1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 

Contenuto della pagina

Non solo sex worker.

Persona trans con mezza faccia truccata.


A cura di Stella Celentano.

La cosiddetta prostituzione transessuale, o prostituzione trans, è il settore del mercato del sesso italiano in cui operano persone che hanno effettuato o stanno effettuando un adeguamento dei caratteri sessuali verso il genere opposto al proprio. I più delle volte, si tratta di “MtF” – Male to Female – persone di sesso biologico maschile che sentono di essere donne e intervengono di conseguenza sul proprio corpo. La scarsa conoscenza del fenomeno si riflette in alcuni errori ricorrenti, sia nel linguaggio giornalistico che nella narrazione di fatti di cronaca, che coinvolgono persone transessuali.
Il primo e il più diffuso errore riguarda il genere d ell’articolo, difatti la scelta cade con più frequenza sul maschile a dispetto del fatto che, a lavorare nel mercato del sesso, siano persone che manifestano caratteri fisici, abbigliamento e atteggiamenti visibilmente femminili.
Il secondo problema è quello della confusione e sovrapposizione tra i termini transessuale, travestito, viado. La transessualità o transessualismo è una condizione che cade sotto il termine ombrello transgender e che riguarda una persona la cui corporeità non è corrispondente alla propria identità di genere. Il travestitismo è l'abitudine di un individuo di indossare abiti del sesso opposto, il termine è spesso associato alla prostituzione ed utilizzato con un'accezione negativa.Viado è un termine di origine brasiliana che viene frequentemente impiegato nelle cronache in riferimento alle persone transessuali che esercitano la prostituzione sulle strade. Nella lingua madre, nasce come contrazione di “transviado”, che significa "deviato", "pervertito" e contiene quindi una connotazione fortemente dispregiativa. Connotazione che ha mantenuto anche nell’uso italiano, nonostante la perdita del riferimento diretto alla forma originaria.
Il terzo problema è quello che riguarda la tendenza a sovrapporre in toto il fenomeno della prostituzione transessuale con quello della transessualità: ovvero, la tendenza dell’informazione, anche a causa dell’invisibilità dell’identità transessuale nel discorso pubblico, a fare della sex worker transessuale l’unica immagine disponibile, da cui deriva il luogo comune per cui tutte le transessuali si prostituiscono. Si tratta invece di una parte minoritaria delle persone transessuali che vivono in Italia.
Secondo le stime dall'associazione Free Woman, fondata dieci anni fa dalla Caritas diocesana di Ancona-Osimo, sono quarantamila i transessuali in Italia, di cui circa diecimila vivono prostituendosi. Tra questi, il 60% sono di origine sudamericana, il 30% italiani e il 10% asiatici. Nel tempo Free Wooman ha inserito 186 persone, fra ex prostitute e viados, in un programma di protezione sociale. E ha attivato 6.987 contatti attraverso la sua unità mobile con donne e transgender che si prostituivano, accendendo una luce su un universo per molti versi sconosciuto e oggetto di pregiudizi. Trovare un’occupazione per una persona in transizione è una vera e propria impresa, che diventa quasi impossibile quando si hanno ancora documenti non rettificati , risulta anche complicato quando un lavoro lo si ha già e si sente la necessità di transizionare, in questi casi quando lo si dice a responsabili dell'azienda in molti casi il lavoro lo si perde, e possono iniziare anche gravi discriminazioni da parte dei colleghi.
Secondo Porpora Marcasciano, sociologa bolognese e figura di riferimento del movimento transessuale italiano, quello dei transgender è un fenomeno invisibile del quale i media forniscono un'immagine deviata e patologica. "Il dramma dei transessuali diventa tale solo perché così viene visto dal contesto sociale, che costruisce il suo edificio di esclusione sui tre pilastri della paura, della sicurezza e del decoro, distruggendo il concetto di accoglienza. La prostituzione non è un fine, ma un mezzo per superare la povertà. Bisogna restituire ai transessuali la consapevolezza di essere portatori di diritti, e la capacità di interagire liberamente con ciò che li circonda".

 

 

 

 
 

© 2013 - bullismoomofobico.it