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RainboWorld: la conquista dei diritti LGBT+ nel mondo

bandiera rainbow
bandiera arcobaleno


A cura di Arianna D'Isanto

Le leggi sulla parità e i matrimoni tra persone dello stesso sesso rientrano tra gli argomenti più controversi della politica di ogni paese e in alcune nazioni, anche se non in tutte per ora, i diritti LGBT­+ vengono incoraggiati e rispettati.
Il rapporto, intitolato “Progressi Polarizzati”, si è concentrato sull’accettazione sociale delle persone LGBT+ in 141 Paesi, rilevando che 80 Paesi su 141 sono andati incontro ad un aumento dell’accettazione delle persone LGBT+ dal 1980 ad oggi; 46 hanno mostrato un peggioramento, mentre 15 non hanno visto alcun cambiamento.
Si tratta di uno studio condotto dai ricercatori del Williams Institute dell’UCLA che ha analizzato i risultati di 11 diversi sondaggi per sviluppare un Global Acceptance Index (GAI), ossia un indice che classifica il livello di accettazione sociale delle persone LGBT+ in diversi Paesi.
I 10 paesi che includono maggiormente le persone LGBT+ sono l’Islanda, i Paesi Bassi, la Svezia, la Danimarca, Andorra, la Norvegia, il Belgio, la Spagna, la Francia e la Svizzera. L’Islanda ha decriminalizzato l’omosessualità nel 1940, ha introdotto le unioni civili nel 1996 e successivamente ha introdotto il matrimonio egualitario nel 2010. È anche diventata il primo Paese al mondo ad eleggere un Primo Ministro apertamente gay, Johanna Sigurdardottir.
All’interno di questa classifica l’Italia occupa il 26esimo posto, ma bisogna tener conto che il rapporto risale almeno al 2013 e da allora l’Italia ha fatto balzi da gigante, andando incontro alle unioni civili. È facile quindi prevedere una classifica attuale decisamente migliore per il nostro Paese.
In Argentina, ad esempio, grazie a una legge del 2012, è possibile cambiare i propri dati sui certificati di nascita e favorire così il cambio di sesso per coloro che sono transgender, e il matrimonio omosessuale è legalizzato dal 2010 e fa in modo che l’unione sia alla stregua di quella eterosessuale comprendendo anche il diritto di adozione. Uruguay e Città del Messico hanno seguito l’Argentina e, nel 2013, anche la Colombia ha riconosciuto il primo matrimonio gay dello Stato.
Anche in Asia i gruppi LGBT+ stanno facendo grandi passi avanti e, l’anno scorso, il Vietnam ha visto la sua prima manifestazione di orgoglio LGBT+, e il Ministero della Giustizia ha avviato una procedura atta alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali.
 A Singapore, l’ultimo raduno LGBT+ ha attirato quasi 21.000 persone e la lotta per i diritti LGBT+ risulta sempre in prima fila. Impossibile non menzionare la Danimarca, uno dei paesi del nord Europa più aperti alle tematiche LGBT+ e sono molti gli eventi dedicati alla comunità gay per accogliere e integrare le famiglie arcobaleno, danesi e non. La Danimarca LGBT-friendly è molto attiva: oltre al Copenaghen Pride, che si terrà il prossimo 18 agosto, dal 19 al 25 dello stesso mese debutterà il Rainbow Family Festival, un evento dedicato a tutte le famiglie omosessuali. Il Festival, che si terrà nell’isola di Ærø, si propone l’obiettivo di radunare tutte le famiglie arcobaleno d’Europa.
Un evento dedicato ai padri e alle madri omosessuali con i loro bambini, perché tante saranno le attività riservate ai più piccoli. “E’ particolarmente importante per i bambini poter vedere altre famiglie come la loro” ha spiegato Lorraine Hayles, fondatrice e ideatrice del Rainbow Family Festival.
Sono ancora tanti gli ostacoli da superare per la popolazione LGBT+, ma il cambiamento che sta avvenendo in queste parti del mondo può fungere da esempio e da monito per gli altri paesi ancora troppo intrappolati in sistemi arretrati e discriminatori.

 

 

 

 
 

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