1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu di sezione
 

Contenuto della pagina

"Relazione al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura: Trattamento medico delle persone con condizioni intersessuali come la tortura, pene o trattamenti crudeli, inumani, trattamenti degradanti o punizioni"

A cura di Angela D'Angelo, Tiziana Teperino, Serena Diodato e Anna Sara Cutolo (Volontarie Servizio Civile Nazionale)

AUTORE E ANNO:Anne Tamar-Mattis (2012)

PAROLE CHIAVE: intersessualità, tortura, procedure mediche, chirurgia genitale, diversità, danni fisici, danni psicologici

ABSTRACT: in tutto il mondo le persone che presentano la condizione di intersessualità subiscono gravi violenze, fisiche e psicologiche, sin dalla prima infanzia. Tali casi sono correlati a specifiche condizioni mediche. La frequenza delle nascite di individui con intersessualità si stima tra uno su 1.000 e uno su 2.000 nati vivi. I bambini con condizioni di intersessualità subiscono un gran numero di
esami genitali durante l'infanzia, psicologicamente invasivi. La chirurgia genitale è comunemente eseguita nei primi due anni di vita, a partire dai sei mesi. Mentre ci sono alcune situazioni in cui la chirurgia è necessaria per motivi medici, come creare un'apertura per l'urina, la maggior parte delle procedure comunemente eseguite sui bambini con condizioni di intersessualità sono estetici oppure in risposta alle preoccupazioni dei genitori circa la "normalità" e l'integrazione sociale del figlio. Uno degli obiettivi che principalmente motivano tali interventi è la possibilità di poter accedere a rapporti eterosessuali andando così incontro alle aspettative circa le forme canoniche di espressione sessuale. Oltre ai rischi classici, tali operazioni comportano anche rischi specifici, soprattutto a lungo termine nella sfera sessuale e dal punto di vista psicologico in quanto vengono eseguiti dei trattamenti eccessivamente violenti. Il trauma e i danni psicologici derivanti da questa pratica sono stati paragonati all'esperienza
delle mutilazioni genitali femminili (MGF) e agli abusi sessuali infantili.
Fortunatamente la medicina attuale afferma con fiducia il progresso delle pratiche chirurgiche esistenti e di conseguenza la riduzione dei rischi. Inoltre, sono stati registrati alti tassi di disforia di genere negli individui intersessuali rispetto alla popolazione generale. (Karkazis 2010; Furtado 2012), la disforia di genere è correlata a problemi comportamentali ed emotivi, con un potenziale collegamento ad un alto rischio di suicidio. Le procedure come gonadectomia e sterilizzazione, laddove la condizione fisica lo consente, andrebbero rinviate alla pubertà, momento in cui il bambino potrà comprendere più  chiaramente se le caratteristiche sessuali sono effettivamente indesiderate. L'impatto che la sterilizzazione involontaria ha sulla salute fisica e psicologica e sul benessere sociale di quegli individui che sono soggetti a tali violazioni è stato ampiamente riconosciuto in letteratura. Gli interventi e le esperienze negative dei vari esami medici possono favorire i sintomi del disturbo post traumatico da stress.
Infatti, mentre alcuni esami genitali sono ritenuti necessari per la diagnosi o il monitoraggio della condizione, altri vengono eseguiti senza alcuna specifica indicazione, solo per soddisfare curiosità o per scopi di formazione. Diversi ricercatori hanno fatto riferimento alle persone con condizioni di intersessualità indicandoli come "esperimenti di natura ", e in effetti questa popolazione ha attirato molta attenzione da parte dei ricercatori interessati al sesso e al genere, anche se i risultati chirurgici e i problemi fisici e psicologici annessi non sono stati esaminati. Curioso è il fatto che, mentre i bambini con condizioni di intersessualità possono soffrire di un eccesso di cure mediche e di trattamenti, gli adulti con condizioni di intersessualità spesso incontrano discriminazione in ambito sanitario e la negazione delle cure a causa della loro anatomia atipica. Molte delle violazioni riscontrate sulle persone con condizioni di intersessualità sono già state riconosciute, da i vari organismi per la tutela dei diritti umani, come forme di tortura o come CIDT. Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo ha specificamente affrontato la sterilizzazione involontaria di persone con disabilità di età inferiore ai 18 anni come una forma di violenza, che viola il diritto del minore all'integrità fisica e ha effetti per tutta la vita sulla salute fisica e mentale. (Commento Generale 13, 2011). Il Comitato ha invitato gli Stati membri a vietare per legge la sterilizzazione involontaria dei figli per motivi di disabilità. Il fatto che non ci sia una giustificazione medica per questi interventi significa che le buone intenzioni di medici e genitori non possono impedire al trattamento di costituire una forma di violenza e tortura. Laddove sono presenti giustificazioni mediche per le procedure specifiche, come la prevenzione del cancro o future infezioni del tratto urinario, la valutazione del rapporto tra rischi e benefici deve essere la stessa di quella effettuata in caso di bambini che non presentano condizioni di intersessualità. Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura ha fatto notare che i bambini sono più vulnerabili agli effetti delle torture in fasi critiche dello sviluppo fisico e psichico. Possono subire conseguenze più gravi rispetto agli adulti maltrattati in maniera analoga perché non sono in grado di capire ciò che sta accadendo e non possono opporre resistenza. Si ritiene indispensabile formare e preparare adeguatamente medici e psicologi ad affrontare la diversità biologica e sessuale e a loro volta ad informare dettagliatamente i pazienti e i loro genitori circa le conseguenze fisiche e psicologiche di questo tipo di interventi.

LINK ARTICOLO:
http://antitorture.org/wp-content/uploads/2014/03/PDF_Torture_in_Healthcare_Publication.pdf

Non sono presenti Commenti

 

 

 

 
 

© 2013 - bullismoomofobico.it