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L’ITALIA RETROCEDE SECONDO LA CLASSIFICA SUI DIRITTI LGBTQ+: 32° POSTO PER ILGA-EUROPE 2019

persona con bandiera rainbow


A cura di Francesca Diletta Iavarone

ILGA sta per “International Lesbian & Gay Association” (Associazione Internazionale Lesbiche e Gay) e l’ILGA-Europe rappresenta l’organizzazione non governativa che comprende associazioni LGBTQ+ a livello europeo. Essa lavora per favorire l’uguaglianza e il rispetto dei diritti di qualunque individuo, tentando di ridurre le discriminazioni sul piano dell’orientamento sessuale, dell’identità o dell’espressione di genere.
Chiunque deve poter vivere nell’uguaglianza beneficiando di pari diritti, aspetto che non sembra essere assicurato in tutta Europa; per questa ragione, ILGA-Europe si fa portavoce delle vittime di discriminazione e promotrice di attività di networking, di diffusione e di scambio di informazioni e di formazione. Il 13 maggio di quest’anno, a Oslo, ha presentato la classifica dei Pesi europei in base al livello di tutela e rispetto dei diritti delle persone LGBTQ+, in occasione di IDAHOBIT, la giornata mondiale contro omo-transfobia, bifobia e intersexfobia che viene celebrata in tutto il mondo il 17 maggio.
I risultati statistici evidenziano la situazione di stallo di alcuni Paesi europei o la loro retrocessione, tra questi Polonia, Bulgaria, Ungheria e Turchia, dove è a serio rischio la libertà di espressione. I dati appaiono preoccupanti anche per quanto riguarda la situazione del nostro Paese; l’Italia, infatti,  retrocede al 34° posto, insieme all’Ucraina, scendendo di due posizioni in un anno. Nel report viene citata una serie di casi eclatanti di discriminazione che potremmo ricordare, dall’affermazione del Ministro Fontana rivolta alle famiglie arcobaleno, per il quale “non esistono”, ai manifesti affissi nelle strade di Roma da Pro-Vita contro i padri gay, su cui venivano raffigurati due uomini (genitore 1 e genitore 2) che spingevano un carrello con dentro un bambino col codice a barre sul petto; ancora, nello stesso anno potremmo ricordare la partecipazione del Ministro Salvini al XIII Congresso delle Famiglie di Verona, a cui hanno partecipato associazioni, capi di Stato ed esponenti politici anti-abortisti, anti-femministi e anti-LGBTQ+, riunendosi in un movimento globale d’odio.
È la prima volta che nel rapporto ILGA-Europe viene ufficializzata una retromarcia sui diritti LGBTQ+ e, in particolare, la situazione italiana appare preoccupante data anche la vittoria della Lega alle elezioni europee. La pubblicazione delle classifiche è un grido d’allarme, che ci impone di riflettere sul futuro dei diritti di ciascuno/a, sul clima d’odio che ci circonda, sulle scelte politiche che abbiamo il diritto e il dovere di esercitare.  La classifica ILGA 2019 assegna, dunque, il primo posto a Malta, in cui i diritti civili per persone LGBTQ+ hanno avuto un’evoluzione significativa negli ultimi decenni: nel 2012 il parlamento ha modificato il codice penale per vietare i crimini basati su orientamento sessuale e identità di genere; nel 2014 sono state approvate le unioni civili, con gli stessi doveri e diritti del matrimonio, compresi quello dell’adozione; nel 2016 vengono vietate le terapie di conversione per le persone omosessuali.
Queste sono solo alcuni dei provvedimenti adottati in favore della libera espressione della propria identità e del proprio orientamento sessuale, della libera espressione della propria individualità; è una lotta contro la repressione dei soggetti e tutti/e abbiamo il dovere di farne parte.

 

 

 

 
 

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