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Situazione LGBTQIA+ nell’est Europa

cartina est europa
cartina colorata dell'est europa


A cura di Andrea Pennasilico

Quando si parla di diritti LGBT+ nei paesi dell’est Europa si tende a pensare immediatamente alla Russia, famosissima al livello mediatico per la sua intolleranza su questi temi, ma si ignora spesso quali siano le situazioni nei tanti paesi altri paesi di quella parte del continente.
Grazie all’aiuto dei leader del progetto Queer Lab Europe e ai dati riportati dal sito rainbow-europe.org siamo in grado di fare un sunto della situazione legislativa attuale dei popoli del nostro continente.
La maggior parte dei paesi dell’Europa orientale al di fuori dell’Unione presenta una situazione poco favorevole, con Bielorussia, Azerbaijan, Moldova, Turchia e Armenia con livelli di equità legislativa LGBT simili a quelli russi, con l’eccezione della Georgia che ha una situazione tutto sommato abbastanza simile a quella italiana, eccetto l’assenza al momento di un’istituzione pubblica di legame come quella delle unioni civili.
Per quanto riguarda invece i paesi appartenenti all’Unione Europea, l’ultimo posto in tema di diritti LGBTQIA+ è occupato dalla Lettonia: c’è un’unica associazione LGBT sul territorio nazionale, che ha organizzato il Baltic Pride 2018 a Riga; purtroppo in tutto il resto degli ambiti i diritti più basilari sono tutelati a stento, con assenze di regolamentazioni facilitanti per la transizione delle persone trans e l'assenza totale di una qualsivoglia istituzione che regoli l'unione di persone dello stesso sesso. Immediatamente dopo la Lettonia troviamo la Polonia, con una situazione legislativa e di training sanitario molto lacunosa, dove purtroppo le prospettive di miglioramento sembrano al momento ben poche.
Una situazione tutto sommato simile è quella di Lituania e Romania: in entrambi i paesi i diritti sono ancora lontani dall'essere ad un livello accettabile, con nessuna regolamentazione sull'unione di persone dello stesso sesso e pochissimi dei fondamentali diritti necessari per la popolazione trans. Entrambi i paesi però hanno leggi che contrastino i discorsi d'odio nei confronti di persone LGBT, cosa che anche in paesi più occidentali come l'Italia tuttora mancano.
Per quanto riguarda il resto dei paesi dell'Unione Europea, in Slovacchia, Bulgaria e Repubblica Ceca e percentuali di raggiungimento dei pieni diritti LGBT+  sono simili a quelle italiane (sopra il 25%). In Repubblica Ceca è stata firmata una petizione da 70.000 persone (sulle 50.000 necessarie) per la proposta di una legge sul matrimonio egualitario che il premier Andrej Babiš ha promesso di appoggiare, mentre il governo ha rifiutato la negoziazione di una legge sull'esclusività del matrimonio tra uomo e donna proposta dal principale partito cristiano. Se la legge sul matrimonio egualitario dovesse passare, la Repubblica Ceca potrebbe diventare il primo paese post-socialista dell'Europa orientale ad avere la possibilità di far sposare due persone dello stesso sesso.
Anche se la situazione in questa zona del continente è più che altro sfavorevole, ci sono alcuni paesi i cui diritti legislativi delle persone LGBT superano i livelli nostrani, come ad esempio la Slovenia e l'Estonia, dove, sebbene i matrimoni egualitari siano ancora lontani e non esistano leggi contro i crimini d'odio, sono stati raggiunti la maggior parte degli obiettivi per le leggi a favore delle persone trans. Un altro esempio è l'Ungheria, dove i diritti LGBT sono simili a quelli esistenti in Italia, con la differenza dell'esistenza di leggi che contrastino i crimini e i discorsi d'odio nei confronti delle persone LGBT, da noi tuttora assenti.
In conclusione possiamo dire che la parte orientale dell'Unione Europea è certamente quella che presenta le percentuali più basse di diritti LGBT secondo gli studi dell'ILGA-Europe, ma ci sono alcuni paesi dove la situazione è migliore di quanto si possa pensare e soprattutto dove le leggi sui diritti sono tuttora in via di miglioramento. Certamente le percentuali di successo di altri paesi che si potrebbero definire più progressisti sono ancora all'orizzonte, ma lo status quo mostra come, specialmente confrontando con le percentuali di paesi come Russia e Turchia, i paesi dell'Unione siano sulla buona strada per un raggiungimento di uno standard quantomeno accettabile per tutti gli stati membri, oltre a come anche in Italia ci sia molto ancora da ottenere. Dobbiamo perciò creare un legame con i paesi dove la popolazione LGBT è più svantaggiata in modo da poter migliorare insieme e passo dopo passo raggiungere una piena equità di diritti per le persone queer.

 

 

 

 
 

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