinerante e coinvolgere giovani di più paesi. L’augurio, naturalmente, è che sempre più spesso la cultura popolare possa nutrirsi di elementi di questo tipo, che favoriscano la decostruzione degli stereotipi e l’inclusione di rappresentazioni sociali variegate.

 

 

 

 
 

© 2013 - bullismoomofobico.it